Prima era arrivata la chiusura, dal 4 marzo al 10 giugno scorso. Poi una riapertura che ci si immaginava definitiva e invece è durata soltanto per qualche giorno.
Perché il viadotto Stupino, collocato a metà del tratto dell’A3 che collega Altilia e Rogliano, è di nuovo chiuso. Non si passa e i disagi sono ripresi.
Questa volta, però, senza alcuna comunicazione (né per la riapertura, né per la nuova chiusura). Una delle segnalazioni arrivata in redazione è di Paolo Cappadona, consigliere nazionale dell’Ordine dei geologi e utente quotidiano del tratto autostradale: «Si transita a doppio senso di circolazione sulla corsia Sud. Quindi dopo 3 mesi di chiusura, nessun intervento strutturale, un goffo tentativo di riapertura con passaggio da brividi… Si torna alla chiusura (a questo punto c’è da pensare “sine die”).
E tutto questo senza alcuna informazione da parte di Anas».
Un quadretto non proprio edificante. C’è da pensare che il problema si sia proposto sempre nello stesso modo, il solito «guasto a un giunto» di cui parlava il servizio assistenza clienti dell’Anas.
Oggi come negli ultimi tre mesi (tranne un settimana di transito meno disagiato), i veicoli diretti a nord sono costretti a un cambio di carreggiata proprio in corrispondenza del viadotto “Stupino”. Poco meno di 2 chilometri a doppio senso che stanno si traducono in code, soprattutto in mattinata e a fine giornata.
Le uniche motivazioni ufficiali risalgono, ancora, allo scorso 4 marzo: «Chiusura temporanea necessaria per consentire al nostro personale di eseguire le verifiche e gli accertamenti tecnici urgenti, in corrispondenza del viadotto».
Da allora nessuna novità, mentre gli automobilisti attendono di sapere come si concluderà l’altra questione che riguarda la Salerno-Reggio Calabria: lo stop, con tanto di deviazione, nel tratto che va da Laino Borgo a Lagonegro, per il tragico crollo di un giunto nel quale ha perso la vita un operaio.
Le condizioni di transito, al solito, non sono ottimali.
La stagione estiva si avvicina e anche l’esodo. Sempre ammesso che i vacanzieri siano così motivati da sottoporsi a qualche centinaio di chilometri di calvario per raggiungere le spiagge calabresi.
p. p. p – CORCAL