Il gup del Tribunale di Catanzaro Antonio Battaglia ha prosciolto i dieci funzionari del Comune di Catanzaro accusati di non aver mai dato seguito all’ordine di demolizione della “villetta” realizzata da Domenico Bevilacqua, noto come “Toro seduto”, ritenuto dagli investigatori uno dei capi storici della criminalità rom del capoluogo calabrese e ucciso in un agguato nel giugno scorso.
Agli imputati Antonio Borelli, Rosario Concolino, Antonino Ferraiuolo Leonardo Melito, Pasquale Costantino (difesi dall’avvocato Antonio Lomonaco), Vincenzo Belmonte, Umberto Cosco, Giovanni Ciampa, Giuliano Siciliano e Rosanna Oliverio (difesi dagli avvocati Enzo Ioppoli, Carlo Petitto, Sergi e Danila Gullì) erano contestati l’abuso d’ufficio e l’omissione di atti d’ufficio per aver lasciato, dal luglio del 2004 al luglio del 2013, che Bevilacqua realizzasse opere abusive per la sua residenza su ben 600 metri quadrati alla periferia di Catanzaro e per non aver emesso gli ordini di demolizione delle opere nonostante le numerose segnalazioni effettuate nello stesso periodo di tempo da tanti cittadini e anche dai carabinieri della Stazione di Catanzaro Lido. Accuse che sono però cadute oggi al termine dell’udienza preliminare.