Il bilancio della Regione presenta ancora varie criticità. Lo ha evidenziato la sezione di controllo della Corte dei Conti, che ha parificato il rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2016 con l’esclusione di alcune poste.
La parifica, che è stata pronunciata dal presidente della Sezione Tommaso Salamone alla presenza del governatore della Calabria Mario Oliverio, è arrivata al termine della requisitoria del procuratore regionale Rossella Scerbo, che ha illustrato le problematiche emerse nella valutazione del bilancio della Regione, sottolineando comunque gli sforzi messi in campo e i passi in avanti compiuti dall’amministrazione per adeguarsi alle novità legislative nel frattempo intervenute, a partire dall’armonizzazione delle varie forme di contabilità.
“I dati contabili – si legge nella relazione del procuratore regionale della Corte dei Conti – registrano un lieve peggioramento. Il risultato di amministrazione al 31 dicembre 2016 è di segno positivo (pari a oltre 949 milioni) ma non è sufficiente a dare copertura alle quote accantonate e a quelle vincolate, per cui si determina in saldo finanziario netto pari a -11.144.537 milioni.
Questa differenza negativa costituisce un peggioramento, plausibilmente riconducibile almeno in parte all’operazione di riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi. L’andamento negativo ha riguardato anche la consistenza di cassa, passata da 751 milioni alla chiusura dell’esercizio 2015 a 369 nel rendiconto 2016.
Nella memoria di replica della Regione la variazione negativa è ricondotta alla mancata riscossione della tariffa sui rifiuti solidi urbani dovuta dagli enti locali, con la conclusione che lo squilibrio riguarderebbe i bilanci di tali enti.
Ciò – è riportato ancora nella relazione del Procuratore – non esclude che gli effetti di tali squilibri si riflettano sul bilancio regionale”. In generale comunque – ha argomentato il procuratore della Corte dei Conti – “il bilancio della Regione Calabria presenta una situazione strutturale di squilibrio, poiché le entrate libere da vincoli da destinare a finalità autonomamente definite dalla Regione presentano negli anni un importo costantemente inferiore al fabbisogno di spesa, che nell’anno 2016 ha raggiunto la cifra di 140 milioni”.
Nel dettaglio delle singole voci del bilancio, la Corte dei Conti ha riscontrato “irregolarità contabili e gestionali nella destinazione delle differenze positive proveniente dall’estinzione anticipata di “derivati” per un totale di 27,5 milioni”, somma riscossa nel 2014 ma poi – secondo il procuratore contabile – impropriamente impiegata nel 2015 per finanziare spese autonome.
La magistratura contabile calabrese ha poi rilevato “un complessivo ritardo e criticità nella contabilità economica patrimoniale”, osservando come “nel 2016 la ricognizione straordinaria” del patrimonio è stata “avviata e non completata e accusa le conseguenze del preesistente conto lacunoso e inattendibile”: in particolare – è scritto ancora nella relazione del procuratore regionale della Corte dei Conti – “manca un elenco completo dei beni non inventariati e la mancata inventariazione rappresenta un ostacolo alla programmazione della gestione che si realizza in modo frammentario e comunque falsa la contabilità”, anche se “si deve riconoscere che vi è stata una presa di coscienza da parte degli uffici regionali”. Quanto alla spesa del personale, l’attività istruttoria della Corte dei Conti ha riproposto “anche quest’anno il problema del mancato rispetto del limite per le assunzioni per lavoro flessibile, rappresentato dal 50% della spesa sostenuta per le medesime finalità nel 2009”.
La magistratura contabile ha poi registrato che “permangono criticità” nella corretta quantificazione del fondo rischi legali o fondo contenzioso della Regione, rimarcando come “l’attività di ricognizione è partita in ritardo e ha scontato una mancanza di collaborazione da parte dei vari Dipartimenti che avrebbero dovuto fornire i dati all’Avvocatura”.
Infine la Corte dei Conti ha posto attenzione anche alla gestione e alla spesa dei fondi comunitari per quanto riguarda il ciclo 2007-2013, rilevando alcune “criticità tra cui quelle che hanno impedito la realizzazione dei “grandi progetti” (le due metropolitane di Catanzaro e Cosenza) e la strada di collegamento Gallico-Gambarie che, per i ritardi riscontrati sono stati in parte rinviati alla programmazione 2014-2020” e rilevando “l’incognita dei cosiddetti progetti “retrospettivi”, cioè progetti già realizzati e coperti da altre fonti di finanziamento”: comunque – si legge ancora nella relazione del Procuratore – “la Regione ha posto in essere degli sforzi per adeguare i controlli e migliorare l’attività di gestione”.
In conclusione, “ferme restando le criticità” rilevate, la Sezione di Controllo della Corte dei Conti ha parificato il rendiconto 2016 della Regione Calabria “con l’esclusione del risultato di amministrazione nella parte in cui non prevede” alcune poste tra cui i 27,5 milioni della questione “derivati”.