Si riuniscono i Salviniani di Calabria

Prima assemblea regionale del movimento che si ispira al leader della Lega. Che (con un videomessaggio) promette: «Sarò in Calabria a febbraio». Appuntamento alle prossime amministrative. E Furgiuele garantisce: «Correremo col nostro simbolo»
 
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Per adesso i calabresi di verde fasciati devono accontentarsi di un messaggio pre-registrato. Ma Salvini c’è, è comunque presente e sarà accanto ai suoi sostenitori alle prossime amministrative calabresi. Quando? Presto, già a febbraio.

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Lo confessa, in un dialogo privato, a Domenico Furgiuele, il coordinatore regionale del movimento che porta il suo nome: «Verrò qui per supportare direttamente tutti quelli che hanno sposato questo progetto». Il primo target salviniano a sud del Pollino riguarda i grandi centri che torneranno al voto. «Ci presenteremo con il nostro simbolo – spiega Furgiuele – a Cosenza, Crotone, Rossano e Cassano allo Ionio». La prima assemblea regionale di Noi con Salvini, celebrata in un noto hotel di Lamezia, è però l’occasione buona per fissare gli obiettivi di breve periodo.

Cioè «ramificazione nel territorio, apertura di nuove sedi e campagna di tesseramento per il 2016», puntualizza il coordinatore regionale. Furgiuele, intanto, incassa anche la partecipazione di un pezzo della destra reggina. In platea ecco il presidente della Provincia (ex Fi?) Peppe Raffa, con accanto l’ex candidato sindaco di Taurianova, nonché già coordinatore provinciale azzurro, Roy Biasi (presente anche il giornalista-scrittore Nino Spirlì, suo sostenitore alle ultime amministrative nella cittadina della Piana). Raffa e il suo gruppo sono pronti a saltare sul Carroccio calabrese? Di certo il vicecoordinatore di Forza Italia, Nino Foti – uno dei capi della corrente di cui fa parte anche il presidente della Provincia – coltiva da tempo un rapporto di collaborazione e amicizia con Raffaele Volpi, seduto al banco dei relatori in qualità di vicepresidente di NcS.

SLOGAN Parole, slogan e temi cari a Salvini si diffondono in un crescendo continuo nella lunga sala (i partecipanti saranno un centinaio) che ospita l’assemblea. Si inizia con gli auguri natalizi e con le tradizioni cristiane «ormai non più rispettate».

Il fulcro del discorso riguarda però la difesa di una certa Calabria, quella dei produttori di carolea da difendere a Bruxelles, ad esempio. E si torna ai soliti j’accuse: «Non è condivisibile che questa regione sia stata ridotta alla miseria da una classe dirigente non all’altezza».

Ecco, il desiderio di Salvini, per il prossimo anno, è di portare «più normalità e lavoro» in una terra disgraziata. Gli altri passaggi riguardano questioni più generali: le rituali bordate alla Fornero e alla sua riforma delle pensioni e le altrettanto conosciute stilettate ai professionisti dell’antimafia o dell’antindrangheta. La sala gradisce. E applaude il suo leader nell’attesa di vederlo in carne e ossa.

SFIDA DEL FUTURO Furgiuele è, se possibile, ancora più diretto. «Questo movimento nasce dalla consapevolezza che la classe dirigente calabrese è inadatta ad affrontare le contingenze storiche della regione e la sfida del futuro. I partiti, soprattutto quelli di centrodestra, hanno fallito». Perché Salvini? «È l’unico leader che parla dei veri problemi che affliggono l’Italia e la Calabria, di un’Europa che favorisce l’alta finanza e le banche, che utilizza una moneta iniqua, una vera arma di distruzione di massa che ha dimezzato del 50% il potere d’acquisto delle famiglie». Il giovane segretario calabrese propone alcune ricette per cambiare la rotta nazionale e, di conseguenza, anche quella regionale.

Una è lo stop «all’immigrazione clandestina, che sta colpendo pesantemente una regione come la nostra, che fino a due anni fa conosceva marginalmente il fenomeno della prostituzione e dell’accattonaggio». Furgiuele fornisce un identikit preciso del “clandestino”: «Oggi vediamo baldi giovani di colore agli angoli delle strade, rigorosamente vestiti alla moda, con le cuffiette e i cellulari di ultima generazione in mano, mentre agitano i bicchierini di plastica per chiedere l’elemosina».

LA MISSIONE Il contesto è questo. Quindi, come riassume Nuccio Recupero, dirigente reggino di NcS, «la missione è essere tutti soldati, i generali li lasciamo agli altri». Questo perché «noi stiamo cercando di scovare quelli che sono stati indecisi alle ultime elezioni. Noi siamo il contenitore dove ognuno potrà dire ciò che pensa, in un confronto aperto con tutti quelli che sposano il progetto di Salvini».
Forse, però, il manifesto programmatico lo sintetizza al meglio Roberto Rizza, consigliere comunale di Catanzaro folgorato sulla via dell’altro Matteo: «È il momento di chiamare a raccolta il popolo italiano, da Nord a Sud. Dobbiamo aver ben chiara la strada che vogliamo seguire».

È il miglio verde, senza dubbio: «Se siamo qui dobbiamo dire grazie alla Lega, che ha capito per tempo che era ormai inutile difendere i confini dell’Italia, basati sui vecchi trattati. Ora abbiamo la possibilità di tracciare un nuovo futuro». Il tutto si riassume con un pensiero di Marine Le Pen: «Né destra né sinistra», che – secondo Rizza – «sono facce della stessa medaglia, incapaci di mettere in discussione la globalizzazione e il modernismo».
No, proprio non va quest’Europa, dice Pino Putortì, salviniano crotonese. «Noi la Turchia non la vogliamo». Putin, invece, sarebbe ospite, anzi capo gradito. «Potrebbe essere l’uomo-guida di un’Europa lontana dalla Bce, dalle connivenze massoniche e che vuole riscoprire la romanità».

Per la prima uscita pubblica del movimento può anche bastare così.

Pietro Bellantoni – corcal

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