Si dice certo che la magistratura farà piena luce sulla gestione di Sacal il Presidente della Regione, Mario Oliverio, ricordando poi come circa un anno fa, al momento dell’apertura delle indagini, il rappresentante della Regione nel Consiglio di Amministrazione,Gaetano Pignanelli, chiese le dimissioni dei vertici dell’azienda e dell’intero Cda.
“Proposta – dice il governatore – che fu respinta dalla maggioranza dello stesso Consiglio di Amministrazione. Il nostro impegno per il rilancio del sistema aeroportuale calabrese è strettamente connesso alla necessità di affermare una gestione trasparente, di netta rottura con metodi e pratiche clientelari e distorsive che, in passato, hanno prodotto situazioni fallimentari e degenerative”.
“Anche tenendo conto che i vertici ed il management di Sacal sono a scadenza proprio in questi giorni -conclude il Presidente della Giunta regionale – è necessario aprire ora, senza esitazioni, una stagione nuova, per consentire al sistema aeroportuale calabrese di uscire dalle difficoltà nelle quali è stato cacciato ed affermare una gestione unitaria degli scali aeroportuali” della regione improntata, sostiene, “al massimo rispetto della legalità e ad una utilizzazione oculata delle risorse, per affermare una strategia di collegamenti volta a rafforzare e ad agevolare l’accessibilità alla nostra regione”.
Giovanni Mosca e Pino Iannello, gli avvocati, nominati difensori di fiducia di Enzo Bruno, componente del Consiglio d’amministrazione della Sacal, affermano che “da una prima disamina del provvedimento notificato a Enzo Bruno quale membro del CDA Sacal risulta che il capo d’imputazione contestato riguarderebbe esclusivamente la segnalazione di un nominativo per l’accesso ad un tirocinio formativo da svolgersi presso Sacal, nell’ambito del progetto per la lotta alla disoccupazione giovanile denominato “Garanzia Giovani”.
Nell’esprimere piena fiducia nell’operato della magistratura, siamo certi che dall’inchiesta in corso emergerà la completa estraneità ai fatti contestati a Enzo Bruno e si farà chiarezza sull’intera vicenda”.
“Le accuse pesanti con cui la Procura di Lamezia Terme ha decapitato i vertici della Sacal, Società di gestione dell’aeroporto internazionale di Lamezia Terme, i legami con soggetti delle Istituzioni e dei pubblici uffici evidenziano una situazione gestionale e un sistema di affari e di collusione che, se accertato, va definitivamente scoperchiato e colpito”.
È quanto sostengono i segretari generali Cgil Calabria, Filt Cgil Calabria e Catanzaro, Raffaele Mammoliti, Angelo Sposato e Nino Costantino.
“Per anni – continua la nota – la Cgil e la Filt hanno sottolineato l’esigenza di mettere in sicurezza il sistema aeroportuale calabrese, sottraendolo alle logiche di potere, attraverso una razionalizzazione che servisse gli interessi generali, i cittadini e i lavoratori.
Evidentemente questa gestione ha lavorato in direzione opposta. Di recente, la Sacal ha ottenuto, con polemiche e ricorsi,la concessione trentennale degli scali in Reggio e Crotone”.
La Cgil e la Filt hanno chiesto immediatamente “trasparenza e correttezza per le relazioni sindacali. Per tutta risposta ancora non abbiamo ottenuto il Piano Industriale che era necessario per poter partecipare alla gara e invece sono stati pubblicati bandi di selezione dei lavoratori senza garanzie.
Oggi ci troviamo quindi nella situazione in cui la società con i vertici arrestati per corruzione, falso, peculato e abuso di ufficio deve gestire anche gli scali di Reggio e Crotone. Come può farlo? In che condizioni e con quali garanzie? Per questi motivi la Cgil e la Filt continuano a chiedere al Presidente della Giunta Regionale di convocare con urgenza un incontro per affrontare questa complicata situazione”.
“Infine, al di là della vicenda giudiziaria, certamente inquietante e grave – affermano le Sigle – è importante creare le condizioni necessarie per garantire i lavoratori dello scalo di Lamezia, quelli della Sacal GH, e i lavoratori di Crotone e Reggio attraverso la revoca dei bandi di selezione del personale pubblicati il tre aprile scorso e l’emanazione immediata di nuovi bandi con la garanzia del lavoro per tutti e a tempo indeterminato”.
“La notizia di questa mattina in merito agli arresti di alcuni dirigenti SaCal non ci ha stupiti, da settimane infatti nutrivamo il sospetto che dietro alcuni decisioni che hanno rivoluzionato il trasporto aereo calabrese ci fossero alcuni interessi tenuti nascosti, – con queste parole interviene il Presidente Nazionale dell’U.Di.Con., Denis Nesci – attenderemo lo sviluppo delle indagini per valutare le azioni da intraprendere ma, se i dubbi fossero confermati, non escludiamo di costituirci parte civile”.
L’aeroporto di Lamezia è nel caos, i vertici SaCal, società di gestione dell’Aeroporto, sono finiti agli arresti domiciliari dopo le indagini della Guardia di Finanza. In quest’ultimo periodo si è parlato molto del monopolio Alitalia a Lamezia Terme dopo la fuga di Ryanair e del prossimo abbandono della compagnia di bandiera dall’aeroporto di Reggio Calabria dove la tratta Roma- Reggio Calabria sarà presto di competenza esclusiva di Blu Express. Adesso questi arresti lasciano ulteriori dubbi sulla vicenda. I reati per i quali si procede sono di vario titolo: corruzione, peculato, falso, abuso d’ufficio e varie forme di concussione.
“Da mesi abbiamo seguito la vicenda cercando di dialogare con le parti interessate affinché i cittadini potessero continuare a volare alle stesse condizioni, ora si spiega perché mancava l’apertura da parte di alcuni soggetti –continua Nesci – bisogna a questo punto valutare la possibilità di indire un bando per affidare ad un’altra società la gestione degli aeroporti, differenziando e non accentrando la gestione di tutti e tre ad un unico soggetto”.
Lo sappiamo tutti chi sono questi ladroni <br />
tutti MASSONI che hanno rovinato la Calabria…<br />
BASTARDIII…