Rassegna stampa

Briano: «Spero di non sbagliare spogliatoio»

«Sul sottoscritto solo fango. La riunione sott’accusa voleva togliere la squadra dai guai»
da Il Domani

Dalla maglia giallorossa a quella alabardata; il fresco passato che si presenta dopo neanche un mese. Catanzaro-Triestina ha già un protagonista: Mauro Briano, il “conte di Carmagnola”, che domenica calcherà l’erba del “Nicola Ceravolo” nei panni dell’ex.
«All’inizio non mi ero reso conto che a distanza di così poco tempo sarei ritornato a Catanzaro da avversario. Ci sto pensando da alcuni giorni e sinceramente vivo uno stato d’animo particolare, difficile da spiegare. La notte ci penso e rido. E sì, perchè dovrò sfidare il mio cuore, le mie emozioni. E’ assurdo; ma queste sono le stranezze del calcio. Tra l’altro devo stare attento a non sbagliare spogliatoio, perchè l’emotività è pronta a fare qualche scherzo: dovrò girare a destra, anzichè a sinistra, lo rammento sempre».
Già immagina l’uscita dal sottopassaggio degli spogliatoi?
«Sì. Cosa proverò? é facile immaginarlo». Facciamo un passo indietro, perchè ha lasciato il Catanzaro?
«La storia è nota a tutti. Dopo la gara di Torino, il presidente Parente ed il tecnico Cagni hanno dichiarato, pubblicamente, che c’era un gruppo che remava contro l’ allenatore e secondo loro Mauro Briano faceva parte di questo gruppo, che tra l’altro era stato accusato d’aver organizzato una riunione proprio per colpire Cagni. Tutte falsità; anzi, delle belle barzellette. L’incontro c’è stato; ma solo per cercare di trovare tutti insieme un modo per fare uscire la squadra dalla crisi di risultati e non certo per tramare contro l’allenatore. Personalmente a Cagni non ho mai contestato nulla e non c’era bisogno che con il sottoscritto si comportasse in questo modo. E poi sono rimasto amareggiato dalle dichiarazioni del presidente Parente, che dopo la gara contro il Genoa ha detto che ha visto giocare finalmente in undici contro undici. Perchè non l’ha detto anche dopo Verona e Ternana? Non c’era bisogno di buttare altro fango. A Catanzaro io torno a testa alta».
Lei ha sempre esternato amore e affetto verso i colori giallorossi, però subito dopo la sua esclusione dalla rosa, avvenuta lo scorso 27 dicembre, ha trovato immediatamente la nuova squadra.
«Approfitto della domanda per chiarire questa storia. Lo scorso 3 gennaio sono ritornato a Torino, dopo la risoluzione del contratto e con il cartellino in mano al sottoscritto. Il mio procuratore si è subito mosso e la sera stessa ho ricevuto già delle offerte da parte di club di A e B, perchè evidentemente non sono così scarso e così infido. La prima società a contattarmi è stata la Triestina, la quale si è subito manifestata seria e decisa a prendermi. Capisco i dubbi di qualcuno; ma la vicenda è andata in questo modo».
Se dovesse segnare, quale sarà il suo comportamento?
«Guardi, questa eventualità credo che sia molto remota poichè gol non ne faccio».
D’accordo, ma se dovesse succedere?
«Non ci sarà spazio a nessuna esultanza: non posso andare contro il mio cuore. Ripeto, è già così surreale la sfida contro il Catanzaro che a questa eventualità non ci penso affatto. A Catanzaro ho vissuto per la prima volta delle esperienza di vita eccezionali. Ho giocato a Reggio Calabria, a Torino; ma quello che ho provato a Catanzaro è qualcosa di indescrivibile. I tifosi sono caldi, passionali e ti trasmettono tanto calore ed affetto. A Catanzaro tornerò a Pasqua e in estate, perchè è diventata ormai la mia seconda città».
Si sta sentendo con gli ex compagni?
«Più volte al giorno».
Catanzaro – Triestina che ingredienti presenterà?
«Molti, perchè si troveranno di fronte due formazioni che hanno bisogno di far punti. Sarà un battaglia agonistica; ma ricordiamoci che stiamo pur sempre parlando di una partita di calcio».
Che giudizio dà sul nuovo Catanzaro?
«Sono arrivati giocatori forti, dal curriculum importante, come Myrtaj, che spero accompagni le Aquile alla salvezza; ma per rendere al massimo ci vogliono due componenti fondamentali: la condizione fisica e l’ambiente».
I suoi nuovi compagni cosa le chiedono in questi giorni che precedono la partita?
«Mi domandano che tipo d’ambiente troveremo. La risposta è sempre quella: caldo, con i tifosi addosso. E’ chiaro che non troveremo tappeti o majorette. Sanno bene che ci sarà da soffrire». Che differenza ha trovato tra Trieste e Catanzaro?
«Trieste è più grande e per questo non c’è tempo per coltivare le amicizie. I tifosi sono comunque vicini alla squadra. La vera differenza sta nella mentalità: a Catanzaro dopo un giorno di permanenza è come se ci fossi da 20 anni; a Trieste invece si vive con la mentalità nordica, simile a quella torinese».

Vittorio Giummo

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