Bar Mangialavori

La perfetta imperfezione

Sfortunata prestazione del Catanzaro, figlia di un’annata da dimenticare.
di Giuseppe Mangialavori

Mestamente e in caduta libera il Catanzaro, in palese divorzio con la Dea Bendata, si accinge a emulare il miglior Alberto Tomba. Una situazione che a memoria d’uomo non ha precedenti per ciò che riguarda la gloriosa storia dell’Uesse. Se il peggiore stratega al mondo si fosse sforzato di lavorare così male, anche se profumatamente pagato (cosa difficile di questi tempi…) non sarebbe mai riuscito a fare di peggio.

A dire il vero il Catanzaro ha fatto vedere, soprattutto nel primo tempo, un calcio gradevole (la mano seppur tardivamente voluta di Bolchi si vede) e ha incassato gol “stupidi” anche da quel Beghetto tanto voluto dal predecessore di “Maciste”.
Il “bar del lunedì”, sempre più amaro e il morale di chi ci scrive è sotto terra. Interviste, contro interviste, situazioni che definire obbrobriose sarebbe poco, misteri, dicerie, promesse e ancora promesse e il risultato di tutto questo è una retrocessione che solo se si fosse stati un po’, ma proprio un po’ più accorti, si sarebbe potuta benissimo evitare. “Ancora non è detta l’ultima”, così si sforza a gridare il mio cuore, ma la razionalità degli accadimenti trascina gli occhi dell’anima allo sconforto totale, nella consapevolezza che la terza serie è dietro l’angolo. La Dirigenza resterà quella di oggi? Riuscirà a fare un salutare bagno super sgrassante di umiltà e a ricompattare la tifoseria? Non è dato saperlo.

Ma la serie C1 è dura, durissima e a seconda delle stagioni, anche più della serie B. Giudizi a parte (che restano personali) sui calciatori dello scorso campionato, l’arma vincente che ebbe il Catanzaro, fu un ambiente in cui si sposarono tutte le componenti motivatissime a raggiungere l’obiettivo. Società, Tifoseria, Stampa. Si marciava uniti come un immenso esercito con il sorriso e la comprensione come uniche armi. Tutto l’opposto, ma proprio tutto l’opposto della sciagurata stagione 2004/2005. I personalismi lasciavano spazio alla comprensione mista a complicità e ai grandi sacrifici. Nessuno mai si “permetteva” di fare risse o offendere questo o quello. Se lo stile del prossimo campionato, in modo testardo, ricalcherà quello attuale, il Catanzaro soffrirà anche in C1.

E non basterà una epurazione definitiva o una ricostruzione su basi economiche. Nella vita come nel calcio, non basta (per fortuna). Sembra che a qualcuno… abbia dato molto fastidio la promozione dell’anno scorso, sembra che qualcuno voglia cancellare tutto per dire al mondo:”ora vi faccio vedere io come si fa”. A questo ipotetico Solone, mi sento di consigliare umiltà e sorriso, serenità e complicità, motivazione su basi che trovano il proprio fondamento nella cultura e non solo nel vil danaro o nell’ambizione politica…
Nella vita non si servono mai due padroni tanto più se strumentali tra di loro. Altrimenti prima o poi gli errori si pagano con gli interessi anche oltre l’immaginario.

Lafuenti aspramente contestato e fino a qualche mese prima portato sugli allori e come lui tanti altri. Un terremoto che non ha precedenti. Speriamo che a qualcuno… la lezione sia servita. Soprattutto a chi decide le strategie da attuare, soprattutto a chi pianifica (o ritiene di saperlo fare).

Tempo fa ho incontrato Piero da Bologna , un amico Vibonese tifosissimo del Catanzaro che non vedevo da tempo, dai tempi della scuola. Piero mi ha raccontato che da poco ha perso il padre e conserva sul cellulare la sua foto con la sciarpa giallorossa in bella vista. Mi diceva di come suo padre lo “iniziò” alla passione per il Giallorosso e di come questo fosse una passione e un sentimento al tempo stesso, che li univa ancora di più. Mi ha raccontato delle sue trasferte di quest’anno, dei suoi “abbandoni domenicali” a moglie e
figlioletto (Giuseppe). Lo ha ferito in particolare la sconfitta di Vicenza.

Cari Dirigenti dell’U.S. Catanzaro S.p.A., se perderete la stima di gente che vede nel Catanzaro qualcosa di più di una squadra di calcio, che vede nel Catanzaro la stessa essenza dei propri affetti e della propria vita, avrete perso tutto. Sarà ancor peggio che retrocedere.
Abbandonate i musi duri. Il rispetto non è figlio della prepotenza e abbandonate gli alibi volti a eclissare i vostri giganteschi errori/orrori. Sorridete alla gente e ai vostri stipendiati, non affossatevi in vittimismi e piagnistei stupidi e infruttuosi. La realtà dei fatti non ve lo permette. Quest’anno avete sbagliato TUTTO. Avete partorito una perfetta imperfezione.

Rendetevi conto di questo, dei vostri limiti in qualità di direttori sportivi e quant’altro e ricominciate con umiltà e avvalendovi di professionisti degni di questo nome (possibilmente orfani di puzza sotto il naso) e gettate nella spazzatura gli almanacchi…
Sorridete ma cercate di farlo alla svelta. Il campionato non è ancora finito… Si può anche retrocedere (anche se tutti noi in fondo ma proprio in fondo, speriamo nel miracolo per dovere di tifosi), ma se lo faremo in assenza totale di dignità, si rischia di perdere il patrimonio più prezioso che c’è: la Tifoseria.

Smontate questa perfetta imperfezione! Sarà oggetto di studio per non ripercorrerne i disastrosi passi in tutti gli atenei dell’universo.
Il sottoscritto lo consiglia con l’affetto genuino di un tifoso D.O.C. che vuole solo il bene di uno dei principali affetti della propria vita. Nulla contro le persone che hanno sbagliato solo colposamente e hanno sacrificato anche propri capitali. E conoscendo il vostro patologico essere permalosi, non ve la prendete per le mie osservazioni. Al contrario cercate di coglierne gli aspetti anche dietro le righe…! Senza confronto non ci può essere crescita. Sapete cari Presidenti, non faccio parte dell’esercito di moderati, calcolatori o lecchini che ospita il pianeta Terra. Dico quello che penso senza compromessi ma con la massima educazione, con il solo fine di esorcizzare le stupide paure che attanagliano l’orgoglio (infondato e senza senso) di qualcuno.
Mettiamo dunque la parola “fine” a questa perfetta imperfezione!
Finché morte non ci separi e per tutte le vite che ci saranno: Forza Catanzaro, quello vero che speriamo torni presto innanzi alle nostre pupille.

Giuseppe Mangialavori

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Giuseppe Mangialavori

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