Più garanzie per gli ultrà diffidati. Le Sezioni unite penali della Cassazione hanno infatti stabilito che la diffida, il provvedimento del questore che dispone il divieto di accesso allo stadio e obbliga l’ultrà violento a comparire negli uffici di polizia, dovrà essere convalidato dal giudice per le indagini preliminari. In particolare, il gip dovrà accertare le motivazioni del provvedimento e “la reale pericolosità del soggetto”.
Fino ad oggi, invece, l’autorità giudiziaria si limitava ad un semplice controllo formale dei presupposti di legittimità dell’atto, escludendo ogni intervento di merito. Che era nelle sole mani del questore. “E’ stata corretta un’anomalia – dice l’avvocato Lorenzo Contucci, difensore di molti ultras italiani – Non si capiva perché per tutte le misure di prevenzione occorresse il controllo del giudice e per i tifosi no”. Le sezioni unite della Suprema corte hanno espresso questo indirizzo garantista nei confronti degli ultrà nonostante il sostituto procuratore generale della Cassazione, Giuseppe Veneziano, non ritenesse necessario il controllo del Gip sul giudizio di pericolosità dei tifosi diffidati effettuato dal questore.
E proprio le mosse del questore erano al centro delle maggiori critiche dei tifosi. “ll questore – continua Contucci – ha, o meglio aveva, una discrezionalità che a volte sfocia nell’arbitrio. E così ci sono decine di casi di tifosi diffidati e assolti nel processo. Solo che, visti i tempi della giustizia italiana, l’assoluzione arriva a diffida ampiamente scontata”.
Quella della Cassazione è una pronuncia che gli ultras italiani chiedono da tempo. Introdotta nell’89, con un limite massimo di un anno e con un campionato che si giocava solo la domenica alle 15, la diffida è, via via, cresciuta. Sia nel tempo (fino a tre anni), sia con l’introduzione della firma (fino a tre volte durante il periodo della partita). A fronte di un campionato che ha dilatato le partite durante l’arco della settimana. “In pratica le sezioni unite hanno dato concretezza alla sentenza 512 del 2002 della Corte Costituzionale secondo cui l’accertamento della pericolosità deve essere sotanziale. Una sentenza, purtroppo, ampiamente disattesa” spiega ancora Contucci.
Che accadrà adesso? Non è che quella di oggi potrebbe diventare una vittoria per gli ultrà più violenti? “Non è così. Da oggi ci sarà una minore discrezionalità e una maggiore verifica – conlude Contucci – Sperando sempre che il giudice controlli realmente le carte”.
Matteo Tonelli