CATANZARO  E alla fine tutti dissero: «Io ci ho creduto fin dall’inizio». Dopo un campionato giocato al cardiopalma, dopo cinquanta secondi di paura vissuti subito dopo il gol del vantaggio del Chieti, dopo trentaquattro partite, un ripescaggio e tutto quanto può contribuire a mantenere alta la tensione, tutti dissero: «Io ci ho sempre creduto». Ma a questo punto poco importa se è vero che tutti ci hanno creduto, poco importa se in qualche circostanza anche la panchina di mister Braglia è stata messa in discussione dai soliti noti che senza aver conseguito nessun tesserino, farebbero concorrenza ai migliori allenatori di serie A; poco importa tutto ciò che è stato, perché ciò che conta ora davvero è aver sfondato il tetto della serie cadetta, essere entrati in serie B dalla porta principale.
La partita giocata allo stadio Del Duca di Ascoli, ha per certi versi avuto dell’inverosimile. La pioggia, l’assenza del pubblico teatino, la tensione, il gol del vantaggio del Chieti, la tentata invasione di campo a metà del secondo tempo: tutto è stato vissuto in totale apnea dai diecimila al seguito delle Aquile, ma anche da Claudio Parente, presidente dell’Us Catanzaro, sceso a bordo campo per placare i tifosi, da Massimo Poggi suo vice, che da un megafono invitava i supporters a tornare sugli spalti.
Chi ha mantenuto la calma in una situazione e in un momento tanto difficili è stato l’arbitro, il signor Banti di Livorno, il cui triplice fischio ha staccato il biglietto di ingresso per la B alle Aquile.
E ieri, a ventiquattro ore dalla promozione, proprio Massimo Poggi, vice presidente dell’Us Catanzaro 1929 dice «Sembra retorico dirlo, ma siamo felicissimi. Ci credevamo a luglio nel ripescaggio, quando ci siamo resi conto che la situazione di alcune squadre non avrebbe consentito loro di iscriversi al campionato. E abbiamo creduto nella B, quando ci siamo resi conto che eravamo competitivi al pari di altre squadre».
A proposito dei tifosi, Poggi sottolinea: «Sono stati encomiabili e fantastici in qualsiasi situazione. Si sono contraddistinti per correttezza sugli spalti e per vivacità del tifo. E se per il calcio da oggi sono tifosi di serie B, per noi erano e saranno supporters di serie A».
Poggi neanche per un attimo mette in discussione la panchina di mister Braglia, «E’ e sarà il nostro mister».
E chi vede il suo futuro ancora in giallorosso è Gianni Improta, direttore generale dell’Us Catanzaro. «Catanzaro è una piazza importante, che merita traguardi importanti – ha detto Improta – la tifoseria ha sofferto in questi anni di serie C, ed è giusto che oggi gioisca fino a quando è possibile e ne ha voglia».
«Conosco la tifoseria da molto tempo – ha continuato il direttore generale – e ho sempre apprezzato la sincerità della passione con cui sostengono la squadra».
A proposito delle compagini che si contenderanno il secondo posto per la serie cadetta disputando i play off, Improta ha detto: «Tra le quattro contendenti vedo sicuramente il Crotone come la più accreditata. Ma i pitagorici non dovranno commettere l’errore di lasciarsi prendere la mano dalla delusione per non aver raggiunto subito la promozione. Tra le altre tre – ha continuato Improta – sicuramente il Benevento può dare del filo da torcere alle altre».
Anche Piero Braglia parla della tifoseria catanzarese, confrontando i supporters che seguivano il Catanzaro ai tempi in cui lui giocava con la maglia giallorossa con i sostenitori di oggi. «La cosa che fa più piacere è vedere tante famiglie che seguono la squadra. Sono segnali importanti che fanno bene al calcio».
A proposito della promozione Braglia ha detto: «Per il campionato che mi ero ripromesso, io ho sempre creduto che questo giorno sarebbe arrivato».
Il Catanzaro neo promosso, sarà impagnato ancora in due appuntamenti. Si giocherà infatti domenica 23 maggio ad Arezzo la partita d’andata della Supercoppa di lega contro la compagine aretina. Giovedì 27 match di ritorno alle ore 18,30 al Caravolo di Catanzaro.
Giulia Zampina