TORINO- Câè voluto il Catanzaro di questi ultimi tempi per far tornare alla vittoria casalinga il Torino. I granata di Ezio Rossi, che prima della sfida contro le Aquile non vincevano al âDelle Alpiâ da due partite, hanno battuto con un secco tre a zero i calabresi, che sono durati solo un tempo. Nella ripresa infatti câè stato lâormai solito crollo verticale delle Aquile, e per il Torino è stato un gioco da ragazzi bucare la difesa giallorossa, sempre più destinata a diventare di giornata in giornata la più perforata della categoria. E per fortuna che Manitta era in giornata di grazia (forse per il portiere giallorosso è stata la migliore prestazione stagionale) altrimenti staremmo a raccontare un passivo ancora più grande ed umiliante per le Aquile. E visto che rischieremmo di diventare ripetitivi nellâelencare le lacune che ancora una volta ha mostrato la squadra di Cagni, soffermiamoci su quella che forse è stata la cosa più bella di questo inizio stagione del Catanzaro, ovvero i suoi tifosi. Infatti, neanche gli oltre mille chilometri di distanza che separano il capoluogo calabrese da quello piemontese, non hanno impedito di sostenere ai magici tifosi la propria squadra. Erano oltre 3000 i cuori provenienti da ogni parte dâItalia che sono venuti allo storico Delle Alpi e che hanno anche meravigliato il telecronista di Sky, incantato dallâamore dei sostenitori verso la squadra calabrese. Ed ora veniamo alla partita. Cagni decide di mandare Corona in tribuna e schiera un prudente 4-4-1-1 per cercare di portare almeno un pareggio dalla tana della quarta forza del campionato. Partono bene le Aquile che costringono il Torino ai lanci lunghi e aggrediscono bene le fasce con i pimpanti (almeno nel primo tempo) Arcadio e Morello.
Al 5â unâ insidiosa punizione dalla destra di Pinga trova in area di rigore Mantovani, che anticipa Manitta uscito a vuoto ma spedisce alto di testa. Allâ8â Quagliarella ci prova da fuori ma questa volta il portiere giallorosso è sicuro. Ma al 21â quasi come un fulmine a ciel sereno arriva il vantaggio granata: Mudingay lascia partite da fuori un tiro rasoterra che trova lâinvolontaria deviazione di Alfieri e spiazza lâincolpevole Manitta. Questa volta si, è stata sfortuna. Ma intanto sorgono i problemi per le Aquile. Già perché cosa possono combinare sui lanci lunghi di Alfieri e Briano, i piccoli Morello e Carbone contro due giganti come Mezzano e Mantovani? La risposta è eloquente: zero sulla casella dei tiri in porta del Catanzaro nella prima frazione, anche se sul piano del gioco le Aquile sembrano meritare il pareggio. La ripresa invece è lâidentica fotocopia di quella di Empoli, nonostante lâingresso in campo di Cammarata. Ed al 50â il Toro ha la possibilità di raddoppiare: fallo in area di Ascoli, giustissimo rigore con Pinga dal dischetto: il brasiliano si fa però ipnotizzare da Manitta che quindi neutralizza il suo tiro. Si alza lâurlo di gioia dei tifosi giallorossi che, purtroppo sarà anche lâunico di questa trasferta piemontese. Poi è un semplice tiro al bersaglio del Torino, con Manitta sempre protagonista che tuttavia è costretto ancora a capitolare al 65â: cross dalla destra di Marazzina con il la palla calciata da Pinga che rimbalza prima su Grava e poi su Quagliarella, fino ad arrivare di nuovo allo stesso Pinga che facilmente la deposita in rete. La reazione del Catanzaro? Elettrocardiogramma piatto e Torino, non ancora sazio, che infierisce sui gialllorossi: al 70â Codrea lascia partire un bolide da fuori area, ma Manitta si supera e devia in corner. Proprio su un corner il portiere giallorosso esce a vuoto con Briano che tocca sulla linea di porta il pallone con le mani: espulsione del âConte di Carmagnolaâ e rigore, realizzato da Marazzina. Catanzaro quindi sempre più in fondo alla classifica e sempre più in crisi di risultati e di gioco, ma soprattutto di mentalità .
Pier Santo Gallo