Lavoratori usati e poi buttati.
La Regione azzera tutti i contratti pre-elettorali di Calabria etica e manda a casa 250 collaboratori. Il dipartimento Lavoro ha dichiarato la nullità delle “assunzioni” effettuate dall’ente in house della Regione alla vigilia delle elezioni dello scorso 23 novembre.
Questa mattina quattro capi progetto di Calabria etica sono stati convocati dal commissario della Fondazione, Carmelo Barbaro, che ha riferito loro circa il contenuto di una comunicazione del dipartimento 6, guidato da Antonino De Marco.
Nella lettera viene dichiarata la nullità di tutti i contratti relativi a quattro progetti già avviati da Calabria etica, cioè “Responsabilità sociale imprese in Calabria”, “Potenziamento per rendere accessibile l’informativa sociale”, “Sostegno delle politiche integrate a favore della famiglia (Centri famiglia)”, “Piano di comunicazione istituzionale”.
Barbaro, nelle prossime ore, dovrà comunicare ai collaboratori la decisione del dipartimento e la relativa risoluzione dei contratti.
La cancellazione dei progetti avrebbe una motivazione burocratica, ovvero la loro mancata “repertoriazione“.
L’iter per l’avvio dei progetti siglati dall’ex presidente Pasqualino Ruberto sarebbe stato insomma incompleto.
Un “cavillo” procedurale che ora, su input della Regione, permette alla Fondazione di “stracciare” i contratti di 250 co.co.pro.
C’è da dire che alcuni tra i progetti archiviati erano attivi da molti anni. In particolare quello sui Centri famiglia, operativo dal 2006.
L’ente in house è stato commissariato lo scorso 5 febbraio e Ruberto è stato sostituito dal dirigente dell’Audit Barbaro.
Che ora ha avuto mandato di procedere con un repulisti radicale, oltre che piuttosto insolito.
La Procura di Catanzaro nelle scorse settimane ha aperto un’indagine per abuso d’ufficio sulle collaborazioni sottoscritte dalla Fondazione negli ultimi mesi. Calabria etica ha allargato il numero dei suoi “dipendenti” nell’imminenza delle ultime regionali e a pochi mesi dalle amministrative di Lamezia, che vedono proprio Ruberto in corsa per la carica di sindaco.
Una “campagna di assunzioni” sospetta, su cui la Procura vuole vederci chiaro. E capire se i lavoratori siano stati usati dalla politica. Prima di essere scaricati.
Pietro Bellantoni
corcalabria