Un piacere scoprire come battono i cuori anche dietro i finestroni della âLibero Grecoâ, le penne riposano durante la gare ma il sangue ribolle di calore e di colore. Lâimparzialità e la correttezza professionale nel raccontare la partita, nella vittoria come nella sconfitta, eâ la loro forza ed alcune volte il loro dolore. I signori Fabio Blasco, Carlo Talarico e Vittorio Ranieri, rappresentano il passato (sempre attuale), il presente ed il futuro della nostra tribuna stampa, leggiamoli con piacere assaporando aneddoti ed impressioni.
Signori della penna e della tastiera a voi le domande dei tifosi e di www.uscatanzaro.net.
Catanzaro News: Sarete i protagonisti di una rubrica che racconta i segreti di ogni settore del âCeravoloâ e gli aneddoti più divertenti.
–Da quando frequentate la tribuna stampa, in quale occasione esordiste?
–Quale il sentimento provato entrando per la prima volta al âCeravoloâ e quale quello provato entrando per la prima volta nel âBlu-boxâ del nostro stadio?
Blasco : âComincio a deludere tutti, confessando di non poter rispondere ad entrambe le domande, perchè non ricordo. Come potrei rammentare la mia prima volta in tribuna-stampa, visto che la frequento da oltre 30 anni? Ad aprile compio 57 anni ed ho fotografie che mi ritraggono, all’età di 4 o 5 anni circa, con mio padre, dirigente giallorosso negli anni 50-60, che mi teneva per mano
nell’ex “Militare”, divenuto poi “Comunale” ed ora “Ceravolo”. Era quello uno stadio di terra battuta e non sempre ben sparsa e pressata. Se si levava il vento, la terra andava negli occhi. Lo spogliatoio era una specie di baracca di lamiera e tavole, sistemata, più o meno, dalle parti dell’attuale curva del pino. Ricordo alcuni giocatori come Zilletti, Corti, De Santis che, quando mio padre si distraeva, mi davano pizzicotti sino a farmi piangere. Se mi chiedete di quel sentimento, era sempre di grande emozione,
come son capaci di nutrirli i bambini. Son cresciuto insieme al Catanzaro. Penso che dall’età di 10 anni almeno, non abbia perso più di una decina di partite. Pratico un pò di sport per mantenermi in forma e giovanile, ma vi confesso che le memorie del calcio mi ricordano, prima ancora dei figli che
ne sono una ricorrente misura, che sto invecchiando.â
Talarico : âIl mio esordio in tribuna stampa è datato 17 dicembre 2000, lâanno di Cuttone, Di Corcia e Kamarà . Si giocava con la Cavese in una gara diventata tristemente famosa per il petardo che sarebbe poi costato un punto di penalizzazione ai giallorossi. Fu un episodio deprecabile sì, ma purtroppo venne anche ingigantito dai media nazionali.
Il primo sentimento fu quello di essere entrato in un mondo di pazzi, avendo trovato un ambiente molto rumoroso e variopinto, in cui il lavoro giornalistico veniva considerato un hobby. Mi sembrava di stare dentro ad una gabbia di matti. Eâ quello che esternai anche al mio amico Francesco Pirillo, che mi aveva fatto da âCiceroneâ nel superare i vari controlli prima di accedere in un posto che, per la prima volta dopo tanti e tanti anni, mi privava del âprivilegioâ di vedere le partite insieme al mio amico fraterno Antonio Magro col quale ho condiviso la passione giallorossa tanto in curva che ai distinti.ââ
Ranieri : âHo esordito in tribuna stampa, nellâagosto del 2002, in occasione della partita di Coppa Italia tra Catanzaro e Avellino. Eâ proprio vero, la âprimaâ volta non si scorda mai! Battute a parte, in quellâoccasione non vi nascondo che ero al quanto emozionato. Un sogno che covavo da bambino, e che sembrava dovesse restare tale finalmente, diventava realtà . Quella sera (le Aquile, infatti, giocavano in notturna) mi sono sentito un giornalista âadultoâ, e, col passare dei minuti, ho realizzato che il mio animo di âtifoso-curvaioloâ doveva lasciare spazio a quello del serio professionista dellâinformazione. Non vi nascondo che è dura tenere a freno la vitalità e lâesuberanza di un innamorato dei colori giallorossi, che è sempre andato in curva âCapraroâ a sostenere il âMagicoââ
Catanzaro News: Il momento più difficile vissuto in tribuna a Catanzaro, quello più commovente e quello più divertente?
–Quale critica desiderate muovere ai tifosi delle Aquile visti dalla Tribuna e quale a voi stessi ed ai colleghi incrociati in tribuna stampa?
Blasco : âAnche qui, potrei rispondere senza sicurezze. I momenti belli sono stati
tanti e non ne ricordo uno in particolare. Quello che più mi ha fatto dispiacere è relativamente recente e riguarda, più che la tribuna stampa, lo spogliatoio. Era la fine di un ennesimo fallimentare campionato di C2, sotto la gestione di Soluri, quando un gruppo di tifosi fece irruzione negli spogliatoi. Ricordo che anche nei miei confronti, ragazzetti inviperiti, non risparmiarono ingiurie e spintoni. Fu un qualcosa che mi ferì molto, perché da buon campanilista amo Catanzaro, i miei concittadini, soprattutto i tifosi, con quelli della curva in testa. I momenti più commoventi, sono stati le prime volte in tribuna-stampa, dopo la scomparsa dei colleghi Libero Greco (mio grande predecessore della Gazzetta dello Sport), Renato Mantelli, Franco Spadafora. Le emozioni sportive più intense, invece, le vissi al San Paolo di Napoli, nello spareggio-promozione della conquista della prima serie A con il Bari, ed un paio di mesi dopo, nell’esordio nella massima serie al “Comunale” di Torino, contro la Juve degli Haller, Anastasi e Furino. Le critiche ai tifosi? Solo a quei pochi che, assaliti da rabbie isteriche, urlano consigli alla panchina, contestano giocatori e, addirittura, lanciano (come con la Viterbese) bottigliette in campo. I giornalisti sono diversi ed ognuno di noi ha pregi e difetti, com’è normale che sia. Preferisco non andare oltre. Vorrei, però, che vi fidaste di me se vi assicuro (capisco d’essere di parte) che, nei grandi numeri, la stampa di Catanzaro è fra le migliori in circolazione, specie per la capacità di
conciliare la notizia con l’amore per la squadra. E’ un giudizio che esprimo non solo per quello che vedo e leggo come voi, quanto per i diretti contatti maturati in 7 anni di consigliere nazionale dell’Ussi, in quasi 35 anni di giornalismo, nonché dopo essermi recato nelle tribune-stampa di quasi tutti
gli stadi italiani.â
Talarico : âFacendo mente locale, il momento più brutto lo vissi non in tribuna stampa, bensì in sala stampa dopo la sconfitta nella finale play-off contro il Sora, nel giugno 2001. Cuttone con la faccia a terra, nessuno aveva voglia di farsi vedere e ancor meno di cercare di trovare una spiegazione a quanto successo in campo, lâatmosfera era incredibilmente cupa, mentre dallo stanzone del Sora si levavano cori inneggianti alla vittoria. Il dramma da un lato e la gioia dallâaltro mi parvero stridenti e mi lasciarono con lâamaro in bocca. Se ci ripenso ancora oggi ritengo che quel pomeriggio sia stata lâamarezza più grande vissuta da quando ho messo piede in sala stampa, che non può nemmeno essere paragonato allâaltro dramma del dopo finale persa contro lâAcireale. Col Sora tutto pareva incredibile perché il tutto si era materializzato in pochi minuti scriteriati, mentre con lâAcireale la partita si era orientata già in una certa maniera. Il momento più commovente, invece è quello che vivo intimamente in occasione dellâultima partita di ogni stagione, per lâesattezza quando si esce e in quei pochi passi rivedi un poâ tutta la stagione, pensi al lavoro svolto, ai mille pensieri, alle speranze e ai tanti progetti che speri di poter mettere in atto per il futuro. Una serie di flash-back che mi portano anche a dire tra me e me âSperiamo di essere di nuovo tutti qui a fine agostoâ⦠Di divertente, invece câè il colore e le battute che si fanno tutti insieme anche se poi il migliore show è quello offerto da Mandarino che dialoga sempre con qualcuno dei suoi amici giornalisti prima dellâinizio della gara o durante lâintervallo.
A qualche tifoso dico di farsi prendere il meno possibile dallâipercriticità nei confronti di chi scende in campo senza esternare giudizi affrettati o senza dire âlâavevo dettoâ, vizio tipicamente catanzarese che non fa il bene della squadra e, anzi, tende ad innervosire chi sta in campo che sente distintamente fischi e improperi gridati a squarciagola. Ai colleghi giornalisti dico di essere meno tifosi e più obiettivi cercando di leggere le partite vedendole come una contesa in cui esistono anche gli avversari, al contrario spesso vedo molta esagerazione e benevolenza nel giudicare le prestazioni del Catanzaro. A me stesso muovo il rimprovero di essere poco partecipativo ai discorsi che si fanno tra colleghi perché non amo parlare a voce troppo alta. Comunque aspetto tante altre segnalazioni sui miei mille difettiâ¦â
Ranieri : âIl momento più difficile? Dico, semmai, che non dimenticherò mai il momento più brutto, ovvero il secondo tempo della finale play off con lâAcireale e il dopopartita. Dallâemozione di un prepartita fantastico (un sogno vedere lo stadio stracolmo, due ore prima del fischio dâinizio!) alla delusione finale. In poche ore, siamo passati dal paradiso allâinfermo, con lâamarezza di non poter gustare una festa-promozione preparata e sognata da da giorni.
Per quanto riguarda le critiche, non mi permetterei mai di muoverne alcuna ai miei colleghi della tribuna stampa, anche perché sono persone con molta più esperienza alle spalle del sottoscritto. Insomma, non ho lâetà per poter criticare, senza contare che ho veramente ottimi rapporti con tutti. Non vi nascondo di avere una grandissima simpatia per Mimmo Barbaro. Scherzosamente vi dico: lui sì che riesce ad essere giornalista e ultrà allo stesso tempo!!!
Ai tifosi, posso solamente dire âGrazie di essere così innamorati del Catanzaroâ. Tuttavia, una piccola tiratina dâorecchie la faccio ai supporter del settore distinti. Dico loro: âState buoni, se potete!â. Un invito a tutto lo stadio: seguite sempre lâesempio offerto dagli ultrà della âCapraroâ, ovvero sostegno incondizionato alla squadra dal primo minuto sino al novantesimo e oltre⦠Per esprimere il proprio disappunto câè sempre il dopogara!â
Catanzaro News: Zona franca; aneddoti ed âamarcordâ, dietro le vetrate della Libero Greco.
–Ci rendete partecipi di un aneddoto particolare legato ad una discussione con un collega o con i caldi e simpatici tifosi dei âDistintiâ
–Il mitico âGoooolâ urlato a squarciagola da un eccitato tifoso dei distinti dopo la rete del defunto Mammiâ alla Juve fece il giro del mondo. Lâesultanza dello stesso giocatore in âgiallorossoâ rappresenta la prima vera manifestazione di giubilo dopo un gol in campo, quale eâ stato lâepisodio vissuto sul campo e commentato nel modo più simpatico in tribuna stampa?
Blasco : âTranne l’isolato incidente sopra narrato, mai ho avuto diverbi con i tifosi.
Le discussioni con i colleghi sono tante, ma come accade in una partita di calcio fra amici, tutto finisce dopo il fischio dell’arbitro. La discussione, forse, più urlata fu con degli “inviati” di Roma, quando, in
una delle 7 serie A, l’arbitro interruppe una partita con i giallorossi capitolini per il vento. Sostenevo, nell’occasione, che le condizioni meteorologiche non erano mutate dal fischio d’inizio, per cui l’arbitro
avrebbe dovuto continuare la gara. Fra gli episodi, diciamo simpatici, ne ricordo uno, ai tempi di Bui, quando subimmo un gol che, tutti d’accordo, tacemmo ad un collega che, nel frattempo, era andato a gabinetto e che solo alla radio scoprì, la sera, il vero risultato.â
Talarico : âCome dicevo, per il fatto che non amo intavolare arzigogolate discussioni coi colleghi (dopo tutto il calcio è anche il gioco più semplice del mondo che non prevede sempre e comunque alchimie) e per il fatto che in tribuna stampa lavoro non sono solito avere discussioni con colleghi o duettare col pubblico dei âDistintiâ. Purtroppo, al riguardo non sono la persona più indicata a raccontare aneddoti.
La rete di Gragnaniello a tempo ampiamente scaduto (94â) contro il Giugliano nel 2000/2001 ci fece letteralmente saltare tutti quanti. Era una rete che regalava il 2-1 e ci manteneva in piena corsa play-off. Bene, quella volta eravamo proprio sul punto di andare via con taccuini e penna che stavano per essere rinfoderate, quando il furetto Gragnaniello ci regalò una gioia immensa ai danni di un avversario âtostoâ. La parte destra della tribuna stampa esplose in un tripudio di abbracci degni della curva in barba ad ogni forma di professionalità . Lâaver sofferto a lungo in quella gara ci fece letteralmente sciogliere nel vedere la discesa e lâinvenzione dellâattaccante buttato nella mischia da Cuttone.â
Ranieri : âSarei un bugiardo se dicessi che non ci sono mai state discussioni con i tifosi dei distinti. Per esempio, ricordo il disappunto urlato da alcuni supporter nei confronti di noi giornalisti, al termine della finale dei play off con lâAcireale. Tuttavia, in quei momenti, pieni di amarezza, bisogna capire e comprendere le reazioni di tutti. Comunque, gli aneddoti con i tifosi dei distinti sono quasi domenicali: dalle informazioni sui risultati delle altre squadre, alle richieste più disparate. Nellâultima partita casalinga, al sottoscritto, un gruppo di tifosi ha chiesto anche alcuni bicchieri di plastica!!!
Un episodio poi vissuto sul rettangolo di gioco e che ha coinvolto noi della tribuna stampa è stata lâesultanza di Toledo, dopo il gol realizzato con il Martina. Quella sera, il colored dedicò la sua rete (facendo segno di ok con il pollice destro) al mio collega Vittorio Giummo! Vi lascio immaginare la mia reazione e quella di Vittorio Giummo! In ogni caso, i âcommentiâ e le battute di Mimmo Barbaro sono il modo più simpatico per sdrammatizzare quanto avviene in campo. Il buon Mimmo, a volte, è a dir poco irrefrenabile. Credetemi, lui è un autentica enciclopedia del buon umoreâ
Catanzaro News: Raccontateci la partita vissuta dalla tribuna stampa, la voglia di urlare la propria gioia o il proprio disappunto affogato in gola, alcune volte magari anche la voglia di non essere ârichiusiâ ad assolvere al proprio dovere imparziale; come vivete questi momenti ?
Blasco : âInnanzitutto, durante la gara non sono per niente imparziale, mentre cerco
di esserlo quando la partita devo descriverla. Poi, non è vero che in
tribuna-stampa non si urla, anzi, spesso s’eccede nel farlo.â
Talarico : âQuestâanno il dover commentare la partita praticamente in diretta col mio collega Luca Fotia, impedisce, inibisce ogni forma di comunicazione urlata o sopra le righe. La telecronaca impone un ben determinato linguaggio che non può concedere troppo al tifo, vuoi perché le stesse telecronache vengono viste anche dal pubblico delle squadre ospitate, vuoi perché ritengo che non stia bene essere troppo partigiani. Certo in occasione di qualche rete incredibile siglata da Giorgio Corona la tentazione di gridare la propria gioia è forte, ma⦠il dovere impone un certo aplomb. Peccato!â
Ranieri : âDevo dire che nei primi mesi in tribuna stampa, a volte, durante la partita il mio animo da tifoso-ultrà prendeva il sopravvento. Col passare del tempo ho imparato a controllarmi sempre di più (esultanza per i gol del Catanzaro a parte, ovviamente!), cercando di assumere un atteggiamento in perfetto stile britannico. Quanto è duro però mantenere allâesterno il self control! Fortuna che ci sono, pur sempre, le gomme da masticare⦠â
Catanzaro News: Un vostro messaggio libero ai tifosi del sito ed ai suoi redattori un consiglio per crescere ?
Blasco : âNon ci sono consigli nel calcio, dominato da sfrenate libertà d’opinione.
Non ritengo di conoscere proprio i tifosi del sito, al contrario del sito, che spesso mi capita di visitare. Gli animatori del sito, poi, potrebbero solo essere danneggiati dai consigli, ricchi come sono d’entusiasmo e sana passione. Se, poi, questi animatori vorranno diventeranno giornalisti,
raccomando, sotto voce e con molta umiltà , d’essere come i bravi arbitri, che sono valenti solo se fanno avvertire poco la propria presenza. Cioè, non bisogna mai essere protagonisti, personalistici, spocchiosi, vanitosi.â
Talarico : âIl mio messaggio ai tifosi è di stringersi sempre attorno alla squadra durante la partita, e di sfogarsi, magari, sempre e solo alla fine, sia con applausi se le cose sono andate come preventivato, che con eventuali fischi se la prestazione è stata al di sotto delle aspettative. Mai violenze, lanci di oggetti o invasioni di campo. Lâimportante è comunque incitare i nostri e innervosire gli avversari, il resto viene di conseguenza. Ai redattori del sito non ho da dare altri consigli oltre quelli che proposi timidamente nella scorsa estate in occasione dellâannuale incontro-dibattito di Soverato: siete bravi, perciò dovete andare oltre il âcopia-incollaâ, ciò che vedo state facendo a meraviglia con tutte queste rubriche che movimentano la settimana. Ari-bravi!â
Ranieri : âInnanzitutto voglio fare i miei più sinceri complimenti ai redattori del sito. Ragazzi, inutile nasconderlo, vi conosco tutti e vi considero dei veri amici, ma permettetemi di dirvi pubblicamente che siete GRANDI. Siete dei grandi tifosi, siete dei grandi innamorati dellâUesse e siete dei grandi pensatori (siete un vulcano di idee). Siete da lodare dal primo allâultimo⦠Faccio due nomi su tutti (ovvero G.M. Amoruso e Francesco Ceniti), ma solo per il ruolo che rivestono, altrimenti non sarei giusto nei confronti degli altri redattori. Siete un grande squadra, un grande staff!
Ai visitatori di Uscatanzaro.net posso solo dire di continuare a frequentare il portale con grande assiduità , sostenendo il Catanzaro ma senza troppe pressioni. Bisogna continuare a volare sempre basso, perché il âBâello deve venire⦠Nel frattempo stiamo tutti tranquilli e sosteniamo in maniera incondizionata la truppa di Piero Braglia. Concludo copiando G. M. Amoruso: Avanti Catanzaro!â
Ringraziamo per la collaborazione gli amici della tribuna stampa. Vi rimandiamo al prossimo numero di âFocusOnâ, i settori del Ceravolo
D.P.