L’ANSIA sale ora dopo ora. Ognuno cerca come può di aggrapparsi a tutta la calma possibile, ma il tempo scorre veloce e ogni distrazione perde d’intensità . La penultima giornata di campionato, e con lei un Teramo almeno sulla carta appagato da una salvezza raggiunta con largo anticipo, dista solo un breve conto alla rovescia. Ieri il Catanzaro ha battuto la Vibonese al “Luigi Razza”, in un amichevole seguita con calore da 500 persone. Tre a due il risultato finale, e reti a firma di Giorgio Corona e Fabrizio Ferrigno, autore di una doppietta. Per la cronaca, il secondo gol del “sindaco” ha replicato il pallonetto che ha steso la Samb. Oggi pomeriggio la squadra di Piero Braglia torna al Ceravolo per l’ultimo allenamento della settimana, poi tutti in ritiro al “Palace” per vivere nella serenità necessaria l’ennesimo match decisivo. Prima della gara, il Catanzaro si sposterà da lì solo per la rifinitura di domani.
UN PREMIO A TUTTI. Qualcuno afferma che la sua assenza, nelle due gare saltate per squalifica, si è fatta notare e come. Probabile che il giudizio non sia tanto lontano dalla verità . Il contributo di Tommaso Dei è prezioso, anche per via di uno stato di forma sempre rimasto all’altezza nonostante le difficoltà e le numerose battaglie di un campionato arivato a 180 minuti dal termine. Logico quindi supporre che il tornante romano, nella delicatissima gara con il Teramo che sta tenendo migliaia di persone con il fiato sospeso, torni di nuovo al suo posto. Anche se, interpellato a proposito, il diretto interessato preferisce umilmente spostare l’attenzione sulle opportunità di scelta a disposizione di Piero Braglia. «Sicuramente il mister sceglie chi sta meglio, se poi io sto bene fisicamente spero allora che problemi non ce ne siano. Per la formazione il mister può contare su una rosa ampia, quindi il problema non è tanto legato alla squalifica mia, come domenica scorsa, o all’assenza di qualcun altro, ma scegliere l’undici che deve scendere in campo, perché a volte non è una cosa facile. Siamo comunque un gruppo molto buono, quindi il fatto che deve sempre tirar fuori qualcuno è difficile».
Un po’ come dire che non è il singolo che conta ma il collettivo, in nome di uno spirito che il tecnico toscano ha profuso fin dalla scorsa estate e che ha spinto le Aquile a un passo dalla serie B. Anche a parlare con Dei si ha la netta sensazione che l’intero spogliatoio giallorosso aspetti solo di giocare la penultima partita di campionato, per mostrare tutta la rabbia accumulata dopo la sconfitta portata a casa da Martina. Ma è spontaneo chiedere se può ugualmente incidere sulla corsa alla promozione diretta. «Sicuramente  risponde l’ex dell’Arezzo – domenica è stata una battuta d’arresto, certo, e per errori che ci portiamo dietro da tanto tempo. Alla fine, se guardiamo il nostro campionato credo che ci sia mancato qualche punto fuori, e questo è un problema che ci portiamo dietro dall’inizio dell’anno. Se adesso siamo bravi a lasciare da parte quello che è successo domenica, e quindi vinci questa partita in casa con il Teramo, poi vai a Chieti sapendo che devi giocare la partita della vita». Un ragionamento che non fa una piega, che fa sognare un popolo di tifosi e che per logica sembra l’unica strada sicura verso la cadetteria. «Il vantaggio che abbiamo nei confronti del Crotone, lo sappiamo tutti, dice che quella sarà la partita della vita  ripete Dei  ma prima c’è la partita con il Teramo, da vincere e da giocare bene, così da riprendere quello che si era lasciato in casa con l’Acireale». Dei parla e sorride, tranquillo e affabile. Poi i suoi occhi si accendono non appena il cronista accenna al clima insieme surreale e caloroso che circonda la città da giorni. «Vincere è fondamentale per chi gioca a calcio, per chi fa sport in genere. Ma in un posto come questo è un’altra cosa, qui vivi tutto moltiplicato al quadrato e quindi il fatto di vincere e di far bene ti dà tante soddisfazioni. A livello personale è certo un traguardo che mi serve come calciatore, ma spero di riuscirci soprattutto per questa gente che non è mai mancata, dalla prima all’ultima sono stati lì come un martello pneumatico. Sarebbe un premio per loro, per noi, un premio per la società che ha speso tanto per questo campionato, e per tutti quelli che sono stati accanto alla squadra».
Ivan Montesano