Stiamo facendo volontariato, praticamente. Peccato che fare assistenza, sia il nostro lavoro». È con ironica amarezza che descrivono le proprie difficoltà i lavoratori delle strutture socio-sanitarie calabresi accreditate che questa mattina hanno protestato davanti all’assessorato regionale alle Politiche sociali. «Fino a oggi abbiamo erogato i servizi di assistenza socio-sanitaria alle persone con disabilità grave, con professionalità e umanità, ma non abbiamo ricevuto quello che ci spettava: ecco perché siamo qui. Vogliamo che il nostro lavoro venga riconosciuto: se la Regione continuerà a non ascoltare le nostre richieste, non solo si perderanno posti di lavoro, quanto gli assistiti finiranno in mezzo a una strada.
Non esiste programmazione, non viene tenuto in conto l’importanza del lavoro che le strutture per cui operiamo svolgono nel tessuto sociale calabrese”, ripetono con veemenza ai microfoni e ai taccuini dei giornalisti gli operatori e coordinatori delle strutture.
A fare il punto della situazione è don Biagio Amato, presidente di Fondazione Betania, la realtà che da oltre 40 anni opera a Catanzaro assistendo anziani e disabili e che ormai da anni naviga in acque economicamente turbolente a causa del mancato trasferimento di fondi dalla Regione:
«Da almeno un anno, le Politiche sociali non pagano le contabilità di tutte le 500 strutture socio-assistenziali. Questi soldi sono necessari per pagare gli stipendi e per mantenere in essere le realtà che in molti casi sono l’unico aiuto per le famiglie di persone con disabilità gravi».
Quanto alla risposta della Regione, il prossimo 16 giugno è in programma un incontro tra i portavoce delle strutture e il presidente Oliverio: in quell’occasione, come i manifestanti auspicano, si getteranno le basi per ripianare i debiti dell’intero comparto e riallineare tariffe e costi.
ale. ta – corcal