Sempre più giù. Questa lâamara realtà del Catanzaro che, ormai, non riesce nemmeno a salvare lâonore. Sì, è proprio così. La squadra va avanti come una sorta di âarmata Brancaleoneâ, collezionando brutte figure in serie. Di reagire o, almeno, di rialzare la testa non se ne parla affatto. Eâ questo lâandazzo da un paio di mesi ad oggi, salvo il match con il Genoa. Evidentemente, lâeccezione che conferma la regola. Infatti, sembra quasi che i calciatori siano rassegnati allâineluttabile destino, ovvero prendiamo tre o quattro gol e aspettiamo il fischio finale. Tanto, prima o poi, arriva e allora ce ne andiamo tutti a casa, facendo finta che non sia successo nulla. Lâimpressione che si ricava dagli spalti o davanti al teleschermo è questa e ha il sapore amaro di una prematura resa. Unâeventualità che il popolo giallorosso non può e, soprattutto, non vuole accettare passivamente. E come dargli torto ? Si può criticare il comportamento di chi si mostra insofferente allâinatteso tracollo delle Aquile ? No. Anche se la contestazione riguarda alcuni esponenti di una società che, dopo circa tre lustri di amarezze e umiliazioni, ha avuto il merito di riportare in alto il nome della Catanzaro sportiva, restituendole prestigio e visibilità . Unâimpresa non facile e lodevolissima per cui tutta la città dovrà essergli grata per sempre, ma che non autorizza nessuno a vanificarla in virtù del principio : . Una squadra non appartiene solo ai suoi proprietari, nonostante i quattrini che investono. Eâ un bene dellâintera tifoseria che, impropriamente sotto il profilo giuridico, potremmo definire pubblico. Unâaffermazione che scaturisce dallâimportante funzione sociale del calcio. Quindi, se è vero che i dirigenti hanno tutto il diritto di prendere una decisione, è altrettanto vero che devono accettare obiezioni e malumori, sempre espressi in maniera civile, della piazza. Ci mancherebbe altro, alcuni giudizi possono essere opinabili come un 2 in pagella di un cronista troppo severo ( leggasi il sottoscritto ), ma al pari della volontà di non esonerare un allenatore fallimentare, di mandar via calciatori di spessore, di aver fatto diventare il mercato un⦠âsupermercatoâ, di aver liquidato gente come Gianni Improta, di aver accantonato professionisti quali Sergio Musa e via dicendo. Lâelenco sarebbe troppo lungo. Allora, meglio non irritarsi troppo per qualche appunto, soffermandosi su una frase o un voto e pensare al da farsi. Ahinoi, il tempo stringe e la priorità è uscire da questa preoccupante crisi tecnica. Per chiarire altri aspetti ci sarà modo a bocce ferme, quando tutti vorremmo essere stati smentiti dalle capacità di Parente e soci. Significherebbe che siamo ancora in serie B. Una possibilità che, almeno allo stato attuale, più che una legittima aspirazione è un sogno. Comunque, incrociamo le dita e rinviamo i De profundis. Ancora per un poâ, non ha alcun senso e possono solo nuocere alla causa. Quindi, concentriamoci sullâostica trasferta in terra pugliese, cercando di ottenere la prima vittoria esterna della stagione. Un risultato che potrebbe mutare il corso degli eventi e, sicuramente, farci scrivere qualcosa di diverso fra sette giorni.
Per il resto nel programma della prima giornata di ritorno spiccano i big match Ascoli â Empoli e Verona â Torino. Due confronti di alta classifica, ma che vedono gli uomini di Somma e quelli di Rossi leggermente più indietro di quanto ci si aspettasse. Ovvio, quindi, che non saranno disposti a perdere altro terreno. Albinoleffe â Venezia, Crotone â Perugia e Genoa â Modena saranno autentici testa coda con squadre che saranno separate, rispettivamente, da dodici e venti punti. Stesso discorso, anche se con una forbice inferiore, può esser fatto per Piacenza â Pescara, tra lâaltro anticipo del venerdì, e Treviso â Salernitana. Non sarà così, invece, per Triestina â Cesena, Ternana â Vicenza e, in modo particolare, Catania â Arezzo. In queste quattro partite le distanze tra le contendenti saranno davvero ridotte o praticamente nulle, come nel caso dellâultima. Chiudiamo, infine, con un incontro che ci riguarda da vicino. Ci riferiamo, naturalmente, a Bari â Catanzaro. Entrambe hanno necessità di vincere per la allontanarsi dalla zona minata. Quello delle Aquile, però, è un bisogno disperato.
Danilo Colacino
La presentazione della XXII giornata
Il punto di Danilo Colacino