Un predestinato forse, sicuramente un guerriero, l’intervista di oggi vede come protagonista Francesco Alessandro Rispoli, che tutti i tifosi giallorossi conoscono però come Sandro, diminutivo scelto dal padre grande tifoso del Catanzaro ma estimatore del nerazzurro Mazzola.
Sandro Rispoli nasce a Locri il 28/01/1968 e sin da bambino il pallone per lui è un grande amico.
Inizia a giocare già all’eta di 6 anni nella scuola calcio del Moschetta, piccola società di Locri, città in cui è nato e cresciuto fino 1982.
Il primo crocevia del Rispoli futuro calciatore si palesa proprio nel 1982 in una giornata estiva in cui il giovane Sandro viene notato da un osservatore del Milan durante una partita tra ragazzi.
Vorrebbe raccontarci di come avvenne il suo approdo nelle giovanili del Milan?
“Questo signore mi chiese dove fosse mio padre, la sera venne da lui e gli disse se potevo sostenere un provino. Ero un po’ titubante, ma dopo circa 20 giorni andai a sostene il provino e ne selezionarono 3 su 3000. Io ero uno di quei 3“
Da lì in poi un anno di sacrifici in cui Sandro gioca negli Allievi del Milan, ma per problemi economici è costretto a rientrare a Locri per poi trasferirsi all’Acireale che allora militava in Serie D. In Sicilia il battessimo in prima squadra, dove viene notato dal Catanzaro, nel quale si trasferirà nella stagione seguente.
L’Arrivo a Catanzaro, la squadra del cuore. Ci racconta l’esperienza e le emozioni vissute?
“Venni acquistato dal Catanzaro in cui feci due anni di Primavera con Fausto Silipo, una Primavera molto dura che mi insegnò molto e da lì approdai in prima squadra con la quale esordì nel 1987, in Serie B, con Mister Guerini. Fu un anno bellissimo perché sfiorammo la Serie A sfuggitaci per un solo punto, seppur feci molta panchina poiché impegnato nella leva militare. Così, a 18 anni, nell’ultima partita di campionato, feci il mio esordio a Piacenza dove vincemmo 2-0. Ricordo quella partita anche perché coincideva con l’ultima dell’arbitro Agnolin e di un giocatore immenso come Claudio Gentile“
Rispoli descrive con ferma passione la gioia di aver vestito la maglia della squadra di cui sin da bambino era tifoso (seppur reggino di nascita), identificando gli anni in giallorosso come i più belli della sua carriera.
In seguito Rispoli, jolly di centrocampo tutto cuore e polmoni, lascerà a malincuore il Catanzaro dopo un lungo corteggiamento dall’allora ex direttore sportivo Gianni Monopoli che riuscì a portalo con se a Nola in Serie C1. Grazie alle indiscusse qualità riuscì a giocare stabilmente nell’allora Serie C tra Nola, Benevento, Avellino e Albanova, fatto salvo di un ritorno in serie cadetta con l’Acireale nel 1993. Concluderà per problemi fisici la carriera nella natia Locri all’età di 32 anni.
Ricorda un momento particolarmente emozionante della sua carriera?
“Ricordo il mio unico goal col Catanzaro di una bellezza storica. Giocavamo in Serie B al “Ceravolo” e segnai il goal del 2-0 contro il Taranto. Subentrai dalla panchina e scavalcai il portiere con un fantastico pallonetto al volo. Ho fatto un goal solo ma bellissimo” (ride ndr)
Saprebbe definire il giocatore che più l’ha messa in difficoltà nella marcatura?
“Nella mia carriera ho marcato giocatori come Roberto Baggio e Beppe Signori, ma chi mi ha messo più in difficoltà è stato sicuramente Milton, ex nazionale brasiliano allora militante nel Como. È stata una delle giornate più brutte della mia vita!“
Quale dei tuoi ex compagni di squadra ricorda maggiormente per valore calcistico e umano?
“Il compagno più importante con cui abbia mai giocato è sicuramente Massimo Palanca, è stato lui senza dubbio il più forte e soprattutto la persona più importante nella mia vita calcistica. Un giorno Massimo era squalificato e durante la consegna delle maglie entrò nello spogliatoio ed espresse a mister Di Marzio il desiderio di vedermi giocare col suo numero quel giorno. Per me fu una bella emozione. Va fatta menzione anche di Enrico Nicolini, che mi ha aiutato molto.“
Dei tanti allenatori avuti in carriera, saprebbe identificarne qualcuno che si è distinto in particolar modo?
“Sicuramente devo molto a Fausto Silipo, mi ha insegnato tanto nei due anni di Primavera, era un genio della tattica, un innovatore. Nel 1985 fu precursore e attuatore della marcatura a zona quando ancora neanche il Milan di Sacchi l’aveva attuata. Purtroppo, come allenatore, non ha fatto la carriera che avrebbe sicuramente meritato. Un altro per me fondamentale fu certamente Di Marzio, con lui fui sempre un titolare inamovibile, ciò ha certamente contribuito alla mia esplosione.”
Che rapporto aveva con il presidente Albano?
“Il presidente Albano è stato come un padre per me, era schietto, di parola, ci teneva moltissimo alla squadra. Lo si può descrivere come esempio di correttezza assoluta. In occasione dello spareggio di Nola, il presidente aveva dato un importante premio a tutti noi calciatori. Purtroppo in seguito a quel presunto illecito la sentenza ci trovò retrocessi, da lì la decisione dell’intera rosa di restituire il premio ricevuto. Il presidente Albano però rifiutò la nostra decisione, affermando che noi meritavamo quel premio perché sul campo ci eravamo salvati. È stato il vero presidente del Catanzaro.”
Tornando allo spareggio di Lecce contro il Nola e alla seguente retrocessione d’ufficio, qual è il suo pensiero in merito?
“Permettetemi il termine, quella condanna fu una porcheria! Non ci fu nulla, se non la telefonata di un tifoso per motivi che nulla hanno a che vedere con potenziali combine o presunte tali. Purtroppo fummo retrocessi per un presunto illecito. Fu orchestrata una vera e propria ingiustizia ai danni della società e del Presidente Albano”
Cosa fa adesso Alessandro Rispoli?
“Adesso alleno nella scuola calcio che si chiama “Giovanili Catanzaro 2008”. Era un mio sogno fin da quando ero calciatore quello di allenare i bambini, adesso motivo di enorme gioia e soddisfazione. In loro rivedo me alla loro età.”
In questa intervista ( risaliva al 2008), è racchiuso tutto l’amore e la gratitudine di un ex calciatore nei confronti del Catanzaro e dei suoi tifosi. La storia di un guerriero del prato verde che viene ancora piacevolmente ricordato per costanza, abnegazione e correttezza.
Seppur lo stesso Sandro abbia calcato numerosi campi in tutto lo stivale, non ha mai dimenticato la squadra in cui è esploso e le emozioni che i 6 anni trascorsi nell’Uesse gli hanno regalato.
L’amore per la città lo ha portato a vivere stabilmente nel capoluogo e a mantenere amicizie della splendida squadra che fu, alcune anche fraterne come più volte rimarcato.
I racconti dei fasti vissuti, devono essere da monito a tutti i tifosi, per non dimenticare mai il motivo per cui tutti i sostenitori delle aquile sono dei predestinati della sofferenza, ma anche dei fortunati protagonisti di una storia fantastica, che ha lasciato delle emozioni indelebili in ogni attore sceso in campo per difendere questi colori.
Gabriele Scicchitano
ricordi…di gente affamata di calcio e che era attaccata alla maglia….ricordi….
QUANDO OGNI TANTO PARLIAMO LUI RICORDA SEMPRE IL CORO CHE GLI FACEVA LA CURVA…."AL SESTO SENSO SEI SEMPRE AL SESTO SENSO"…NOTA DISCOTECA DI CATANZARO IN QUEGLI ANNI. E LUI MI DICEVA NICO’ TI GIURO MA IO NON CI SONO MAI ANDATO C’ERA QUALCUNO CHE MI SOMIGLIAVA….AHAHAHHA
grande giocatore!
Quando Lui realizzò quel gol contro il taranto in B (87-88) quella palla gliela diede il Professore Massimo Palanca…ci dissa… tè và signa!!!!….e segnò sotto la Ovest!!!…..mah!!…. chi cazzu pò capiscira Gicos e pallona!!!!!….poi u bidellu e nenta do tuttu!!!!!…..
Ha ragione straniero.a Catanzaro serve un nuovo impianto almeno uguale al noucamp, almeno 85 mila posti
Gli abitanti di Catanzaro sono un pó di più e poi quelli di sarrottino e caraffa dove li metti?
Ho incontrato Sandro pochi giorni fa’ a lido e ci siamo messi a chiacchierare sulla sua ex chioma e sul calcio quando da ragazzini ci incontrammo in amichevole, in squadra con me ci stavano : Fontana, Brutto, Mirarchii, Greco ecc. è stato un piacere scambiare 4 chiacchiere con lui in quanto è rimasto il ragazzo semplice e generoso che tanti anni fa è arrivato a Catanzaro e continua ad’ amare questi colori.
Che belle le figurine anni 70-80