L’imprenditore Tommaso Guzzetti aveva “allargato” troppo il suo giro di affari. E così facendo avrebbe attratto su di sé le attenzioni delle cosche della ‘ndrangheta.
Sono queste le ipotesi investigative su cui si concentrano le indagini dei Carabinieri dopo l’omicidio dell’imprenditore avvenuto a Sorbo San Basile, in una zona di montagna. Dietro la figura di imprenditore pulito e senza precedenti, ci sarebbe dunque dell’altro. Ed è su questo che vuole vedere chiaro la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro che, con il sostituto Vincenzo Capomolla, conduce le indagini sin dal primo minuto.
Nonostante il fatto che Guzzetti non avesse alcun precedente penale o di polizia, le indagini sono state subito affidate all’Antimafia, confermando i sospetti avanzati nei primi momenti.
Guzzetti aveva allargato, negli anni, i suoi affari nel settore delle autolinee e dei viaggi, ed in quello dei trasporti, ma restava legato alla prima attività, quella della ditta boschiva e con nuove prospettive verso le energie alternative. Una crescita esponenziale, registrata e intercettata dalle cosche, secondo le ipotesi degli inquirenti.
Per questo i carabinieri del Reparto operativo provinciale e della Compagnia di Catanzaro stanno spulciando ogni singola attività e ogni contatto di Guzzetti. In questo ore il magistrato affiderà l’incarico per gli esami autoptici per confermare anche la dinamica del delitto, secondo la quale l’uomo, che avrebbe compiuto 54 anni a settembre, sarebbe stato ucciso con due colpi di fucile e quattro di pistola, esplosi prima per fermare il fuoristrada su cui viaggiava, poi per giustiziarlo con una chiara modalità mafiosa.