La notte più lunga della storia giallorossa (14 anni nellâanonimato tra C1 e C2) è passata. La nuova alba per uno strano destino è sorta di sera, ma non è il caso dâessere formali proprio in questo momento. Abbiamo ricominciato a respirare lâaria salubre della serie B, con buona pace di qualche procuratore solerte a senso unico e di una società siciliana che nella sua storia ha conquistato la promozione in cadetteria solo a tavolino. La battaglia legale ha per ora zavorrato la classifica del Catanzaro con numeri negativi nonostante la bella vittoria sul Bari. Pensiamo (speriamo) che negli altri gradi di giudizio del processo sulle scommesse, questa palese ingiustizia sia in qualche modo attenuata. Anche perché quello che è accaduto davanti alla Disciplinare di Firenze ci ha lasciato interdetti. Eâ il caso di fare un poâ di chiarezza sulla vicenda anche perché sono state dette e scritte molte cose sbagliate a proposito.
La società giallorossa è salita sul banco degli imputati per la famigerata responsabilità oggettiva (illecito, tentato o riuscito non fa differenza, da parte di un suo tesserato). Per questo reato la giustizia sportiva prevede una pena che va da un minimo di tre punti a un massimo di sei. Il codice, inoltre, ricorda che la penalizzazione si applica nella stagione cui su riferisce lâillecito, ma a una condizione precisa: che sia afflitiva. Cosa vuol dire? In sostanza i punti sottratti alla classifica devono recare un danno effettivo alla squadra, in caso contrario la sanzione slitta al campionato successivo. Facciamo qualche esempio: per il Siena (stesso reato contestato al Catanzaro) il signor Frascione chiese un bel â6 (il massimo della pena). Punti afflitivi: sarebbero costati ai toscani la retrocessione. Nel caso della Sampdoria (anche qui stesso reato del Catanzaro, vale a dire responsabilità oggettiva), invece, i – sei punti richiesti da Frascione slittavano al campionato successivo in quanto non avrebbero recato nessun danno ai doriani. Discorso analogo per il Modena: una volta stralciata la posizione relativa allâaccusa più grave (alla società era stata contestata la responsabilità diretta per un presunto coinvolgimento del suo presidente) in quanto le indagini per la partita con il Chievo potrebbero coinvolgere unâaltra società (la Reggina), gli emiliani sono stati giudicati solo per la responsabilità oggettiva (dovuta a Marasco). Anche qui il buon Frascione si è dimostrato severo, richiedendo il massimo della pena da applicare nel campionato successivo per via della retrocessione sul campo dei canarini. Insomma, il procuratore non è stato tenero con nessuno, ma a Milano si è sempre attenuto alle regole della giustizia sportiva.
Nel processo di Firenze, invece, è accaduto qualcosa che non abbiamo capito. I fatti sono noti: per il Catanzaro la sanzione richiesta da Frascione è stata la ârevoca della promozione conquistata sul campoâ. Ma se il codice di giustizia sportiva parla in modo chiaro di penalizzazione che va da 3 a 6 punti, come è stato possibile andare oltre? A questa domanda vorremmo che qualcuno rispondesse in modo chiaro perché noi non riusciamo a trovare una risposta plausibile. Forse il procuratore si era reso conto che la pena massima prevista (-6) non era applicabile allo scorso campionato per via dei play off (che il Catanzaro aveva tutto il diritto di giocare e che non era più possibile riproporre) e dunque i terzi interessati sarebbero rimasti con un pugno di mosche? Domande che molto probabilmente lâavvocato dellâUs Catanzaro (Gianfranco Pittelli) saprà riproporre con maggiore incisività davanti alla Caf. Per ora a noi non resta che far notare questa strana incongruenza. Qualcuno in quei giorni si era anche spinto a conclusioni che noi giudichiamo affrettate e senza nessuna prova al seguito. Le riportiamo a moâ di boutade anche perché appartengono a Luciano Gaucci: per lâex presidente del Perugia câera un accordo segreto tra i vari poteri forti in modo da ripescare il Napoli di De Laurentis in serie B. Per questo progetto serviva liberare un posto tra i cadetti e la richiesta di Frascione (che per un caso della vita è proprio napoletano) cadeva a puntino. Ripetiamo, sono solo illazioni tanto più che la sentenza della Disciplinare (che ha applicato il regolamento dando ragione alla Procura sulla tesi accusatoria, ma infliggendo una pena prevista) ha spazzato via qualsiasi congettura.
Fatta luce (per così dire) sul passato, guardiamo al futuro. Che cosa ci possiamo aspettare dalla Caf. I giudici si riuniranno a Roma nella prossima settimana (forse il 24). Lâaccusa punta a far mantenere la penalizzazione inflitta (è, infatti, congrua rispetto al capo dâaccusa), mentre la difesa cercherà di smontare questa tesi che si basa soprattutto su in incontro tra Pasquale Logiudice e Gianni Califano giudicato “verosimile” dai giudici. La speranza di tutti è che Pittelli abbia un asso da calare visto che tocca a lui dimostrare lâinnocenza della società al contrario di quanto avviene in un processo ordinario (dove lâonere della prova è a carico dellâaccusa). Tanto per intenderci: per convincere i giudici che lâincontro con Califano non câè stato bisognerebbe dimostrare che Logiudice nel giorno âincriminatoâ si trovava con altre persone (o un escamotage simile). Altrimenti, temiamo, la Caf si comporterà come ha già fatto con il Modena (dove le prove, detto per inciso, sono più corpose per via delle ammissioni fatte da Marasco in sede processuale): porterà la penalizzazione a â4. E la scelta non è casuale: i giudici, infatti, mettono in conto che la società ricorri allâArbitrato del Coni e vogliono lasciare un margine di mediazione ai loro colleghi togati. Con una penalizzazione di â4, infatti, resta in piedi una terza via tra respingere il ricorso e accoglierlo in toto: portare la sanzione al minimo previsto, cioè a â3 (e dando così sempre ragione alla Procura). Noi riteniamo che questa sia la soluzione più probabile. Certo, saremmo molto felici dâessere smentiti dalla Caf (ma spesso la giustizia non coincide con la legge).
Nellâattesa Corona e compagni possono già da sabato riportare il Catanzaro fuori dal tunnel. Anche perché dopo 14 anni di buio non ci faremo intimorire certo da una penalizzazione.
Il Catanzaro e la B penalizzata. Ovvero: un giorno in procura…
Lâeditoriale di Francesco Ceniti