A distanza di tre giorni dall’amaro pari con la capolista
Genoa, per il Catanzaro è già tempo di un nuovo duro impegno sul campo del
Verona, finalmente tornato nei quartieri alti della classifica dopo una serie
di stagioni opache. Per tutti i catanzaresi il Verona riporta alla mente
l’amaro finale della stagione ’74-75, lo spareggio per la serie A perso a Terni
proprio contro il Verona davanti a 20.000 tifosi giallo-rossi: una delusione
che sarebbe stata superata solo l’anno successivo con il gol di Improta a
Reggio Emilia. La sfida con gli scaligeri manca da oltre 22 anni, dall’ultima
stagione del Catanzaro in serie A prima del ridimensionamento. Proprio gli anni
in cui il Verona (società ultracentenaria) conosceva i fasti delle Coppe
Europee e l’inaspettata gioia di un clamoroso scudetto, vinto nella stagione
’84-85 (dopo aver perso due finali consecutive di Coppa Italia) con Bagnoli in
panchina, grazie alla sopraffina regia di Di Gennaro e all’atletismo dei due
stranieri Briegel ed Elkjaer. La sfortunata stagione con Malesani alla guida –
retrocessione in B dopo aver sognato l’Europa – ha fatto ripiombare il Verona
nella mediocrità , costringendolo allo scomodo e inedito ruolo di seconda
squadra della città .
LA SQUADRA – La rinascita è stata affidata in questa
stagione dal presidente Pastorello alla guida tecnica di Massimo Ficcadenti,
tecnico giovane ed ex giocatore del Verona. Nonostante le continue
contestazioni di una tifoseria esigente, Pastorello ha dettato una strategia
che comincia oggi a dare i suoi frutti: la linea verde sta premiando la societÃ
scaligera, soprattutto grazie all’abile ruolo di motivatore di Ficcadenti. Il
tecnico è riuscito, con un organico sostanzialmente identico a quello della
passata stagione, a iniettare agonismo e motivazioni a una squadra che l’anno
scorso era rimasta per tutto il campionato in un limbo di mediocrità . In porta
confermati il titolare Pegolo e l’australiano Van Strattan. In difesa l’unico
innesto è stato Gervasoni, pescato in C2 dall’Alto Adige, che ha anche segnato
un gol in questo campionato. Il resto della retroguardia è invariato, e i vari
Comazzi, Dossena, Biasi (già due gol) e Cassani (scuola Juve) stanno crescendo
con calma. L’unico ultratrentenne è il francese Angan che però non viene
utilizzato con continuità . Importante potrebbe essere il rientro di Turati. A
centrocampo le tre “chiocce” sono Mazzola, Italiano e Melis. Il primo è una
vecchia conoscenza dei tifosi giallo-rossi, scoperto e lanciato nel grande
calcio proprio dal Catanzaro che lo cedette alla Reggiana insieme a Campo una
decina d’anni fa. Mazzola giocò 62 partite segnando tre gol con la casacca
giallo-rossa, prima di maturare 157 presenze nella massima serie con Reggiana,
Piacenza e Verona. Italiano è stato ripescato da Ficcadenti ed è alla sua nona
stagione in giallo-blu, due in più di Melis (attualmente poco spazio per lui).
Questi tre giocatori guidano uno stuolo di giovani dalle grandi potenzialità :
innanzitutto il ventenne slavo Behrami, di proprietà del Genoa, vera e propria
rivelazione del campionato, e un paio di coetanei, Agnelli e Guarente (in
prestito dall’Atalanta). Un altro prestito importante è quello del perugino
Pagliuca, già lanciato da Cosmi in serie A, ma che non ha ancora impressionato
a Verona. In attacco l’abbondanza è totale, anche perché sono aggregati spesso
alla prima squadra alcuni giovani del vivaio, come Castioni e Foderaro, o
pescati in serie C come Alterio (dal Martina) e Fummo (dal Giugliano). Il peso
dell’attacco è retto dall’albanese Bogdani, ex Reggina arrivato da Salerno, che
ha già realizzato undici gol, scalzando il connazionale Myrtaj, autore negli
ultimi tre anni di 50 reti con le maglie di Teramo, Cesena e Verona. Ad
affiancare Bogdani, il rinato brasiliano Adailton, alla sesta stagione in
giallo-blu (è lo straniero più “fedele” della serie B), più volte sul punto di
lasciare il Veneto ma capace di realizzare in questa stagione già sette gol. A
dividersi il terzo posto in attacco, il cagliaritano Cossu (quattro gol) e il
20enne senegalese Papa Waigo. In definitiva, un organico di qualità non troppo
elevata, ma ricco di talenti in via d’esplosione e plasmato in maniera efficace
da Ficcadenti. La presenza di tre soli ultratrentenni contribuisce alla piena
comprensione del fenomeno Verona.
SUL CAMPO – I giallo-blu, infatti, dopo una
partenza disastrosa (tre sconfitte nelle prime tre partite, ma contro Torino,
Empoli e Venezia) hanno intrapreso una marcia che li ha portati proprio a
ridosso delle “grandi”. Dopo l’avvio stentato il Verona ha perso solo il derby
a Treviso, mentre in casa l’unica sconfitta rimane quella con l’Empoli: poi
cinque vittorie e tre pareggi. Ficcadenti ha iniettato ai suoi giovani una
filosofia vincente, affidandosi a un 4-3-3 zemaniano, quindi molto offensivo.
Non è un caso che l’attacco giallo-blu abbia già segnato 37 gol (tre meno della
corazzata Genoa), ma che la difesa ne abbia incassati 26. In porta Ficcadenti
ha dato fiducia al giovane Pegolo. In difesa i due centrali sono Comazzi e
Biasi, con Cassani e Dossena sulle fasce. A centrocampo il registra arretrato è
Italiano con Behrami e Mazzola ai lati. In attacco il centro-boa è Bogdani,
affiancato a destra da Adailton e a sinistra da Cossu. Il Verona si presenta
alla gara col Catanzaro forte di tre successi consecutivi. La sosta non ha fermato
il momento d’oro dei ragazzi di Ficcadenti. Contro i giallo-rossi rientreranno
al loro posto dopo la squalifica Comazzi e Dossena, anche se Turati – sulla
fascia sinistra – ha esordito bene nella vittoriosa trasferta di Salerno, dopo
il lungo stop. Impossibile il recupero di Cossu, infortunatosi prima delle
vacanze nel derby col Vicenza oltre che alle prese con un attacco febbrile. Al
suo posto Papa Waigo o Iunco. Il resto della formazione dovrebbe ricalcare la
squadra titolare, anche se potrebbe esserci un po’ di turn-over visti gli
impegni ravvicinati.
Probabile formazione (4-3-3): Pegolo; Cassani, Comazzi,
Biasi, Dossena (Turati); Behrami, Italiano, Mazzola; Adailton, Bogdani, Papa Waigo.
I
PRECEDENTI – Una grande classica
quella tra Catanzaro e Verona con 16 precedenti, quattro in serie A e 12 tra i
cadetti. Il bilancio è di sette vittorie giallo-blu, otto pareggi e un solo
successo giallo-rosso, ottenuto nella stagione ’62-63 grazie a un gol di
Zavaglio. Lo stesso Zavaglio aveva firmato nelle due stagioni precedenti due
vittorie di misura degli scaligeri proprio contro il Catanzaro, prima di
vestire la casacca giallo-rossa. Negli stessi anni ’60, anche Osvaldo Bagnoli
vestì e segnò con entrambe le maglie: nel ’59-60 – col Verona – mise lo zampino
in un 2-2 (con Fanello autore di una doppietta); quattro anni dopo siglò il gol
della bandiera del Catanzaro in un netto successo (3-1) veronese. Il primo
precedente risale agli anni ’30 (3-0 giallo-blu), l’ultimo è del 24/10/1982:
ancora un 3-1 con la doppietta di Penzo e i gol di Dirceu e Borrello. Gli altri
tre incontri in serie A si conclusero tutti 0-0, mentre nell’anno dello
spareggio di Terni (1975), il Verona aveva già battuto il Catanzaro, sempre per
1-0, nella penultima giornata della stagione regolare, proprio due settimane
prima che il gol di Mazzanti ricacciasse in gola l’urlo di una cittÃ
trasferitasi al “Liberati”.
I
TIFOSI – La tifoseria del Verona è
storicamente molto calda, sicuramente la migliore nel panorama del nord-est. Il
gruppo storico delle Brigate Giallo-Blu – nato nel 1971 e scioltosi per motivi
ancora non troppo chiari vent’anni dopo – ha fatto scuola nel panorama ultras
nazionale, con uno stile anglo-sassone simile a quello degli Ultras Catanzaro
attuali. Per questo motivo c’è rispetto tra le due tifoserie, nonostante
l’ultimo incrocio risalga ai primi anni ’80 e nonostante la curva Sud veronese
sia storicamente una curva razzista e anti-meridionale. Gli ultras giallo-blu
sono gemellati con i triestini, i doriani e i fiorentini (gli ultimi due legami
li accomunano agli UC) e hanno amicizie con i tifosi della Lazio e del Chelsea.
Molte le rivalità , tra cui spiccano quelle storiche con i napoletani, coi
milanisti, coi romanisti, con gli juventini, con le altre tifoserie venete e
meridionali, con i genoani. Il pubblico è sempre stato vicino alla squadra e ha
vissuto con una certa “superiorità Hellas” l’esplosione e il sorpasso dei
cugini “pandorini” del Chievo. Gli abbonati giallo-blu sono 7.229, mentre
superiore alle 10.600 unità è la media degli spettatori che la domenica
affollano gli spalti dello storico stadio “Bentegodi”, inaugurato 41 anni fa e
ristrutturato per i mondiali del ’90.
Ivan Pugliese