La sentenza del Consiglio di Stato sulla vicenda Icom fa giustizia e apre una nuova e bella pagina per la città di Lamezia.
Il Comune non dovrà versare alla società il risarcimento di 54 milioni di euro richiesto dall Ing. Noto. Neppure un euro.
Tutto questo è un bene per tutta la città, che può guardare con maggiore serenità e fiducia al futuro.
Dalla sentenza del Consiglio di Stato, emergono alcune verità importanti.
Nel testo della sentenza leggiamo che “l’esame degli atti porta ad escludere la “rimproverabilità” della condotta tenuta dall’Amministrazione” in quanto “le trattative non sono giunte a conclusione per esclusiva colpa della società, la quale, rispetto ad un accordo di massima già raggiunto, ha poi preteso d’introdurre modifiche di carattere sostanziale”. E sempre nel testo della sentenza si rimarca che è “rimproverabile” la condotta della società Icom.
Il Consiglio di Stato dà così atto all’amministrazione comunale da me guidata di aver agito sempre correttamente, difendendo la dignità della città nel rispetto della legge.
C’è un chiaro apprezzamento da parte del giudice amministrativo che mette nero su bianco quanto abbiamo con forza sostenuto in questi anni in tutte le sedi: l’amministrazione da me presieduta ha semplicemente voluto difendere la città e far rispettare la legge, nell’interesse di tutta la nostra comunità.
E il Consiglio di Stato afferma un’altra verità importante: dal 2009 la società non ha richiesto un nuovo permesso a costruire in quell’area, né proposto nuovi progetti. A partire dal 2009 la società si è impuntata sul risarcimento piuttosto che sulle possibilità di investimento!
Abbiamo ereditato nel 2005, quando sono stato eletto per la prima volta sindaco di Lamezia, una situazione complicatissima, una “polpetta avvelenata”, rispetto alla quale abbiamo sempre e solo cercato di difendere gli interessi della città.
I terreni su cui sarebbe dovuto sorgere l’ipotetico Outlet erano stati venduti dal proprietario Cosentini a un giovane avvocato per un valore di 50mila euro e un mese dopo erano stati acquistati dalla Icom a un prezzo di 4 milioni e 800mila euro, un prezzo lievitato di circa 100 volte nel giro di un mese.
E poi nei primi mesi del 2005 il Comune aveva illegittimamente pubblicato sul Burc della Regione Calabria che la conferenza dei servizi, che avrebbe dovuto dare il via libera al progetto di Noto, era chiusa quando in realtà non si era mai conclusa per impedire alla nuova amministrazione eletta democraticamente dai cittadini qualsiasi possibilità di parola e di rappresentanza degli interessi della collettività.
Queste due vicende danno un quadro chiaro della situazione in cui ci siamo trovati ad operare. Ora giustizia è stata fatta per la città. La sentenza del Consiglio di Stato, che afferma che la mia amministrazione ha sempre detto la verità ai cittadini in questi 10 anni, é la risposta a settori politici ed economici che, tanto sulla vicenda Icom quanto su quella del paventato dissesto, per interessi meschini hanno lavorato contro gli interessi della città.
Sono contento che la nuova amministrazione potrà lavorare senza l’angoscia e le difficoltà che abbiamo avuto noi negli scorsi anni e scegliere con libertà quali progetti portare avanti per il bene della città.
Gianni Speranza ex sindaco di Lamezia Terme