La vicenda è semplice e allo stesso tempo ricca di sfumature tutte da verificare. Durante un servizio del programma tv “Le Iene” andato in onda ieri sera, l’inviato Giulio Golia ha portato alla luce una vicenda nota già dai primi anni ’90 e ricostruita nel ’95 all’interno di un dossier di Legambiente, che vide già allora l’interessamento della magistratura.
In buona sostanza, il litorale ionico del catanzarese compreso fra Copanello e Calalunga di Montauro, sarebbe stato teatro di smaltimento illegale di rifiuti radioattivi.
Un’ipotesi agghiacciante che nel servizio televisivo è stata avvalorata attraverso alcune misurazioni assolutamente fuori dal normale, rilevate con il contatore Geiger.
Sullo sfondo le testimonianze dei parenti di alcuni abitanti del luogo, morti improvvisamente a causa di leucemie fulminanti insorte dopo il contatto con alcune strane “palle di fango” pescate nel tratto di mare antistante le zone citate nel servizio.
I primi riflessi dell’attenzione mediatica si sono tradotti negli accertamenti effettuati nel pomeriggio a cura dei Carabinieri della Compagnia di Soverato, guidati dal tenente Gerardo De Siena, che hanno perlustrato l’arenile in collaborazione con gli uomini del Noe di Catanzaro e del Nucleo Nucleare-Biologico-Chimico-Radiologico (NBCR) dei Vigili del Fuoco di Catanzaro.
L’indagine dei Carabinieri di Soverato, coordinata dalla Procura del capoluogo, con molta probabilità è legata all’accertamento di eventuali reati ambientali e alla possibile presenza di fattori di rischio per la salute dei cittadini.
Inoltre, nel pomeriggio, i Carabinieri hanno diffuso una nota che conferma l’avvenuta esecuzone di misurazioni radiometriche e che “la tematica sarà trattata in sede di comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica”.
Red