Nel segno della Puglia. Da Andria a Monopoli, la settimana del Catanzaro si chiude col ritorno al “Vito Simone Veneziani”. L’ultima volta era stata nell’aprile del 2010, il gol vittoria siglato da Mosciaro.
Da allora sono successe molte cose. Il Catanzaro è sempre lì, il Monopoli ha avuto il tempo di ripartire dai dilettanti, Mosciaro nei dilettanti ci gioca, come quando si va in galera senza passare dal via.
Ma quella di sabato è una trasferta da vivere con spirito nuovo, un po’ perché si tratta dell’ultima dell’anno, un po’ perché il Natale è vicino, il mercato di gennaio pure, e chissà che Cosentino non decida di pescare dal mazzo delle probabilità.
Nel frattempo la cosa più ragionevole da fare è seguire i ragazzi di Erra e godersi un fine settimana in una terra ricca di storia, cultura e sapori.
Monopoli sorge lungo il litorale adriatico a 45 km a sud di Bari. Nota come “la città delle cento contrade”, il suo territorio è costituito da una fascia costiera pianeggiante che sale velocemente verso le pianure murgiane fino a raggiungere un’altitudine massima di 380 metri con i rilievi del Monte San Nicola e della Loggia di Pilato. Da qui si può ammirare la distesa di ulivi, mandorli e masserie imbiancate a calce.
Una terra di contrasti che si riflettono nella gastronomia, fortemente influenzata dai fatti di fine Ottocento, quando il progressivo sfaldarsi del sistema incentrato sulle masserie, coincise con lo spostamento di manodopera contadina verso la città.
Da qui l’unione tra conoscenze del mondo contadino e quelle legate alla presenza del mare. Da secoli, infatti,i pescatori praticavano una pesca sotto costa per non imbattersi nelle navi di pirati e corsari, avvistabili dalle tre torri (Torre Incina, Torre d’Orta e Torre Cintola).
Ecco spiegata l’origine di uno dei piatti simbolo della città, il cjambotto di pesce, una zuppa mista di pesci di piccola taglia come scorfani, gronco, vope, seppie, scampetti, accompagnata da fette di pane raffermo e pomodori. Ancora più emblematica la tièlla, un trionfo di riso, patate e cozze che testimonia il legame tra terra e mare.
Tra i primi piatti, immancabile l’orecchietta con le cime di rapa o il classico ragù, mentre tra i secondi la menzione va alle braciole alla pugliese, involtini di vitello farciti con prezzemolo, pecorino, peperoncino, cotti lentamente per diverse ore con aromi e pomodoro.
Un posto d’onore è occupato anche dalle verdure, la cui produzione è favorita dal clima mite presente quasi tutto l’anno. Piatti tipici sono anche gli antipasti di mare cotti e crudi, mentre sullo sfondo troviamo le infinite varietà di pane e prodotti da forno come la “frisedda”, la focaccia, il calzone di cipolle e il trionfo di latticini: il cacio ricotta, le mozzarelle, le burrate, la ricotta forte da spalmare sul pane abbrustolito.
Ad unire questa varietà di piatti ci pensa l’olio d’oliva, profumato, intenso, in grado di esaltare ogni pietanza senza mai coprirne il sapore.
Ad innaffiare il tutto un buon bicchiere di Negroamaro o Primitivo di Manduria da affiancare ad un pranzo a base di carni rosse e formaggi stagionati, oppure un bianco come il Gioia del Colle o il Gravina da abbinare al pesce.
Poi sui gradoni del settore ospiti a sostenere questa banda di ignoranti (cit. Moi) che ha terribilmente bisogno di tutto il calore del popolo giallorosso.
Bellissima iniziativa che continua (a parere mio) a rendere molto più "appetitosi" gli appuntamenti col calcio giocato dalle nostre Aquile….<br />
Un po’ banali i riferimenti al gioco del Monopoli……… <br />
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un pochino, ma solo un pochino, dovete ancora imparare….. ;-)<br />
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Forza GIALLOROSSI!
complimenti per info…ma chi lo legge alle 09.00 deve andare subito a mangiare…fate venire la fame col racconto cosi perfetto