La domenica mattina Roma tradizionalmente
si sveglia sonnacchiosa, i suoi monumenti splendono in tutta la loro magnificenza
e la rinomata ottobrata caratterizza questo
sorprendente prologo dâestate.
Genitori e nonni riempiono i parchi
cittadini con i propri bimbi, i piccoli si affannano sulle altalene e si
rincorrono sui prati, questa sembra una
domenica come tante altre, quella davanti a noi pare un
altalena come tante altre.
Nella capitale anche il tifoso del Catanzaro non si esime dai suoi doveri paterni, ma anche in
versione Papà il suo chiodo fisso fà capolino come un timido raggio di sole. Il
pensiero per il Magico non lo abbandona nemmeno in questi momenti di relax,
vede il proprio pargolo che gioca sul dondolo e pensa ai boati della Curva.
La sonnacchiosa domenica per lui
si ridesta quando incontra un simpatico nonno dai capelli bianchi, occhiali da
vista ed accento chiaramente viareggino, Il signore in questione è lì indifeso, libero
nei suoi pensieri, spogliato della sua veste di commissario tecnico, croce e
delizia di 56 milioni di italiani.
La persona in questione è
Marcello Lippi, il tecnico della Nazionale Italiana
di Calcio, incrociato casualmente dal nostro Aldo Giancotti
in un noto parco romano.
Lâavvicinamento è rapido, quasi a circondare una difesa a tre, il nostro cerca
di individuare la tattica, soprattutto per evitare il rilancio della difesa
avversaria.
Dai giochi al tavolino il
capovolgimento di fronte è rapido ed improvviso, Aldo non demorde, il cross
arriva da destra lo stop è fulmineo e la rete si spalanca inesorabile, Lippi è battuto.
I due sono seduti al tavolino intenti a sorvegliare i propri bimbi, manca il
classico sigaro, che un questa occasione potrebbe infastidire il nipotino.
Oramai il tecnico è circondato, riconosce allâavversario
la pregevole segnatura. Con la signorilità  e con la disponibilità che lo
contraddistingue si inizia
a parlare di calcio, di Nazionale e di Catanzaro.
La chiacchierata con Marcello Lippi è a ruota libera, non câè uno schema di domande, câè
solo la voglia di leggere qualche suo pensiero, bloccati
solo dagli improvvisi contropiedi del nipotino.
Il ricordo del
Vecchio Comunale pare vivo nei suoi occhi, cerca di focalizzare le
occasioni in cui vi è stato da calciatore, protagonista di battaglie contro i giallorossi.  Il
calcio da allora è molto cambiato tutto è diventato molto più veloce e si
consuma velocemente.
La memoria per
il clima caldo ed appassionato della gente catanzarese è sincero,  un colpo dâocchio che mi ha sempre
impressionato ed al tempo stesso entusiasmato.
Il pensiero poi corre a chi
rappresentava a quellâepoca il calcio catanzarese, a Don
Nicola Ceravolo, a quel grande Signore del calcio, ad
un dirigente di altri tempi, colui che ha saputo
regalare alla Calabria tutta lâOlimpo del calcio, la serie A.
Il discorso torna alle faccende
quotidiane, il tecnico della nazionale guarda la Serie B e di conseguenza tale anche le gesta dei giallorossi,
poi segue un giudizio sincero e spassionato sullâattuale inquilino della panca
catanzarese, un tecnico valido e preparato, ideale per una piazza ambiziosa
come quella calabrese. Credo che questa squadra potrà dare belle soddisfazioni
alla sua tifoseria.
Oramai la confidenza è molta ed i
contropiedi del piccolo vengono felicemente tamponati,
il Popolo delle Aquile sogna la Nazionale maggiore al Ceravolo,
il tecnico sorride ed annuisce, il suo pensiero è chiaro, i campi caldi lo
esaltano ed il meridione ne è pieno.
Ma anche senza
azzurri Marcello Lippi potrebbe sbucare dal Sansinato, il tecnico apprezza lâinvito, ma vorrebbe far
felice tanta gente e sornione promette la sua presenza nella città dei tre
colli in occasione della gara di esordio in serie â¦.A.
I piccoli non stanno più nella
pelle ed il cuore di Aldo sussulta di simpatia, la
chiacchierata finisce con una stretta di mano e con un augurabile arrivederci a
Catanzaro.
Aldo Giancotti
Gennaro Maria Amoruso
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