In barba ad una normativa che richiede a chi è iscritto all’ordine dei giornalisti “aggiornamenti” unitamente a formazione professionale continua, se questi sono i risultati c’è da piangere.
Chi scrive non è né giudice, né depositario del vero assoluto, come forse non lo è nessuno, perché la verità ha tante facce (forse) ma la menzogna è strumento illegittimo per soddisfare fini reconditi di chi comunica artatamente barzellette.
Era da tanto tempo che non sentivamo pronunciare ripetutamente il calofonico nome del Capoluogo di Regione. Ed anche stamane accendi la TV e lo speaker di turno inizia con “… la Procura di Catanzaro … ecc.”. Il mio bimbo (appena 5 anni di età) corre verso di me e dice “papà hanno detto Catanzaro, Catanzaro” e poi chiude : ”forza Catanzaro papà!” .
L’anno calcistico si chiude con la ahinoi solita coda. Intercettazioni, responsabilità oggettive, responsabilità dirette, omissioni di denuncia o presunte tali. Chiunque si improvvisa in elucubrazioni giuridiche, certo della propria visione delle cose, avvolto dalla frustrazione della natura umana che si vuole riconoscere ad ogni costo la capacità divinatoria della conoscenza del futuro.
Ma il nome “Catanzaro” porta a chi lo pronuncia un piacere particolare, è strano o forse no. Lo stesso non è avvenuto qualche anno addietro quando si è pronunciato il nome “Bari” e ad essere toccati sono stati “quartieri nobili” del calcio italiano. Non si è parlato della responsabilità diretta e/o oggettiva non si è parlato di una società che aveva tre quarti di tesserati inquisiti.
La Lega Nazionale Calcio, anzi, dopo un po’ di tempo ha provveduto a promuovere un condannato per omessa denuncia (sotto squalifica seppur per qualche mesetto) a direttore tecnico della nazionale. Una lega nazionale che promuove alla presidenza un soggetto diffidato dalla UEFA per frasi razziste e poi lo erge chiosatore del collega presidente della lega dilettanti Felice Bellodi, per le frasi offensive che avrebbe pronunciato sul gentil sesso (“avrebbe” caro collega Riccardo Giacoia, si dice “avrebbe” fino ad accertamento definitivo dei fatti). E se il pesce puzza dalla testa … ai cortesi lettori il compito di riempire i puntini sospensivi. Si possono “truccare” partite così come si possono “truccare”, conferendo alle immagini un determinato peso specifico, anche determinate affermazioni. Quante contraddizioni!
Alla magistratura, nella speranza che si adoperi a sanzionare i veri responsabili, l’arduo compito di fare emergere la verità al di là di intercettazioni e di eccessive spettacolarizzazioni che offendono tutti. Dalla procura di Catanzaro al Catanzaro calcio il passo è stato breve per le news che hanno sfiorato la società giallorossa.
Parlare , non parlare? Nel mondo mediatico si rischia di sbagliare comunque ci si muova o se non si agisce. Ma se si viene interrogati dai giornalisti, bene ha fatto Giuseppe Cosentino a replicare in maniera decisa allorquando è stata solo nominata la società che presiede. Altrettanto bene farebbe a formalizzare una diffida a nominare la società Us Catanzaro in modo inappropriato, meglio ancora farebbe a chiamare ai danni chi già lo ha fatto dicendo cose inesatte.
A noi l’ennesima estate fatta di calcio e non calcio, alla ricerca spasmodica della verità che ci viene servita su piatti luculliani incorniciati da menzogne. Tutti presi in attesa di un po’ di normalità, per un Paese che nell’incongruente intento di auto incensarsi, continua a crollare sotto i colpi di una crisi che coinvolge non solo l’aspetto economico, ma soprattutto le coscienze di tutti coloro i quali sono stanchi della mediocrità.
Giuseppe Mangialavori