Votati per natura a dare lo scontato come figlio della rassegnazione. Portati a ergere il potente quale fruitore della vittoria per una sorta di incomprensibile diritto divino. Predisposti all’ovvio ed alla comodità, a tifare per chi “conviene” a salire sul carro del potente e una volta su a scimmiottare chi ha preferito scegliere carri diversi.
È l’umana natura che per fortuna non caratterizza il genoma di tutta la specie dei bipedi forniti di encefalo. Ad Ischia ed in Inghilterra ha vinto la passione di chi non si arrende!
Una massa virulenta che con l’amore e la passione ha preso a ceffoni tutti coloro i quali non sanno e non potranno mai comprendere cosa sia la fede nel senso nobile del termine. La fede nel bene, nella passione e nell’amore.
Quanto sopra esula dal calcio, è vita a tutto tondo. Vedere l’ignavia (nel caso dell’ambiente giallorosso, giustificata dagli accadimenti, ma riuscire ad andare oltre) e i potenti (nel caso del Regno Unito) presi a calci e battuti in barba ai sorrisetti di sufficienza di chi generalmente nel calcio ripete la solita frase “non è un vincente” è una gran bella cosa!
Storica, si storica, nel senso più nobile del termine. E ci duole per coloro i quali, adusi a titoli comodi (a volte acquistati), oppure votati per natura o input genitoriale ad assecondare il comfort di chi, imbottito da campioni da 100 milioni di euro e anche più, vince (non sempre) e scimmiotta chi è educato, perbene, e orfano di presunzione.
Ieri la storia ha schiaffeggiato per sempre “il cattivo” come avviene solo nelle favole. Ieri è successo veramente e a chi prude (e ce ne sono parecchi credetemi) ebbene, che andasse a Chianciano per curare il proprio fegato e a tumulare la propria presunzione, unitamente all’ovvio, a vantaggio di chi crede nel bene.
Claudio Ranieri, uomo giallorosso fin dentro all’ultimo osteocita. Il mister osannato in tutto il mondo che con la sua vittoria ha offuscato tutto e tutti, ha zittito con le carezze coloro i quali ingenerosamente avevano preteso di tracciare un destino da incompiuto.
E invece? Questa volta “The Coach King of the world” e non solo “The King of Leicester”. L’uomo dell’anno che ha oltrepassato i confini inglesi per conquistare la fama e la gloria in tutto il mondo. Finanche dal Brasile richieste a valanga ai media per assistere alle partite del Leicester! Altro che “recorducci” da strapazzo!
Qui vince la vita. Evviva, finalmente anche Dio si è ricordato di guardare un po’ di calcio! E sulla sponda tirrenica trecento impavidi gettano oltre l’ostacolo griffato Ischia tutta la loro passione. Si parte per la conquista della massima serie? No! È per la permanenza nel terzo gradino del calcio professionistico!
Ci si autofinanzia per fare urlare a trecento ugole tutto il loro amore e tutta la loro voglia di riscrivere quella stessa storia che ha partorito ed ha avuto l’onore di avere tra i propri uomini Claudio Ranieri. Lui, si proprio lui, che mentre tagliava il traguardo non ha perso occasione per nominare il “suo” Catanzaro, badate bene Catanzaro!
Avrebbe potuto ripercorrere il suo glorioso curriculum citando la Roma, l’Inter e quella Juve che (provenendo dalla B) pensò bene di salutarlo con un secondo posto conquistato dietro l’Inter a tre giornate dal termine del campionato (che orrore!!!). E tornando sulle acque tirreniche, cosa fa Erra? Lancia sin dall’inizio come titolare un certo Agodirin! Lo stesso calciatore che non segnava mai. Razzitti? In panchina! E il gol (più una traversa) che regala i tre punti al Catanzaro e tanta gioia ai fantastici trecento è proprio Agodirin. Che bella storia. Bissa la segnatura contro il Monopoli, malamente non capitalizzata dai compagni e ritinge di giallorosso il Popolo delle Aquile.
Anche innanzi a queste favole che si tingono di realtà c’è chi, vedendo perire malamente i propri assiomi insieme alle proprie convinzioni, prova un maledetto fastidio, “più doloroso di un dolore” (pardon per il gioco di parole).
Chi scrive gode di quel fastidio quanto gode delle succitate vittorie, nella speranza che divengano sempre più una regola e non un’eccezione. 5000 a 1? Che ridere! Che bello vedere annichilita la presunzione!
E pensare che gli stessi bookmakers come quotazione equiparavano Elvis Presley ancora in vita al Leicester campione! Che bello vedere la statistica e la supponenza perire malamente!
Il Catanzaro e Agodirin aspettano ancora novanta minuti con il Melfi per tirare un sospiro di sollievo dopo un’annata da dimenticare ma allo stesso tempo da ricordare per evitare di commettere gli stessi errori. Il Popolo del Catanzaro c’è, rispetta la propria storia, sa soffrire, ma vuole ripercorrerne le vie.
Beyond the sea, oltre la Manica, oltre gli oceani, oltre il Tirreno, oltre i fatturati conditi da bava di spacconaggine e da milioni incorniciati da false convinzioni.
L’amore, la passione, l’onesta hanno vinto su tutto e su tutti. Dalla Gran Bretagna alla piccola Ischia, dalla Premier League alla lega Pro, dalla Manica al Mar Tirreno, tutto si tinge di passioni e di felicità che non sono gerarchizzabili, perché per loro stessa essenza sono sburocratizzate da qualsivoglia razionalità.
Grazie Claudio Ranieri, grazie a (permettetemelo) a UsCatanzaro.net ed ai fantastici trecento di Ischia , insieme ad Agodirin &C. e sabato prossim, tutti al “Nicola Ceravolo” per iniziare a riprenderci la storia che ci appartiene.
Giuseppe Mangialavori
Forse agodirin e’ quel calciatore che ci serviva gia da prima ma e’ uscito fuori troppo tardi. Potrebbe essere un calciatore da valutare per la prossima stagione, anche come panchinaro, a ischia nel ruolo di punta centrale e’ stato devastante.
E proprio così
Sono d’accordissimo come riserva va benissimo…e poi andrebbe premiato solo per l’onestà serietà e oculatezza nel valutare la sua stagione qui a Catanzaro!! (vedi intervista)
Eravamo fissati con razzitti forse ago nel suo ruolo il cz sarebbe salvo da un bel pezzo erra sene accorto comunque speriamo domenica che sia una giornata di festa x i colori giallorossi
Bell’articolo, Giuseppe<br />
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Cosentino non merita niente, il Catanzaro ed i suoi tifosi sono un’altra cosa, appunto hai parlato del Catanzaro
Quando il cz era fallito Ranieri dov’era nemmeno una parola e ancora criticare cosentino non meritate niente
Grande Giuseppe, la tua eterna passione giallorossa tramandata dalla tua famiglia Vibonese, deborda in mille direzioni., ed in millecinquecento parole.<br />
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FORZA AQUILE