«NON mi è mai passato per la testa di mollare. Sono troppo legato al mio lavoro, e Catanzaro riesce a darmi quegli stimoli che non ho mai trovato da nessun altra parte».
Il ruggito del capitano, il ritorno di Marco Ciardiello. Una bandiera nel cuore degli sportivi giallorossi, uno di quei calciatori che non ha mai deluso le aspettative. Tante stagioni vissute a combattere con crisi societarie, con delusioni scottanti. In questa, in cui tutto finalmente stava andando per il verso giusto, Marco scopre il volto triste del calcio: un lungo, lunghissimo infortunio. «Ho passato l’anno più brutto della mia carriera  afferma il difensore salernitano -. Un anno in cui potevo togliermi tantissime soddisfazioni. Sono ancora in tempo per rimediare, ma prima devo pensare a guarire al cento per cento. Sono in scadenza di contratto e ho bisogno di dimostrare, principalmente a me stesso, di essere ancora il calciatore di un tempo e poter così pensare con ottimismo al futuro. L’obiettivo è di tornare Marco Ciardiello». Un lungo tunnel, che ha visto finalmente la luce. Già , perché il capitano, da due partite, siede regolarmente in panchina. «Rientrare nei ranghi  ammette con soddisfazione  è già un buon punto di partenza. In questo calcio, in cui le ginocchia saltano come l’acqua fresca, non è facile rimettersi in piedi e ricominciare da zero. Le figura di Sergio Musa (preparatore atletico del Catanzaro, ndc), unitamente a quella di mia moglie, in questo senso è stata fondamentale. Sia sotto il profilo umano che sotto quello professionale. A questo punto della stagione, in cui è importante spararsi tutte le cartucce, il mio recupero e quello di altri calciatori infortunati, va tenuto nella giusta considerazione. Fuori ci sono fior fiori di giocatori, e alcuni con delle straordinarie motivazioni. Recuperarli completamente, specie in chiave play-off, diventa fondamentale».
L’eco della delusione, seguita al pareggio di Fermo, non si è ancora del tutto esaurito. L’esperienza di Ciardiello però, che di questi campionati ne ha disputati tanti, consiglia di non abbattersi troppo presto. «Fasciarsi la testa, prima ancora di rompersela  dice – non è salutare. Il rammarico per il doppio pareggio di Crotone e Fermo, da dove potevamo portar via il bottino pieno, è tanto. L’importante però, è rimanere attaccati alle prime posizioni, nella speranza di inanellare un filotto di vittorie consecutive che ci possa rilanciare una volta per tutte. Bene o male, le squadre che stanno lottando con noi, s’invertono spesso di posizione e dimostrano l’equilibrio di questo torneo. Non è questione di cattiveria sportiva o di approccio alla gara, manca solo un grande risultato. A Crotone ci siamo divertiti, e anche il pubblico lo ha fatto. Lo stesso a Sora, dove abbiamo disputato una gara sempre all’attacco, ma dalla quale, alla fine, ne siamo usciti sconfitti. Attaccarsi alla sfortuna però, è da poveri. Ripeto, servono solo tre punti, sia per rilanciarci in classifica, che per recuperare un po’ di morale. A quel punto, potremo giocarcela anche noi. D’altronde, se siamo ai vertici della classifica da inizio stagione, qualcosa dovrà pur significare».
Domenico Concolino