Nell’ambito di un’ attività di monitoraggio periodico attivato sul territorio, i tecnici del laboratorio Fisico “Ettore Majorana” e del Servizio Radiazioni e rumore del Dipartimento di Catanzaro dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria) hanno eseguito nei giorni scorsi, nell’area prospiciente il parcheggio della chiesa Santa Croce di Catanzaro e in un’abitazione privata meglio esposta, diverse misurazioni dei livelli di campo elettromagnetico ad alta frequenza, generati dalla presenza di impianti per la radiodiffusione e la telefonia mobile.
Secondo i tecnici Arpacal, infatti, questa parte della città di Catanzaro ha una densità di sorgenti di campi elettromagnetici ad alta frequenza tale da poter essere classificata come un “hot spot”.
L’obiettivo delle misurazioni è stato quello di stimare i livelli di campo elettromagnetico negli ambienti di vita cosiddetti outdoor e indoor, attraverso la misurazione in un intervallo di sei minuti da ciascuna misura. Inoltre, considerata la collaborazione di Padre Franco della Parrocchia di Santa Croce nonché della famiglia che ha dato la sua disponibilità a che i tecnici Arpacal entrassero nella propria abitazione, è stato possibile effettuare delle osservazioni dirette all’interno del complesso ecclesiastico e in un appartamento sito al 4° piano in via Papa Giovanni XXIII.
In questo lavoro sono state realizzate misure di esposizione ai campi elettrici ad alta frequenza su tutta l’area di interesse applicando le modalità di misura previste dalle norme tecniche e registrando l’intensità del campo elettrico.
“I valori misurati – certificano i tecnici Arpacal – presentano ambienti di vita dove non vi è superamento dei valori limiti fissati dalle disposizioni legislative di riferimento, ossia 6 V/m per ambienti interni, 20 V/m per esterni dove la permanenza umana è non inferiore alle quattro ore. A Tal proposito si rammenta che oramai il fondo ambientale elettromagnetico di origine antropica nella città di Catanzaro in media oscilla tra (0,8 – 1,2) V/m”.
“Non vengono escluse per i prossimi mesi – conclude l’Arpacal – altre attività di controllo sempre sullo stesso sito e con la disponibilità di altri punti sensibili. Le informazioni acquisite, dunque, e le misure osservate presentano un sito con una densità di sorgenti di campo importanti, alla quale però non corrisponde un valore significativo di campo elettromagnetico. Auspicando un contenimento della densità di sorgenti con una conseguente riduzione ulteriore dei livelli di campo elettromagnetico”.