Si chiama “Salviamo l’ospedale Pugliese” ed è un comitato partecipato da associazioni e semplici cittadini che vuole interessarsi al processo di integrazione che la Regione Calabria, attraverso il commissario ad acta per il Piano di rientro sanitario Massimo Scura, e l’università “Magna Graecia” di Catanzaro hanno intenzione di mettere in pratica per le aziende ospedaliere “Pugliese-Ciaccio” e “Mater Domini”, dando vita all’azienda unica “Renato Dulbecco”.
Il comitato, coordinato da Francesco Pitaro già presidente dell’associazione “Il Pungolo per Catanzaro”, ha quindi espresso in una conferenza stampa su quali basi si è formato e quali iniziative intende mettere in atto affinché si possa rivedere il piano che porterà alla chiusura dell’attuale plesso del nosocomio catanzarese nel cuore della città capoluogo: «Non siamo contrari all’integrazione tra le due aziende – ha spiegato Pitaro – questo sia chiaro, ma riteniamo che sia necessaria più trasparenza da parte del tavolo paritetico.
È assurdo, infatti, che al tavolo non prenda parte il sindaco di Catanzaro. Inoltre chiediamo che ci sia data la possibilità di prendere parte agli incontri non solo per capire meglio le proposte, ma magari per portare nella discussione anche il punto di vista dei cittadini, della società civile».
Così, assieme alla richiesta di essere parte attiva del processo di integrazione, il comitato intende anche interpellare il consiglio comunale tutto e il sindaco affinché si esprimano pubblicamente sull’ipotesi di chiusura del vecchio plesso di viale Pio X in favore del nuovo padiglione da costruire al policlinico universitario nel quartiere Germaneto, 12 chilometri più a sud, nel cuore dell’area più in via di espansione di tutta la provincia catanzarese.
Il progetto che sta prendendo forma nelle riunioni tra Regione e università, infatti, prevede non più un ospedale ex novo – che avrebbe comunque sancito la chiusura dell’attuale plesso “Pugliese”, sul quale pare insistere la spada di Damocle dell’inadeguatezza strutturale rispetto alle norme vigenti – ma la creazione di un’unica azienda che integri funzionalmente due enti che, ad oggi, si sovrappongono in alcune unità operative (una ventina circa quelle da “tagliare” con la fusione), con un risparmio annuale di una decina di milioni di euro oltre a ulteriori 100 milioni di risparmi in investimenti.
Il comitato, allora, vuole vederci chiaro, vuole avere informazioni “di prima mano”: «Non si può chiudere l’ospedale Pugliese – ha proseguito Pitaro –, senza partecipazione e trasparenza, perché si tratta di struttura efficiente e funzionante in cui vi sono reparti di qualità e salva vita, in mancanza dei quali la comunità che abita nel cuore della città resterebbe anche priva di assistenza sanitaria immediata e in via di emergenza con violazione del diritto alla salute di cui all’articolo 32 della Costituzione.
Ripeto: non siamo contrari alla integrazione purché all’ospedale Pugliese rimangano reparti di qualità e specialistici anche salva vita che possano dare risposte immediate alla comunità». Così, a Scura sarà notificato l’atto costitutivo del comitato e sarà chiesto l’accesso agli atti finora prodotti dal tavolo paritetico.
A difesa del presidio ospedaliero che oggi è ospitato nella zona nord della città, anche le associazioni di categoria dei commercianti, che al grido di “Se muore il Pugliese, muore la città”, si sono unite alla mozione del comitato.
E qui si apre la questione – tutta catanzarese – della spoliazione della città a favore della provincia e delle aree limitrofe al centro.
Infine, per dare manforte all’azione del comitato, già da domani si procederà all’organizzazione di una raccolta firme e di una petizione ad hoc.
Alessandro Tarantino