Pasqualino “renegade” Ruberto. È il destino gramo di chi ha a lungo sognato di diventare sindaco di Lamezia senza l’appoggio dei partiti “tradizionali”, con una proposta politica di natura civica in aperta opposizione sia (e soprattutto) al centrodestra di Mascaro che al centrosinistra di Sonni.
Fallito quel tentativo, l’ex presidente di Calabria etica ha sperato in un apparentamento con il Pd e il resto della coalizione; ma l’incontro è terminato con un nulla di fatto. E ora sembra che nessuno, in vista del ballottaggio di domenica prossima, voglia – almeno apparentemente – i voti di Ruberto.
Anche se le 7mila e passa preferenze ottenute alle elezioni del 31 maggio fanno comunque gola, in particolar modo a chi è costretto a inseguire: quel Sonni che deve giocarsi ogni carta per recuperare il gap nei confronti del lanciatissimo Mascaro.
L’approccio preliminare tra il leader di Città reattiva e Ruberto non ha dunque prodotto esiti di rilievo. «Ognuno è rimasto sulle sue posizioni iniziali», dicono i beni informati.
Nessun accordo, insomma, con Sonni sempre più convinto di farcela anche senza un appoggio ufficiale dell’elettorato di Ruberto. Che, assicurano i più esperti, in realtà potrebbe “disporre” di un pacchetto di soli 2mila voti (gli stessi che, alle ultime regionali, hanno consentito a Nazzareno Salerno di conquistare un seggio in consiglio regionale).
Lo stallo degli ultimi giorni, in ogni caso, avrebbe convinto l’ex candidato alle europee a lasciare “libertà di coscienza” al suo elettorato di riferimento.
Uno scenario che permetterebbe ai due candidati a sindaco di “pescare” consensi in un bacino abbastanza ampio. Voti che potrebbero risultare decisivi in vista del verdetto finale.
Ma è proprio questa capacità di “persuasione” che – secondo diversi esponenti del centrosinistra lametino – mancherebbe a Sonni.
Personalità di grande spessore umano e professionale, ma ancora non del tutto attrezzata a livello politico.
L'”ingenuità” del trionfatore delle primarie – sottolineano gli addetti ai lavori – si sarebbe palesata proprio qualche giorno fa, quando Sonni ha promesso di annunciare la sua giunta nelle ore precedenti il ballottaggio.
«In questo modo si rischia di perdere i consensi di chi non è stato incluso nell’esecutivo virtuale», gli avrebbero fatto notare le persone a lui più vicine.
Da qui il parziale dietrofront, con Sonni che ha aggiustato il tiro parlando di una “mini-giunta” – composta da nomi di alto profilo – con alcuni tasselli mancanti e da completare in seguito. Un modo per non far “desistere” i suoi supporter più ambiziosi.
Al tempo stesso, Sonni ha deciso di dedicare quest’ultima fase della campagna elettorale alla costruzione di un nuovo rapporto con i territori.
Si spiegano così i suoi sempre più frequenti tour nei quartieri anche più marginali della città. Aspetto, questo, forse abbastanza trascurato nella prima parte della campagna.
Ma ora bisogna tentare davvero il tutto per tutto. Anche se Ruberto resta (ufficialmente) un rinnegato.
Pietro Bellantoni – corcalabria