Non aveva sparato in tempi recenti la pistola di Cosimino Abbruzzese, detto “U tubu”, arrestato lo scorso nove giugno, dopo l’omicidio di Domenico Bevilacqua, alias “Toro seduto”. L’accusa nei confronti di Abbruzzese – considerato tra i vertici del clan degli zingari rivale al gruppo di Bevilacqua – era di detenzione di arma clandestina.
L’arma, una pistola calibro 7.65, era stata ritrovata nella macchina di Abbruzzese, con quattro colpi pronti a sparare. Ma nel corso dell’appello del riesame affettuato giovedì, è stata depositata la perizia dei Ris che ha dato esito negativo sulla pistola, che non avrebbe esploso colpi nel periodo vicino all’omicidio di “Toro seduto”.
Bevilacqua, 56 anni, era stato freddato il 4 giugno scorso nel suo quartiere di residenza a Catanzaro, Aranceto, lo stesso nel quale è stato arrestato “U tubu”. Due killer a bordo di uno scooter, secondo le prime ricostruzioni, avrebbero esploso sette colpi contro la vittima, due dei quali lo avrebbero ferito mortalmente alla testa. Inutile la corsa in ospedale, dove Bevilacqua è giunto ormai in fin di vita.
Una prima pista sull’omicidio si era aperta col ritrovamento della pistola di Abbruzzese, difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Antonio Ludovico, ma le analisi dei Ris costringono, ora, a nuovi interrogativi.
ale.tru.- corcal