Gregorio Mezzatesta, il 54enne dipendente delle Ferrovie della Calabria assassinato questa mattina intorno alle otto a colpi di pistola in pieno centro a Catanzaro, era incensurato
L’uomo stamane è stato ucciso in Via Milano, era da poco giunto sul posto di lavoro, officina della stazione delle Ferrovie della Calabria ma non ci è mai arrivato perché nenache il tempo di scendere dalla sua automobile ed è stato ucciso.
Mezzatesta viveva a Soveria Mannelli insieme a moglie e figli. Il 54enne è stato affiancato da uno scooter con a bordo il killer con volto coperto da casco integrale. Sei i colpi di pistola sparati da distanza ravvicinata ed in rapida successione dall’assassino. Almeno tre quelli andati a segno, un altro ha rotto il lunotto dell’autovettura.
Non era solo Gregorio Mezzatesta quando è stato ucciso. Secondo gli accertamenti con lui c’era un collega che aveva raggiunto la sede dell’autostazione delle Ferrovie della Calabria per iniziare insieme il turno di lavoro. L’uomo è rimasto illeso, ma è sotto shock. Per gli inquirenti avrebbe assistito impotente al delitto senza riportare ferite. I carabinieri hanno avviato accertamenti sulle telecamere di sicurezza presenti in zona e hanno quindi provveduto a sentire alcune persone che erano sul luogo dell’agguato.
Tra queste anche il collega di Mezzatesta che, tuttavia, non avrebbe fornito elementi concreti per le indagini condotte dal comando provinciale dei carabinieri con il coordinamento della Procura e, in particolare, dei sostituti procuratori Capomolla e Petrolo. La Scientifica ha provveduto ad effettuare tutti i rilievi e sul luogo dell’omicidio sono stati rinvenuti sei bossoli di pistola.
Il possibile movente. Intanto si fa sempre più concreta l’ipotesi di una vendetta trasversale per risalire al movente dell’omicidio di Gregorio Mezzatesta. Gli investigatori, infatti, ritengono credibile un collegamento con la vicenda giudiziaria in cui è coinvolto il fratello della vittima, Domenico, di 62 anni, accusato insieme al figlio Giovanni, di 43, del duplice omicidio in cui in un bar di Decollatura, nel Lametino, il 19 gennaio del 2014, furono assassinati Francesco Iannazzo e Giovanni Vescio, di 29 e 36 anni.
Domenico e Giovanni Mezzatesta sono stati condannati all’ergastolo per il duplice omicidio, ma la sentenza della Corte d’assise d’appello di Catanzaro, nel giugno scorso anno, è stata annullata dalla Corte di Cassazione, che ha escluso l’aggravante della premeditazione rinviando gli atti ai giudici di secondo grado per la rideterminazione della pena.