CATANZARO  Cento minuti d’emozioni contrastanti e piacevolmente illusorie, con due occhi sul campo e un orecchio a Foggia, in uno stadio pieno e colorato come non si vedeva da una vita. Alla fine, quando Tonolini ha detto basta e mezzo Ceravolo ha potuto dare sfogo a una lenta invasione iniziata dopo la seconda rete del Catanzaro, il penultimo verdetto di campionato: giallorossi con due punti in più sul Crotone, e la possibilità di affrontare il Chieti anche solo per un pareggio nell’ultima giornata. Un punto soltanto, e il Catanzaro torna in serie B dopo quasi 15 anni dalla porta principale, senza nessuna coda play-off e con merito. In sostanza non è ancora finita, ma un passo falso nell’ultimo appuntamento di una stagione avrebbe dell’incredibile.
Ieri, in fondo, quella che per un intero pomeriggio è parso il prologo della festa vera. Un gol per tempo, Briano e compagni aggressivi e concentrati, e le notizie provenienti da Foggia a fare il resto. L’antagonista principale che va sotto di due reti, sembra fatta davvero, abbracci e spontanee esultanze scuotono tutta la città , emozionando migliaia di tifosi. Va così, tra un boato e l’altro della gente assiepata sui vecchi gradini dello stadio comunale, fino a quando lo speaker dà la lettura ufficiale dei risultati. Nessuna vittoria in anticipo, ma la gente ormai sente che il più è fatto e si lascia andare a lunghi cortei i cui clacson suoneranno fino a tarda sera.
LA CRONACA. “Arriva la BomBa!”, avvisano gli Ultras con uno striscione che accompagna migliaia di B giallorosse alzate in cielo da mezza curva. Il Ceravolo con buona pace dell’inagibilità parziale è pieno con una sparuta rappresentanza ospite. Poi iniziano i giochi, e i ragazzi di Braglia cominciano a dare l’assalto al fortino abruzzese. Sfiorando la rete dopo appena sei minuti, con una spettacolare sforbiciata di Morello che Ferrigno ribatte accidentalmente sulla linea. Il Catanzaro è arrembante, quasi furioso. E dopo tre minuti va in vantaggio, con Ferrigno. Cross di Dei dalla destra, il capitano sbuca a centro area e batte in rete. La corsa liberatoria del centrocampista napoletano fa il paio con l’urlo del Ceravolo, impazzito di gioia. Ma è solo la prima emozione del pomeriggio. Attorno al quindicesimo si sparge la voce del vantaggio foggiano, ma è un falso “allarme”. Intanto il Teramo prova a pungere, specie col fischiatissimo De Florio che però la porta non la vede nemmeno.
Al 17′ Paoloni devia in angolo un diagonale di Toledo. Il brasiliano e l’attaccante di Bagnara fanno i furetti, Ferrigno corre su ogni pallone, ed a centrocampo Briano ha voglia di cancellare l’opaca prestazione di Martina. Fa tutto il Catanzaro, insomma. Un minuto dopo Toledo tira fuori altri numeri in area di rigore, ma Ola riesce a respingere il pallonetto del numero 7. Al 23′, su ennesimo traversone del capitano, Morello colpisce di testa in tuffo ma Facci nega la gioia del gol ancora una volta sulla linea. Alla mezzora si scatena un putiferio sugli spalti, questa volta il Foggia ha segnato sul serio. Il Ceravolo grida “serie B, serie B”, la formazione di Braglia spinge sull’acceleratore ma al 33′ perde Corona. Il bomber cade male sulla spalla sinistra dopo uno scontro con Paoloni, sta fuori qualche minuto, rientra ma alla fine è costretto ad uscire. Entra Luiso, giusto qualche istante dopo una doppia occasione di marca catanzarese che prima vede un diagonale di Toledo ribattuto dal portiere teramano, poi un maligno colpo di testa di Ferrigno finire fuori d’un soffio sulla stessa respinta. Il Catanzaro chiude la ripresa con un’altra bella azione al 42′, tra Briano, Toledo e Morello. Il tiro di quest’ultimo però finisce alto.
La ripresa è pura accademia. Al 5′ c’è il secondo cartellino giallo per Morello, punito dall’arbitro sugli sviluppi di un calcio di punizione ospite. Ma anche con un uomo in meno il Teramo è poca roba. Troppo determinato il Catanzaro, troppo concentrato e deciso per perdere la testa. Si soffre un po’, ma più per motivi di cabala che per altro, anche dopo il secondo gol. Gol che arriva al 23′, grazie al piede destro di Nicola Ascoli. Proprio lui, l’uomo ovunque di Piero Braglia, il giovane vibonese dal sangue giallorosso. Un gol che sa tanto di B. Bravo Ascoli ad arrivare primo su un perfetto calcio piazzato di Dei, bravo Toledo a guadagnare il fallo stordendo avversari un dribbling dietro l’altro.
Bravi i giallorossi a controllare, a non disunirsi. Fino al triplice fischio finale, fino a quella invasione incontrollabile come lo è la gioia di tutti. Alla realizzazione di un sogno, mancano solo sette giorni.
Ivan Montesano