“Abbiamo trasmesso al procuratore federale Stefano Palazzi tutta la documentazione che potevamo inviare, mentre analoghe informazioni sono state chieste anche dal procuratore federale di Malta”.
Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, nel corso della conferenza stampa che si è svolta a Catanzaro sui 17 provvedimenti di custodia cautelare emessi dal gip Domenico Commodaro in merito alle 50 persone fermate nell’operazione “Dirty Soccer” contro il calcioscommesse.
Rispetto alle decisioni del giudice, Lombardo ha detto: “Abbiamo messo un punto fermo sulla complessiva attività investigativa, con il gip che ha riconosciuto la gravità indiziaria ricostruita dalla Procura”. L’interesse della Procura federale di Malta si riferisce alla presenza di un maltese fra i presunti finanziatori delle organizzazioni che gestivano il calcioscommesse. Il procuratore capo ha poi sottolineato: “Il giudice ha ridotto i componenti dei due nuclei associativi che avevamo individuato a quelli che hanno avuto un ruolo specifico nelle frodi, ma è stata individuata la gravità indiziaria in gran parte delle partite contestate, a conferma della bontà del lavoro svolto”. Rispetto al mancato riconoscimento dello stesso gip dell’aggravante mafiosa, Lombardo ha detto: “Per Pietro Iannazzo (esponente di spicco dell’omonimo clan di Lamezia arrestato nell’operazione, ndr) il giudice ha ritenuto che in questa circostanza lui ha svolto il ruolo di consulente sportivo di una società calcistica, quindi ha ritenuto che non ci fossero gli elementi dell’aggravante.
A campionato finito – ha aggiunto il procuratore capo – il gip ha anche ritenuto che non ci possa essere il rischio di reiterazione del reato per alcune delle persone coinvolte”. Facendo il punto sull’inchiesta, inoltre, Lombardo ha affermato: “E’ emerso che sono più le dirigenze sportive che non i singoli calciatori ad accettare compromessi”.