Sarebbero almeno 24 i milioni di euro in più che la Regione, dal 2009 ad oggi, avrebbe versato nelle casse dell’Azienda ospedaliera universitaria “Mater domini” di Catanzaro.
È quanto emerge dall’esposto presentato questa mattina dai parlamentari calabresi del Movimento 5 Stelle Dalila Nesci e Paolo Parentela, al procuratore capo di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo.
Nell’incontro che si è tenuto questa mattina in Procura, infatti, i parlamentari pentastellati hanno sottolineato come da ormai sette anni si stia «reiterando un regime di prorogatio illegittimo».
A finire nel mirino di Nesci e Parentela, non solo il ruolo di Massimo Scura, commissario ad acta per il Piano di rientro sanitario della Regione Calabria, ma anche quello di Bruno Zito, direttore generale del dipartimento regionale Tutela della salute: «Il protocollo d’intesa che regola i rapporti tra Regione Calabria e Azienda ospedaliera “Mater domini” è scaduto dal 2008. Non è possibile pensare di dare un surplus di milioni di euro in una regione commissariata. Sono cifre che non si inventa il Movimento, ma sono numeri già segnalati dal settore economico del dipartimento regionale ma Zito se ne infischiò.
Il finanziamento doveva essere di 28,2 milioni di euro anziché 52, ma di sua sponte Zito decise di prorogare il finanzimento. Arriviamo così a disturbare la magistratura perché tutti i livelli istituzionali con responsabilità amministrative e politiche, non danno risposte».