Intervistiamo

Cosa deve essere un capoluogo? Ci rifletta la “nuova” Regione

Scritto da Redazione
La nota dell’associazione Catanzaronelcuore

 

Leggendo il prestigioso Corriere Economia dello scorso 1 dicembre, ed imbattendoci nell’articolo intitolato “Debutti, il super appello della nuova tassa sui servizi” a firma Stefano Poggi Longostrevi, registriamo – e non è la prima volta! – che, per l’autorevole estensore della nota, il capoluogo della nostra regione sia Reggio. Ovviamente abbiamo inviato alla redazione di quel giornale le nostre belle e-mail per segnalare il “refuso”, una pratica a cui, nostro malgrado, siamo abituati giacché questo equivoco è assai ricorrente.

D’altro canto, se poche settimane fa il Ministero dei Beni Culturali – nella giusta finalità della razionalizzazione dei suoi Uffici con unificazione nei capoluoghi di regione – aveva immaginato di accorpare la sede di Catanzaro a Reggio anziché proporre il contrario, e se lo scampato “pericolo” è stato salutato dai politici catanzaresi come una “vittoria” anziché rifletterci sopra e alzare la posta, è evidente che esiste un problema, fuori e dentro la nostra regione, e che questo si ripeterà ciclicamente, e che nessuno lo sta valutando coerentemente.

Ma a questo punto vorremmo andare oltre la banale correzione geografica e coinvolgere la classe dirigente regionale in una riflessione politica sulle istituzioni calabresi, sulla loro ubicazione, sul loro significato, consapevoli che non mancheranno le menti sciocche le quali riterranno l’argomento di scarsa importanza, dal momento che abbiamo questioni più gravi come la fame nel mondo, la crisi economico-finanziaria e la criminalità!

L’imminente insediamento del nuovo governo regionale, unitamente all’assemblea dei nuovi consiglieri, ha il dovere di costituire un momento di svolta reale e coraggiosa della politica calabrese. Non saremo noi, pure avendo, ovviamente, convinzioni e idee ben precise in merito, a dettare tempi, ambiti e modalità di azione; l’agenda è corposa ed alla classe politica regionale rivolgiamo l’invito di affrontare i futuri impegni con una puntuale individuazione delle priorità, avendo ben chiaro, però, di operare sempre per il bene ed il progresso di tutti i calabresi.

Da anni ci battiamo affinché l’anomalia calabrese, rappresentata dall’insano duopolio Catanzaro-Reggio, venga definitivamente cancellata, tanto per ragioni economiche quanto per motivi di funzionalità, razionalità, efficienza e corretta percezione di un capoluogo, che sia uno e veramente tale. Non giova infatti a nessuno la frammentazione vigente da un quarantennio a questa parte, da quando scellerate azioni di forza “costrinsero” a insediare il Consiglio Regionale al di fuori del capoluogo: duplicazione delle sedi istituzionali, duplicazione delle spese, duplicazione della percezione – all’esterno dei confini regionali – di quale sia il capoluogo, con il suo ruolo effettivo e le sue funzioni reali. Tutti segni di un’anacronistica debolezza istituzionale che la classe dirigente regionale, mostrando maturità, ha oggi il dovere di superare con l’auspicio che una Calabria nuova possa realizzarsi.

A breve si inaugurerà la Cittadella Regionale. L’occasione sarebbe propizia per dare il segno della svolta: riportare nel capoluogo il Consiglio Regionale attualmente ubicato in riva allo Stretto di Messina. Si restituisca a Catanzaro l’integralità del suo ruolo, a beneficio della Calabria intera. E lo si faccia anche in occasione della prossima inaugurazione ed intitolazione dell’edificio del Governo Regionale, assegnandogli il nome di “Palazzo degli Itali”, con ciò assecondando la forte volontà popolare che già si è espressa in tal senso e che, evitando altre soluzioni autoreferenziali e riduttive, ha inteso individuare e riconoscere in quelle genti, che per prime si stanziarono proprio nel territorio catanzarese ove ora sorge l’edificio regionale, i primi segni identitari del popolo calabrese e l’insieme di quegli specifici valori atti a costruire un efficace assetto politico-sociale, basato prevalentemente sulla coesione, tale da fare progredire la nostra Calabria, nel nome dell’unità, della dignità, della legalità e del coraggio politico.

 

 

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Redazione

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