Intervistiamo

Abramo vuole che l’ospedale si ricostruisca dov’è

Scritto da Redazione
La proposta di deliberazione al Consiglio Comunale
 

Il sindaco Sergio Abramo ha aperto la seduta del Consiglio comunale dedicata alla discussione sul nuovo indirizzo politico per la realizzazione del nuovo ospedale di Catanzaro. Di seguito un estratto del suo intervento:

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“Ringrazio il Presidente del Consiglio Comunale e la Conferenza dei Capigruppo per avere aderito alla mia richiesta di esaminare in Aula la proposta di delibera che riguarda la localizzazione dell’ospedale HUB della Città Capoluogo. Si tratta di un atto necessario, allo scopo di fare chiarezza su una questione che rischiava – per la sua vischiosità – di prendere una china non favorevole per la nostra Città e per il suo sistema sanitario.

In materia di programmazione sanitaria è competente, come tutti sapete la Regione. Nei fatti, la gran parte dei poteri sono stati assunti dalla Struttura Commissariale per il Piano di Rientro, nominata dal Governo. I vari Tavoli Ministeriali hanno, da anni, segnalato l’anomalia della presenza, in una sola Città, di ben tre aziende sanitarie: oltre all’Asp, a cui spetta la gestione dei servizi territoriali, l’Azienda ospedaliera “Pugliese-Ciaccio”, HUB regionale, e l’Azienda ospedaliera Universitaria “Mater Domini”. Quest’ultima è stata anche la realtà di riferimento della Fondazione Campanella.

Il superamento di tale situazione aziendale è stato da tutti invocato e auspicato per una serie di ragioni: favorire l’integrazione tra l’attività assistenziale-ospedaliera garantita dalla “Pugliese-Ciaccio” e l’attività didattica e di ricerca del Policlinico universitario, con reciproco beneficio in termini di innalzamento della qualità dell’offerta medica nel Capoluogo; realizzare un significativo risparmio e ottimizzare le risorse; migliorare e potenziare gli spazi ospedalieri destinati alla diagnosi, alla cura, alla ricerca e alla didattica.

Non è dunque il principio di integrazione tra le due aziende ospedaliere ad essere messo in discussione – anche se molti rilievi all’accordo recentemente sottoscritto dal commissario Scura e dal rettore Quattrone sono pienamente condivisibili – quanto l’organizzazione sul territorio di quella che dovrebbe essere il più grande polo sanitario della Calabria.

Nell’ultima riunione di Consiglio comunale avevo sottoposto all’aula una proposta aperta, dicendo apertamente di essere contrario, sotto l’aspetto urbanistico, alla realizzazione di una “piastra” a dieci piani accanto al Policlinico di Germaneto. Ho anche detto che si poteva discutere dell’eventuale costruzione del nuovo ospedale a Germaneto (per il quale erano e sono tuttora disponibili i 120 milioni di euro dell’ex art.20), già localizzato dal Consiglio comunale nel gennaio del 2005, a patto che contestualmente venisse raddoppiato il Polo Oncologico del Ciaccio e che, al posto del “Pugliese”, venisse realizzata una grande Casa della Salute a valenza provinciale, tale da controbilanciare il trasferimento dell’HUB ed evitare una desertificazione del centro cittadino.

Ebbene, tali condizioni sono cadute perché il Piano predisposto dal Commissario Scura destinava come “futuro intervento” la realizzazione della Casa della Salute, lasciando nel vago il finanziamento occorrente di ulteriori 80 milioni di euro. In altre parole, il Piano Scura si è rivelato una scatola vuota che non poteva essere in alcun modo essere accettata.

A quel punto, recependo anche il sentimento diffuso dei cittadini, egregiamente raccolto e ampliato dal Comitato “Salviamo il Pugliese”, ma anche la larga convinzione del Consiglio comunale, il Sindaco ha dovuto prendere atto della non percorribilità del Piano Scura che avrebbe avuto effetti devastanti per gli equilibri sociali, economici, urbanistici e territoriali del Capoluogo.

Ho avanzato – dopo essermi confrontato con i vari interlocutori – l’idea di ricostruire il “Pugliese” là dove si trova, nell’area di viale Pio X, utilizzando i 120 milioni di euro già disponibili, integrabili con ulteriori 30-40 milioni di financing. E’ un’operazione tecnicamente possibile, già realizzata in altre parti d’Italia grazie alle nuove tecnologie.

Ma dirò di più. Io penso ad un grande ospedale “Pugliese” messo in relazione con il Parco del Ciaccio e con l’area del Madonna dei Cieli, dotato di un nuovo sistema viario collegato alla tangenziale ovest, munito di ampi parcheggi sotterranei e soprattutto interconnesso con il polmone verde del Parco della Biodiversità. Potrebbe diventare, nel giro di qualche anno, uno dei più belli e funzionali ospedali d’Italia.

Prendo atto con soddisfazione che l’accordo Università-Commissario ha accantonato l’ipotesi di costruzione della “piastra” a dieci piani a Germaneto, accogliendo nei fatti la nostra impostazione di fare ruotare il sistema ospedaliero del Capoluogo attorno a tre pilastri: il “Pugliese”, il Policlinico universitario, il Polo Oncologico del Ciaccio-De Lellis.

Ma questo non basta. Ecco perché chiedo al Consiglio comunale di dire una parola chiara sulla localizzazione dell’ospedale “Pugliese”, approvando la proposta di deliberazione che sarà trasmessa ufficialmente, non appena adottata dal Consiglio comunale, all’Ufficio del Commissario, alla Presidenza della Regione e al Dipartimento regionale della salute.

Immediatamente dopo bisognerà avviare un confronto serrato con Regione e Commissario perché, una volta salvaguardati i 120 milioni di euro per ricostruire il “Pugliese” quale ospedale HUB da 450 posti letto, si trovino le ulteriori risorse per potenziare il Ciaccio e per adeguare parte del Policlinico universitario.

A tale proposito, voglio ricordare che il Policlinico, sede dell’unica facoltà di medicina della Calabria, non può essere inteso come un ospedale territoriale, ma deve essere riconosciuto come struttura al servizio dell’intera Regione.

Non voglio entrare nel merito della programmazione sanitaria, ma indubbiamente suona molto male il fatto che le direzioni delle Unità Operative risultino molto sbilanciate a favore del Policlinico Universitario. Io ritengo che il Consiglio regionale, che dovrà tradurre in legge i termini dell’accordo, abbia tutte le possibilità di modificare, integrare, correggere, perché è assolutamente necessario che la nascita dell’azienda unica “Dulbecco” avvenga in maniera paritaria tra le due realtà, senza tentativi egemonici e soprattutto rispettando le rispettive storie. E non c’è dubbio che la storia del “Pugliese”, mezzo secolo di straordinario impegno a favore dell’ammalato, debba essere rispettata. Così come quella, più recente, della Facoltà di medicina, che rappresenta un fiore all’occhiello della nostra Città”.

Terminata la relazione, il sindaco Abramo ha letto in aula il testo della proposta di deliberazione sul nuovo indirizzo politico per la realizzazione del Nuovo ospedale di Catanzaro sottoposta al vaglio del Consiglio comunale.

Nel documento si mette in evidenza: “che sussistono condizioni urbanistiche e di programmazione territoriale che allo stato attuale non possono che richiedere la permanenza della struttura ospedaliera Pugliese nella localizzazione in cui si trova; che è stata verificata la possibilità, per analogia ad altri interventi fatti per strutture ospedaliere, di procedere alla demolizione della struttura esistente e la costruzione di un nuovo ospedale rispondente a tutti i necessari adeguamenti normativi e di compensare il maggior costo economico con la procedura di “Finanza di progetto” prevista dall’art. 153 del Codice dei contratti; sussiste un preminente interesse pubblico al mantenimento della localizzazione della struttura ospedaliere nell’attuale sede dell’ospedale Pugliese per frenare il degrado e l’abbandono della città; la tipologia ospedaliera in questione risponde ai criteri di utilizzazione sanitaria se localizzata all’interno di un ambito territoriale adeguato di natura provinciale e, di conseguenza, il comprensorio di Germaneto non è adeguato stante la valenza urbanistica direzionale-sanitario regionale così come proposto nella delibera di Consiglio comunale concernente gli indirizzi per la redazione del Piano Strutturale Comunale, tra l’altro in perfetta coerenza con il Piano Territoriale Comprensoriale Provinciale e il Quadro Territoriale Regionale Paesaggistico”.

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Redazione

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