“Forse non tutti sanno che: “L’uccisione di animali, in diritto penale, è il reato previsto dall’art. 544-bis del codice penale ai sensi del quale: Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da 4 mesi a 2 anni”. Una parte della dottrina recente ha etichettato questo reato coniando il neologismo “animalicidio”, a sottolineare il parallelo realizzato dal legislatore tra questa fattispecie delittuosa e l’omicidio”. E’ quanto scrive l’associazione Anima randagia di Catanzaro, in merito all’uccisione di un pastore tedesco lo scorso 13 marzo in via Conti Ruffo a Catanzaro.
“Il Servizio Veterinario dell’Asp di Catanzaro Area “C” – continua la nota – è prontamente intervenuto nella persona del Dr. Luciano Conforto, Medico Veterinario che ha sempre messo a servizio la propria preparazione e il proprio amore e rispetto per gli animali, che ha constatato la presenza del microchip all’interno del corpicino del povero cane.
E’ inutile continuare a ribadire ogni qual volta accadono questi episodi il nostro ribrezzo unito a rabbia e indignazione, perchè purtroppo non sorbiscono alcun effetto. L’unica cosa certa è che questa volta la persona che ha compiuto tale gesto pagherà per quanto ha fatto, tutto grazie al microchip e alla sua obbligatorietà di inoculazione. Esistono leggi che parlano chiaro, esistono Persone, Associazioni, Enti e Istituzioni apposite per farle rispettare.
Un immenso grazie ai privati cittadini che hanno prontamente segnalato quanto visto e al Servizio Veterinario Asp competente.
Ricordiamo al proprietario del cane ucciso che i reati scaturiti da questo evento sono tutti perseguibili d’ufficio.
Vigileremo come Associazione sui procedimenti che andranno a innescarsi e ci assicureremo che quel “qualcuno” paghi per quanto ha fatto”.