E’ stata portata a termine una complessa operazione di polizia giudiziaria da parte dei finanzieri del gruppo della Guardia di finanza di Lamezia Terme e degli agenti della Polizia di frontiera presso il locale aeroporto internazionale, coordinati dalla Procura della Repubblica di Lamezia Terme.
I reati per i quali si procede, a vario titolo, vanno dalla corruzione e dal peculato sino al falso, all’abuso d’ufficio ed a varie forme di concussione.
Gli arrestati sono Massimo Colosimo, presidente della Sacal, Pierluigi Mancuso, direttore generale, ed Ester Michienzi, responsabile Ufficio legale.
Gli arresti sono stati fatti in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari emesse dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica di Lamezia Terme, diretta da Salvatore Curcio.
La Procura di Lamezia Terme, inoltre, ha chiesto al Gip l’applicazione di misure interdittive nei confronti dei 12 componenti del Consiglio d’amministrazione della Sacal.
Analoga richiesta é stata fatta anche nei confronti di pubblici ufficiali e incaricati di pubblico servizio legati alla gestione della Sacal.
Come detto la Procura della Repubblica di Lamezia Terme ha chiesto al Gip l’applicazione di misure interdittive nei confronti degli 8 componenti del Consiglio d’amministrazione della Sacal.
Si tratta, oltre che di Massimo Colosimo, di Emanuele Ionà (rappresentante del Comune di Lamezia Terme), Floriano Noto (rappresentante della Camera di Commercio di Catanzaro), Roberto Mignucci (Aeroporti di Roma), Benedetto De Rango (Banca Carome), Gaetano Pignanelli (Regione Calabria), Enzo Bruno (Provincia di Catanzaro), Francesco Grandinetti (soci privati).
Secondo quanto reso noto, nel corso di una conferenza stampa dal Procuratore della Repubblica, Salvatore Curcio sono numerose le condotte illecite contestate.
Si parte con l’irregolare gestione del progetto “Garanzia giovani” finanziato con fondi pubblici e, finalizzato ad inserire in un tirocinio retribuito alla Sacal solo soggetti meritevoli e rispondenti a precisi requisiti.
Dalle carte dell’inchiesta, invece, è emerso che “in seguito alle pressioni indebite di ogni tempo, perpetrate anche da politici locali e dirigenti pubblici, siano stati selezionati soltanto amici e parenti degli indagati, attraverso interventi artificiosi sulle procedure di selezione previste dal bando pubblico”.
Accertato, inoltre, dalle fiamme gialle lametine guidate dal ten. col. Fabio Bianco, da parte della dirigenza della Sacal, anche diversi episodi di peculato con viaggi, pranzi, soggiorni per scopi personali effettuati nelle strutture recettive di lusso “con indebita imputazione dei relativi costi (spesso assai elevati) al bilancio della socità a partecipazione pubblica”.
Infine, dall’inchiesta, sono emerse anche una serie di affidamenti di consulenze “fantasma” per decine di migliaia di euro, assieme ad artefatte selezioni di personale per incarichi interni, tutti lautamente retribuiti con soldi pubblici e affidati a soggetti che – secondo quanto riferisce un comunicato delle Fiamme gialle – sarebbero “risultati in possesso di requisiti inferiori rispetto agli altri concorrenti illegittimamente esclusi, ricorrendo ad atti falsi”.
Calabrianews
anche su pressione di politici locali, solo amici e parenti degli indagati attraverso "interventi artificiosi sulle procedere di selezione previste dal bando pubblico". CHI Sà CHI è STO POLITICO LO IMMAGINO….VICINO AL NOTO IMPRENDITORE?????
su sulu lordoni
solo due commenti…si capisce da che parte stà il popolo calabrese