Facce sgomente. Sospiri trattenuti. Pensieri nascosti e incredulità fanno da contorno a una storia che si consuma in una località del Tirreno cosentino, con tre famiglie coinvolte, tre storie diverse alle spalle, tre ragazzi segnati nel loro percorso adolescenziale.
Parlare di sessualità non è spesso facile per un genitore, ma come si siano sentiti la madre e il padre di una ragazzina quando hanno saputo che la loro “piccolina” era stata ripresa da un telefonino, mentre consumava (pare si stia indagando per capire se fosse consenziente o meno) un rapporto sessuale con un amico di un paio d’anni più grande deve essere stato come un fulmine a ciel sereno, di quelli che squarciano l’anima.
L’hanno vista nascere, crescere, ma non pensavano, quei genitori, che Sara (il nome è di pura fantasia) potesse avere il suo primo rapporto intimo a quella giovanissima età, che quei seni appena pronunciati e l’aria da piccola donna finissero in un video girato, pare, da un altro coetaneo, assieme ai due in una casa.
Che dietro ci sia una prova d’amore per quel ragazzo con cui esce in comitiva, l’ingenuità, o l’essere disinibita resta tutto nella sfera privata, in cui nessuno vuole e può entrare. Eppure sono le conseguenze a pesare di più, o quelle (si scongiura non arrivino) che potrebbe subire la minore, che sembra abbia iniziato un percorso con uno psicologo.
I suoi due “amici” avrebbero diffuso il video tramite messaggi privati o digitali ad altri compagni. Le scene non sono finite sull’etere, ma sono rimbalzate da un cellulare a un altro, in una matassa che rischia di diventare ingarbugliata, molto più di un labirinto. Gli investigatori stanno cercando di capire quante persone hanno inoltrato e condiviso il filmino da un telefonino a un altro (il reato è nella divulgazione delle immagini e non nella visione), e impedire che possa essere “caricato” in circuiti pericolosi, come la rete. In questo “filo d’Arianna”, sono rimasti incastrati i due adolescenti, forse vogliosi di fare gesti goliardici, di dimostrare la propria mascolinità o giocare al “gioco” dei grandi. Ma il coraggio di provare a placare il senso di vergogna, l’imbarazzo che t’impedisce d’uscire di casa e condurre la vita spensierata come tutti gli adolescenti avranno spinto Sara a parlare coi genitori.
Che hanno sporto denuncia all’autorità giudiziaria, nei confronti dei due minorenni. Su di loro pesa l’accusa di divulgazione di materiale pedopornografico. Il fascicolo è nelle mani del procuratore dei minori Beniamino Calabrese.