Sabato, presso l’auditorium del Centro giustizia minorile, Candido Cannavò e Francesco Ceniti hanno presentato i loro libri «Libertà dietro le sbarre» (Rizzoli) e «I cassetti perduti» (Laruffa, 120 pagine, euro 12,00). Riportiamo la recensione che la Gazzetta dello sport, giornale per il quale lavora Ceniti, ha pubblicato.
Cosa sono 15 anni? Uno spicchio di vita che, se va dal 1980 al 1995, da Costaraba (Calabria) a Port Etienne (Mauritania), tra casa e fuga, tra mare e oceano, tra onde e tempeste, tra dromedari e paura, tra deserto e sabbia che ti risucchiano il corpo (e l’ anima), non può limitarsi al semplice fatto temporale. Quei 15 anni, nel romanzo di Ceniti, diventano il rivivere la vita. Quella che potremmo plasmare con le nostre mani e, soprattutto, con i nostri sogni. Un viaggio insolito, dalla Calabria all’ Africa di un villaggio fatato. Per scoprire te stesso, per dimenticare i quattro amici (più uno) e il mondo con cui avevi condiviso tutto. Anche quello che non avevi del tutto apprezzato restando in famiglia.
Un viaggio, ancora di più, alla ricerca dei sogni che hai dimenticato e delle «regole». Quella del mare, dove devi dimostrare di essere pronto anche a morire, anche se sta poi al mare decidere se prendersi l’ anima o lasciarla passare. Quella del Diodeserto: sempre vivo e sempre alla ricerca di spiriti nuovi da inghiottire. Prove dure, affrontate con l’ aiuto di un capitano ubriacone ma dal cuore generoso (se sollecitato con 500 dollari per volta) e di un marinaio-dottore, di nome Kim, che c’ è e non c’ è. Che ti aiuta e poi sparisce. Che diventa te stesso quando nel villaggio del mistero il protagonista del romanzo, Luca, entra in una casetta all’ interno della quale c’ è tutto. Dalla vita alla morte.
E dove tutto è raccolto in sei cassetti dai colori diversi. Bianco per il papà -drago con cui riaprire il dialogo e per un rigore non trasformato in una partita di calcio in modo da sentirti davvero campione. Rosso come la passione per Ivonne. Azzurro per il ricordo di una nonna dolcissima. Verde per un mondo in cui i libri restano sempre un insegnamento. Oro per la sceneggiatura di un film con cui si può, si potrebbe, plasmare il futuro. E nero. Per quello che non si vede ma è dentro di te. Per scoprire che tutto era durato due ore. Il tempo di una pennichella. Altro che quindici anni. Un sogno anche quello. Che ha però lasciato tante cicatrici.
Massimo Ciuchi