Rassegna stampa

Rassegna stampa di martedi 19 novembre

L’importante era vincere.
Ambrosino fermo per almeno 20 giorni.

Gazzetta dello Sport

CATANZARO – Sarà la prossima gara con
l’Igea a confermare se la vittoria di domenica sarà stata l’auspicata svolta.
Da tempo il Catanzaro stava attendendo quel colpo di fortuna da capitalizzare
per rilanciarsi agli occhi dei tifosi e del campionato. Se non ci fosse stata,
questa volta, l’assistenza di una stella finalmente amica, si sarebbe dovuto
attendere ancora un’altra settimana. “E’ così –ammette con consueta onestà
il tecnico Franco Dellisanti- anche se le nostre occasioni le abbiamo pur
sempre avute.” Poi, quasi a prendere le distanze da una prestazione che non
rispecchia il suo modo d’intendere il calcio, l’allenatore così prosegue:
“Vi pare che posso essere contento di come la squadra abbia giocato? Secondo
voi, è stato rispecchiato il mio modo d’intendere il calcio? Però, capisco
che le tensioni erano tali che non hanno consentito alla squadra di applicare
gli schemi. Si è così fatto continuamente ricorso a lanci lunghi, mentre noi
giochiamo con palla a terra, transitando dal centrocampo invece di saltarlo.”
Nessuno gli può dar torto quando il tecnico ricorda che: “un po’ di fortuna
la merita anche il Catanzaro. Altre volte abbiamo giocato bene, come nel primo
tempo di Latina, senza rimediare nulla di buono. Non può andare sempre male.”
Sulla possibile costruzione di un’onda lunga, dice: “Tra infortunati ed originarie
carenze d’organico, abbiamo oggettive difficoltà. Ma cosa dobbiamo fare? Facciamo
finta di niente ed abbiamo avanti, cercando d’imboccare una necessaria continuità
di risultati. Dobbiamo a tutti i costi riuscirci per arrivare al mercato ancora
in corsa. Gli ostacoli si superano solamente se, insieme all’umiltà, l’organico
dispone anche di una buona qualità di giocatori.” A proposito d’infortuni,
alla nota indisponibilità di Ferrigno, s’aggiungono quelle sopraggiunte di
Ambrosino (resterà fermo per almeno 20 giorni) e Bertuccelli, ricordando le
precarie condizioni di De Sanzo e Moscelli. L’opinione di questi ultimi due,
rispecchia complessivamente quella di Dellisanti e, in particolare, Moscelli
ha detto: “Non importa che non abbia fatto gol. Presto accadrà nuovamente.
L’importante era vincere, La squadra, chiaramente, è in grado di dare molto
più di quel che ha fatto vedere.”

Salvatore Blasco


Gazzetta del Sud

Dellisanti: i ragazzi si sono battuti sino all’ultimo

CATANZARO – Vittoria veramente scacciacrisi
domenica per il Catanzaro. Per rendersene conto basta immaginare le conseguenze
che avrebbe provocato anche un nuovo pareggio, visto che già nel corso della
partita si faceva qualche ipotesi di probabili decisioni della società; ipotesi
tutt’altro che campate in aria. Ovviamente il ritorno alla vittoria, dopo
ben nove giornate, ha spazzato il campo anche delle congetture. Ovviamente
è meglio così, anche perché in tutto l’ambiente da domenica sera si respira
aria diversa rispetto quella delle settimane scorse, quando l’appuntamento
con il successo non veniva rispettato da un Catanzaro sempre meno se stesso,
pur con le lacune d’assetto con le quali domenicalmente deve fare i conti.
La squadra era sempre meno se stessa perché condizionata da uno stato psicologico
sempre più precario. La dimostrazione più lampante è arrivata domenica quando,
pur alle prese con un avversario modesto, come la Fidelis Andria, ha balbettato
calcio, perdendo anche quella qual certa identità tecnica e tattica che, bene
o male, Alfieri e compagni avevano dimostrato nelle precedenti partite. Certo
il Catanzaro domenica ha marcato una superiorità territoriale, che però è
stata prevalentemente favorita dalla pochezza dell’avversario e sorretta dalla
forza di volontà del collettivo. Il che è avvalorato dall’onesto giudizio
di Franco Dellisanti che ieri si è concesso un lunedì in famiglia (a Taranto)
meno tribolato dei precedenti inizi di settimana. «Sono cosciente – ha detto
– che la squadra non si è espressa secondo i soliti canoni direi di base.
Ecco quei lanci lunghi che saltavano il centrocampo, senza costrutto; quei
lanci, ovviamente, che non sono previsti nei nostri schemi. Noi, invece, tendiamo
abitualmente a giocare la palla, cercando di costruire manovre di una certa
efficacia, che tendono a finalizzare le stesse manovre secondo le regole fondamentali
del calcio. Ed è quello che, mi pare, abbiamo fatto nelle precedenti partite,
sia pure alternativamente. È capitato anche nella precedente partita casalinga
contro il Latina, sia pure limitatamente nel primo tempo, quando abbiamo costruito
tre-quattro azioni che meritavano ben altra sorte. Purtroppo ben si sa che
lì davanti siamo poco concreti e poco lucidi». «Il tutto – ha aggiunto il
tecnico giallorosso – condizionato da uno stato psicologico malfermo, ovviamente
per effetto dei risultati stentati. Ecco perché di fronte alla vittoria ottenuta,
come è stata ottenuta, vale a dire nelle ultime battute di una partita per
la squadra difficilissima, posso anche dire che “a caval donato”,
con quel che segue, anche se la vittoria non è caduta come manna dal cielo.
Merito, semmai, dei ragazzi che la hanno rincorsa sino all’ultimo». «E allora
– ha ancora detto un rinfrancato Dellisanti – in una situazione come la nostra
non è il caso di andare per il sottile; è opportuno, invece, guardare avanti,
magari sperando che gli effetti benefici della vittoria siano sostanziosi,
come dovrebbero essere e visto che la squadra ne dovrebbe guadagnare in tranquillità».
E a proposito di effetti, quelli pratici sono onerosi pensando al gruppo di
giocatori domenica indisponibili. Oggi, infatti, marcheranno visita Ambrosino
(distorsione alla caviglia), De Sanzo (risentimento inguinale), Bertuccelli
(distorsione al ginocchio), Ingenito (grosso ematoma al fondoschiena). Sono
i quattro giallorossi che hanno dovuto lasciare domenica il campo anzitempo.
Come se non bastasse ecco Ascoli (domenica il più continuo tra i compagni
di squadra) in odore di squalifica con il cartellino giallo presentatogli
domenica dal solito arbitro di turno che in materia ha usato due pesi. Ma
è augurabile che la mutata condizione psicologica aiuti i sostituti a non
far rimpiangere gli assenti.

Vito Macrìna

IL PUNTO SUL CAMPIONATO – Stavolta non ci sono stati scossoni in vetta e la Nocerina
conferma il primato superando 2-0 il Frosinone. Non molla l’Acireale che grazie
al colpaccio esterno a Santa Maria Capua Vetere contro il Gladiator si mantiene
a due punti dalla vetta. A firmare il successo della solida squadra di Chiancone
è stato il messinese Mortelliti. Il big match Brindisi-Foggia, che è anche
un sentito derby, si è invece risolto a favore dei rossoneri di Marino che
pure erano andati sotto di un gol. Purtroppo la partita è stata macchiata
da incidenti e cariche della polizia che hanno causato sette feriti lievi.
L’ennesima sconfitta interna del Ragusa ha fatto andare su tutte le furie
i tifosi locali. Cinque le battute d’arresto interne anche se alternate da
continue vittorie esterne. I tifosi hanno contestato soprattutto il tecnico
Loreno Cassia, che ha già vinto il campionato di serie D con il Ragusa, arrivando
perfino a tirare, al suo arrivo, una pietra contro un vetro della sala stampa.
Il Gela di Pietro Ruisi si è aggiudicato il derby siciliano con l’Igea Virtus,
grazie soprattutto alla doppietta di Emilio Docente.


 Il Domani

DAY AFTER / Il tecnico giallorosso Dellisanti commenta il sofferto
successo contro l’Andria
«L’importante era vincere»
«Abbiamo giocato peggio rispetto ad altre volte ma va bene così»

CATANZARO – Una vittoria sofferta,
arrivata dopo più di due mesi di di­giuno. Il Catanzaro brinda, final­mente,
ai tre punti, allontanando, co­sì, lo spauracchio di una crisi che sembrava
segnare sempre di più il percorso del campionato. Il successo sulla modesta
formazione pugliese, anche se ottenuto attraverso unapro­va non brillante,
può ora rappresen­tare un’efficace base, per rilanciare ambizioni e progetti
rimasti soffoca­ti dalla lunga astinenza alla vittoria.
Del resto, il calcio vive di episodi
e, a volte, non bisogna badare a fronzoli ed alchimie, per ottenere un risultato
positivo, soprattutto in C/2, categoria poco adatta a passerelle stilistiche.
La rete arrivata al 93′ non andrebbe, poi,soppesata
più
di tanto: la zona ce­sarini ha spesso regalato ai
tifosi gial­lorossi più amarezze che gioie. La prodezza di Alfieri nei minuti
di re­cupero, incastonata nella cornice surreale creata dalla
foschia ha, dun­que, fatto tornare il sorriso a Franco Dellisan
ti, il quale a causa della squalifica è stato costretto a vivere le
emo­zioni del match dal sottopassaggio degli spogliatoi. «Abbiamo giocato
meno bene rispetto alle altre volte – ha esordito il tecnico giallorosso –
ma va bene così. La rete nel finale?
Con la for­tuna
siamo ancora in debito e poi la vittoria è stata meritata». Il Catanzaro è
apparso volenteroso, ma poco lucido nella costruzione del gioco, tanto da
finalizzare poco ver­so la porta avversaria… «E vero, però voglio sottolineare
che non èmai facile giocare con una posizione di classifica non entusiasman­te,
come la nostra. I ragazzi sono scesi in campo determinati, ma anche tesi,
condizionati mentalmente. Quando c’è poca serenità la palla tra i piedi scotta.
Non era la partita adatta per giocare il nostro solito calcio, fatto di fraseggi
e verticalizzazioni. Comun­que l’importante è essere riusciti ad ot­tenere
questa benedetta vittoria. Ora c’è bisogno di ricompattare l’ambiente in tutte
le sue componenti». Al gol di Alfieri, il “Ceravolo”
è esplo­so come una polveriera, ridestando tra i pochi tifosi vecchi entusiasmi… «Un fatto, questo, che mi ha colpito
in modo particolare. Questa squadra ha bisogno di serenità e di ritrovare
il suo pubblico, che dovremo riconquistare in tutta fretta. Il successo sull’Andria
deve avere un seguito: dobbiamo cer­care di inanellare una serie di risultati
utili».
La zona playoff è, ora, più vicina: ap­pena cinque punti… «Dobbiamo chiudere il girone di ritorno a 24/25 punti, per poi disputare il ritorno alla grande. Il tetto playoff do­vrebbe essere fissato sui 54 punti. Ab­biamo i mezzi
per raggiungere questo traguardo, però, ripeto, dora in avanti dobbiamo cercare
di stare tutti più tranquilli, perché con un ambiente più calmo e meno incline
a facili ne­vrosi possiamo davvero realizzare grandi cose. In questo campionato
non ci sono super squadre e, per que­sto, i giochi sono ancora aperti».

Vittorio Giummo

LA GIORNATA / I satanelli si aggiudicano d’autorità
il derby di Puglia con il Brindisi
Foggia, momento d’oro
La Nocerina
non perde colpi; il Ragusa ancora battuto in casa

Tre conferme, una delusione e una speranza.
Ecco cosa ha sentenziato la dodicesima giornata d’andata.
Parlando di conferme non si può che dare la precedenza al Foggia che è andato
a vincere in casa della “corazzata” Brindisi. Il derby pugliese
ha così fornito l’ennesima riprova sulla bontà del lavoro svolto, finora,
da mister Marino (per intenderci, quello delle due promozioni consecutive
alla guida del Paternò). Grande organizzazione di
gioco, una buona intelaiatura (anche se non la migliore) in fatto di uomini
e tanto carattere da vendere. Questo è il Foggia attuale. I satanelli,
dopo essere andati in svantaggio (rete di Puccinelli),
hanno avuto la forza, prima di pareggiare con De Zerbi,
e poi di chiudere il match con Del Core. Insomma, chapot dinanzi al gran momento del Foggia.  
In tema di conferme
come non menzionare la capolista Nocerina che ha
superato a pieni voti l’esame Frosinone
. I Molossi continuano a dimostrare
di non soffrire affatto di vertigini, con un Massimo Campo (autore del primo
dei due gol rifilati dai campani ai ciociari) che
si sta rivelando come l’autentico uomo in più in un collettivo che ha trovato
i giusti equilibri.
Ultima conferma dalla Sicilia: il Ragusa soffre di un male oscuro che non gli permette di
far punti in casa! Contro il Latina, per la truppa di mister Cassia  è giunta
la quinta sconfitta interna consecutiva. Per i laziali a
rete Zangla e il “solito” Simonetti
.
Incredibile la metamorfosi che Bonarrigo e compagni
accusano, passando dalla partite in trasferta a quelle
casalinghe. Urgono rimedi, magari con l’intervento di qualche
stregone per cacciar via quella che, ormai, si pensa
essere la maledizione
del rettangolo di gioco degli iblei.  
La delusione non può che provenire
da Brindisi. Anche se il campionato è ancora molto
lungo e le distanze dalla vetta sono solo quattro, il complesso di Boccolini non appare proprio quell’armata
invincibile costruita in estate.
Ma la dodicesima giornata ha anche regalato
una speranza. L’ha regalato ai tifosi giallorossi: il Catanzaro
c’è, è vivo e può tornar a dire la sua in campionato. I tre punti conquistati
con la Fidelis Andria
potrebbero avere un effetto taumaturgico per Gentili e compagni perché conquistati
proprio quando nessuno ci credeva più. La vittoria
è giunta in pieno recupero e non al culmine di una grande
prestazione. In passato le Aquile di Dellisanti hanno seminato tanto, ma raccolto
poco. Che non stia, finalmente, cambiando il vento?
Domenica da Barcellona Pozzo di Gotto la tifoseria attende la classica conferma.
Continua in zona
play off lo splendido momento di Gela
e Latina. Vedere queste due squadre, a braccetto,
occupare il quinto posto fa un certo effetto
. Tuttavia, i risultati
non giungono mai per caso e se le due compagini sono così in alto un motivo
ci sarà pure. I siciliani si sono, finanche, tolti la soddisfazione di battere
tra le mura amiche i cugini dell’Igea Virtus. Un
super Docente (autore di una doppietta) e una rete messa a segno dall’ex catanzarese
Gianluca Procopio hanno fatto la differenza
contro l’undici giallorosso di Saro Foti, prossimo
avversario del Catanzaro.
In fondo alla classifica
sempre più grave la crisi di Puteolana e Tivoli,
entrambe sconfitte
. La squadra flegrea nulla ha potuto
nel derby contro la Palmese che, senza grosse difficoltà,
ha incamerato i tre punti con le reti di Lo Pinto
e Landini. I laziali, nonostante il cambio di
allenatore (Crialesi al posto di Sanderra),
hanno ceduto l’intera posta in palio al Giugliano, che ha capitalizzato al
massimo il gol di Muratore, giunto dopo appena cinque minuti di gioco. Ultima
considerazione prima di chiudere: la violenza che ha caratterizzato la giornata
di A e B non è mancata neanche nel girone C di C2.
A causa dei tafferugli avvenuti prima e durante il match Foggia-Brindisi,
sette tifosi sono finiti in ospedale.      
Vittorio Ranieri

L’infermeria si riempie
Infortunati Ambrosino, Bertuccelli, Ingenito
e De Sanzo

CATANZARO – Distorsione alla caviglia
destra per Ambrosino; distorsio­ne al ginocchio sinistro per Bertuc­celli
(sarà operato oggi in artroscopia, per
l’eliminazione
del menisco); infortunio alla bassa schiena per Ingenito, risentimento agli
adduttori per De Sanzo: dalla sfida contro l’Andria il Catanzaro è uscito
con i cerotti. Le condizioni di Ambrosino e Bertuccelli sono quelle che destano
maggiori preoccupazioni, anche se sembrano essere state escluse conseguenze
gravi. Ambrosino, costretto a camminare con le stampelle, ha già iniziato
la terapia. Giovedì sarà sottoposto a nuo­vi accertamenti medici. Secondo
le prime valutazioni, l’ex tornante del Giulianuova potrebbe essere nuova­mente
disponibile tra tre settimane.
Stessi tempi di recupero si preannun­ciano anche
per Bertuccelli, pure se
in questo caso bisognerà aspettare
l’esito dell’operazione, a cui l’attaccante sarà sottoposto nel primo pomeriggio
di oggi. Da valutare, invece, l’infortu­nio accorso ad Ingenito, che lamenta
dolori al
la bassa
schiena. Oggi, alla ri
presa degli allenamenti, se ne dovrebbe sapere di più. Nulla di particolare,
invece, per De Sanzo, la cui entità del­l’infortunio non è allarmante. Contro
l‘Igea Virtus, quindi, si preannuncia un Catanzaro molto rabberciato, che dovrà
fare a meno anche di Ferrigno (la prossima settimana incomincerà a correre)
e di Ascoli, che sarà squalificato per una giornata.
 V. Giu.

Il tecnico dei pugliesi, Papagni, comunque soddisfatto dalgioco espresso
dalla sua squadra
«Un finale con l’amaro in bocca»
CATANZARO – «Al di là del fatto che
abbiamo reclamato per un rigore non concesso, credo che
vada analizzata la gara dal punto di vista del gioco ed il
bilancio è positivo. Non abbiamo mai rinunciato a controbattere le azioni
del Catanzaro e in maniera particola­re nella secondaparte della gara quan­do
abbiamo avuto ottime opportunità per andare in vantaggio. Credo che nel secondo
tempo avremmo meritato qualcosa in più, poi questo finale par­ticolare ci
lascia l’amaro in bocca a li­velli veramente stratosferici». È que­sta l’analisi
della gara di domenica analizzata dal tecnico della Fidelis Andia, Papagni.
«Non voglio entrare in merito all’arbitraggio – risponde al­la polemica sui
direttori di gara scop­piata anche a livello nazionale – per­ché credo che
abbiamo avuto
le nostre buone opportunità e sia per
bravura degli avversari, sia per colpa nostra. Io vado a valutare la prestazione
che mi incoraggia. Nelle ultime tre partite
ab­biamo subito tre sconfitte ma vi assi­curo che nelle ultime tre gare forse abbiamo giocato meglio le prime due par­tite in cui sono arrivato io e
abbiamo vinto. Questo mi incoraggia emi fa ben sperare nel futuro. Sappiamo
che è dif­ficile, che non ci può giurare sempre male così come è avvenuto
in questa gara soprattutto nel

finale per cui si ri­comincia. Il calcio è fatto di lavoro,
di episodi, martedì riprenderemo a lavo­rare impegnandoci sempre di più».
A
Papagni chiediamo infine un giudizio sul Catanzaro. «È un complesso
sicu­ramente
di livello
superiore sulla car
ta, allenato da un tecnico che stimo tantissimo anche perché siamo corre­gionali.
È uno dei tecnici più prepara­ti, al di là di quello chepuò essere il mo­mento
particolare. Mi sono meravi­gliato in fondo perché, compiendo un mese sulla
panchina dell’Andria, pen­savo che avrei incontrato il Catanzaro in una situazione
di classifica diversa e non ad un punto di distacco. Riman­gono comunque fermi
i miei pensieri su questa squadra che forse è stata bloccata, così com’è successo
oggi, da una situazione psicologica inspiega­bile sotto certi aspetti. Il
mio
giudizio è rinviato perché in questa
occasione ha mostrato di vivere male quel momen­to di grande disagio psicologico».
Giuseppe Mercurio

Un concreto De Sanzo
commenta la prestazione delle aquile

Non siamo mica il Real
Madrid»

CATANZARO – «Ho avuto un risen­timento
agli adduttori che mi porta­vo dietro da tutta la settimana. Ho fatto un movimento
non tanto feli­ce e ho avuto questo problema che mi ha costretto ad uscire.
Spero che non sia niente di grave». Fabio De Sanzo spiega il problema che
lo ha costretto a lasciare il terreno di gio­co al 58′ della partita, sostituito
da Machado. Sull’analisi di come ha giocato il Catanzaro, De Sanzo è perentorio:
«Non ce ne fregava niente di fare bel gioco, di fare so­vrapposizioni, piroette
e cose inuti­li. Volevamo vincere questa partita a tutti i costi e ci siamo
riusciti. Era importante vincerla anche perché noi non siamo il Real Madrid
che giochiamo di fino o come altre
squadre
di questo tipo. Era im
por­tante uscire dalla zona bassa della
classifica e ci siamo riusciti. Ades­so dobbiamo affrontare una partita alla
volta e per il momento ci godia­mo questa. Sapevamo che non avremmo potuto
giocare bene que­sta partita ma l’importante è la vit­toria. Loro poi non
hanno neanche tirato un calcio d’angolo quindi non mi pare che abbiamo fatto
una così brutta partita. Nel primo tempo abbiamo giocato abbastanza bene.
E pure vero che non abbiamo centrato lo specchio della porta molte volte,
ma se ogni volta che giochiamo co­sì

portiamo a casa i tre punti, non mi pare che sia
un cattivo risultato».
g. m.

Fabio
Moscelli fiducioso sul futuro del campionato: « Una vittoria che può significare
una svolta»
«Per noi tre
punti fondamentali»
CATANZARO – «In
questo momento di difficoltà i tre punti sono essenzia­li. O con il bel gioco
o con un gioco molto brutto non ha importanza. La cosa che conta è uscirne
e poi man ma­no la squadra assumerà più fiducia, tranquillità, personalità,
riuscirà a ri­schiare di più» . E questo il commen­to di Fabio Moscelli, analizzando
la gara con la Fidelis Andria. «La vitto­ria è molto importante a livello
men­tale e a qualsiasi categoria. Se una squadra vince pur non giocando bene,
mentalmente è troppo forte. Un esem­pio è l’Inter. Gioca male da un anno ma
è sempre tra le prime in classifica. Tornando a noi, con il Latina abbia­mo
giocato bene, meritavamo la vitto­ria e invece non ci siamo riusciti. Io preferisco
attualmente, visto il mo­mento di difficoltà in cui ci troviamo, giocar male
ma vincere e non giocare bene e non ottenere i tre punti. Questo è sicuro.
Con un po’ di tranquillità e si­curezza ognuno di noi potrà dare qual­cosa
in più, perché inconsciamente un giocatore in una situazione come questa si
porta sempre qualche stra­scico addosso. Ora ci siamo tolti vera­mente un
gran peso con questo gol. Ora godiamoci questa vittoria, sapen­do di non aver
giocatobene. Per noi, per il gruppo e la società erano molto im­portanti i
tre punti per imprimere una svolta alla situazione che si è creata». Moscelli
chiarisce anche il suo pen­siero sulla prestazione del Catanza­ro: «Sia chiaro
che io sostengo che in questa gara abbiamo giocato male perché ritengo che
questa squadra può fare molto ma molto meglio.Abbiamo giocato male per i nostri
difetti». A Mo­scelli si pone anche il quesito se i pro­blemi siano più fisici
o psicologici: «Non credo che il Catanzaro abbia un problema fisico perché
lasquadra, no­nostante sia stata in alcuni casi di­sordinata, ha attaccato
fino alla fine della gara. Ci abbiamo creduto, anche se non abbiamo fatto
una grande par­tita. Il problema potrebbe essere men­tale in modo inconscio
però tutti i risultati negativi che abbiamo avuto al­la fine pesano. È ovvio
che un pizzico di paura e di timore ce l’hai, però pen­so che questo gol possa
essere il punto da cui ripartire con una mentalità di­versa. Io spero e sono
convinto che questa vittoria creerà entusiasmo per­ché già negli spogliatoi
si respira que­st’aria». Gli facciamo anche notare come non gli sia riuscita
l’impresa dell’anno scorso di zittire i tifosi del­l’Andria, sua ex squadra,
con un gol: «L’anno scorso ho fatto gol però è ser­vito solo a portare un
punto. Sono più contento oggi che siamo riusciti a por­tare a casa i tre punti.
Nonostante non abbiamo fatto una grande partita,que­sto gol può significare
tanto perché può essere la svolta del campionato del Catanzaro. Speriamo che
sia co­sì». A Moscelli si fa anche rimarcare che i tifosi dell’Andria lo hanno
pun­zecchiato per tutta la gara: «Sono i miei tifosi personali e vengono in
tra­sferta a mie spese. Gli pago il pullman e, all’autogrill, il panino e
la birra».
 g.m.

CHI SALE E CHI SCENDE di Vittorio Ranieri

(++) Mario Alfieri
Domenica, come non mai, salvatore della
patria per via di quella splendida punizione scaccia-crisi. Quando nessuno,
ormai, ci credeva più, in pieno recupero il regista giallorosso ha pescato
il jolly regalando alla sua squadra tre punti importantissimi.
La migliore risposta alle critiche ricevute. Più che mai in risalita le sue quotazioni.

(++) Corazzini
Dopo un inizio di campionato contraddistinto
da luci e ombre, l’ex terzino sinistro del Campobasso sta tornando su alti
livelli. Alla bella prova di Giugliano, si è aggiunta quella con la Fidelis Andria
.
Senza dubbio, domenica è stato il migliore del pacchetto arretrato.
Proprio alla vigilia del delicato match, ha giurato fedeltà alla causa giallorosa
dichiarando: <Vado via solo per la Juventus!>.
Cosa chiedergli di più?

(==) Il morale
Nel dopo partita, vedere in sala stampa l’espressione finalmente sorridente di Fabio Moscelli era già tutto un programma! I tre punti acciuffati
in pieno recupero sono stati un autentico toccasana per il morale della compagine
giallorosa che, naturalmente, dopo due mesi senza vittorie non poteva essere
alle stelle! Insomma, una grande iniezione di fiducia. “Passata a nuttata“,
Gentili e compagni possono iniziare a guardare al futuro con rinnovato ottimismo.

(–) La dea bendata
D’accordo che il gol vittoria è arrivato in pieno recupero, d’accordo che il Catanzaro non
ha giocato benissimo, però quattro elementi messi ko
(in ordine di tempo: Ambrosino, Ingenito, de Sanzo
e Bertuelli) da altrettanti infortuni di gioco sono sinonimo di “sfiga”.
Fortuna che, almeno alla fine, la dea bendata si è ricordata un po’ del
Catanzaro

() Brindisi
Dopo i proclami estivi
la
“corazzata” pugliese sta accusando alcune difficoltà.
Alla luce della faraonica campagna acquisti estiva, nella
città pugliese immaginavano
già di ammazzare il campionato a novembre.
Ennesima riprova che non bastano solo i grossi nomi per vincere.
Il Foggia di Marino, domenica, ha impartito una bella lezione a Corona e compagni.

Autore

God

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