In un calcio che cambia in continuazione, tocca anche al Catanzaro giocare al “Ceravolo” per la prima volta nella sua storia alle 12:30. A tenere a battesimo questa novità c’è l’Ischia, in una sfida completamente inedita per le Aquile giallorosse. Fuori dallo stadio ma anche dentro, prima dell’inizio qualche tifoso consuma un pranzo veloce, altri preferiscono aspettare la fine della partita. Si nota subito l’assenza di capannelli di tifosi che abitualmente si formano a conclusione delle sfide del Catanzaro quando si gioca negli orari canonici.
Non c’è il pubblico delle grandi occasioni ma le 2000 presenze, per i motivi suddetti, non sono poche. Lo conferma anche la vice-presidente Ambra Cosentino che, oltre a ringraziare i tifosi per il sostegno dato, denota ancora una volta una competenza calcistica fuori dal comune e da far rabbrividire i cosiddetti “allenatori sugli spalti”, pronti a mugugnare al primo passaggio sbagliato.
Prima del via i ragazzini del Catanzaro espongono uno striscione di conforto e solidarietà al giovanissimo portiere della Reggina Daniel Leon, operato per una massa tumorale al cervello. Un augurio di pronta guarigione al ragazzo, con la speranza di rivederlo in campo il più presto possibile, è il minimo che anche noi di UsCatanzaro.net possiamo inviare a lui e alla sua famiglia.
Quando le squadre entrano in campo, sembra di assistere a un’amichevole d’agosto perché la temperatura supera i 30° gradi. Tenuto conto della non brillante condizione atletica palesata dalla squadra nelle precedenti sfide, la preoccupazione fra i tifosi più attenti è tanta. Moriero schiera il Catanzaro con il classico 4-2-3-1. Le sorprese in campo sono Scuffia, ancora titolare dal primo minuto, Di Chiara al rientro da titolare e l’innesto di Pacciardi in luogo dell’appiedato Maiorano. Il quartetto offensivo, invece, è composto dagli stessi elementi utilizzati contro la Vigor Lamezia.
L’Ischia si presenta al “Ceravolo” con il 4-3-2-1 di mister Porta che all’inizio non impensierisce i giallorossi. Nella ripresa, dopo il cambio obbligato Armeno-Cruz, eseguito dopo il goal subito nel primo tempo, l’arretramento dell’esperto Schetter fra le linee e la vivacità di Ciotola sulla corsia esterna sinistra, creano superiorità e molti grattacapi a un Catanzaro che aveva dominato nel primo tempo creando gioco e occasioni da goal.
I due goal del Catanzaro del primo tempo nascono grazie alle invenzioni dei suoi giocolieri Russotto e Pagano. Il primo si procura un netto calcio di rigore, il secondo insieme a Kamara e allo stesso Russotto confezionano un’azione tipica del calcio di Moriero: verticalizzazione rapida di Russotto per Pagano e fuga in velocità con palla al centro per l’accorrente Kamara che accompagna l’azione e insacca a porta sguarnita.
Nella prima frazione di gioco l’Ischia prova a rimettersi in corsa ma è sempre il Catanzaro a rendersi pericoloso. A Kamara è annullato un goal che sembra buono, mentre i rischi dei giallorossi avuti nel primo tempo sono calcolati perché classici per una squadra offensiva come quella di Moriero. Questa “giustificazione”, sbandierata dal tecnico leccese fin dal primo giorno a Catanzaro, è valida sin quando il Catanzaro ha il pallino del gioco, ma nel momento in cui si siede, vuoi per una tenuta atletica precaria, vuoi perché ha dato tutto, i problemi emergono e urge un’inversione di rotta.
Nella ripresa il Catanzaro soffre più del dovuto e subisce subito in apertura il goal dell’Ischia realizzato da migliore in campo Schetter: un goal di pregevole fattura. Molti uomini in maglia rossa sono sulle gambe, su tutti Pacciardi autore di qualche fallo sopra le righe. Paradossalmente dopo aver perso Fofana e Silva Reis per infortunio, ci si ritrova senza attaccanti e le difficoltà aumentano. Con l’entrata di Ilari, che si sacrifica in un ruolo non suo (centravanti) sprecando due occasioni, e di Morosini, la pressione dell’Ischia è meno corposa. Il Catanzaro, soprattutto con le ripartenze personali di un Russotto stratosferico più che da gioco manovrato, sfiorano il goal della sicurezza. Vacca è monumentale quando c’è da tenere palla e abbassare i ritmi di gioco.
Si soffre fino alla fine, e la paura di un’altra beffa per il pubblico è palpabile perché i minuti finali delle partite con il Matera e a Lamezia bruciano ancora. Fortunatamente Scuffia è attento. Alla fine tre punti importantissimi che consentono al Catanzaro di riavvicinarsi alla vetta e di trascorrere una settimana in tranquillità, pensando serenamente alla sfida dello “Zaccheria” contro i satanelli del Foggia del catanzarese Iemmello.
In settimana ci sarà da lavorare. Il Catanzaro ieri ha perso in un colpo solo i due attaccanti, Fofana e Silva Reis. Ora spetta a Moriero trovare le giuste soluzioni senza trascurare i limiti del Catanzaro, in particolare quando abbassa i ritmi o quando gli avversari alzano il proprio baricentro creando superiorità a centrocampo. È vero che il potenziale offensivo in dote a Moriero è di prim’ordine e tutti possono andare a rete, ma è altrettanto vero che una squadra come il Catanzaro non può rischiare di andare in balia degli avversari dopo averli dominati in lungo e in largo per tanto tempo.
Bisognerà intervenire e comprendere se il problema di tenuta è dettato da un modulo che pregiudica il mantenimento di un’alta intensità per tutti i novanta minuti oppure se è necessario dare un supporto in più nel mezzo. Tutto questo andrà valutato, anche perché sia ieri che a Melfi, con l’entrata di un centrocampista in più, la squadra è riuscita a gestire meglio la partita, con la possibilità di archiviarla senza sofferenze, proprio come accadde in Lucania.
Ai tifosi diciamo che bisognerà essere meno assillanti, perché chi gioca in modo spregiudicato come il Catanzaro, deve mettere in conto i rischi di concedere qualcosa agli avversari. Fino a quando si segnerà un goal in più degli altri, saremo tutti contenti. Che sia necessario intervenire per evitare che la squadra si allunghi concedendo varchi agli avversari è un dato di fatto.
La palla passa adesso al tecnico, che ha una grande componente dalla sua parte, la squadra, il gruppo. Proprio questo è ciò che dovrebbe fare riflettere i tifosi che a volte, troppo impulsivamente, chiedono decisioni rilevanti che non portano da nessuna parte, specie quando si è in corsa per giocarsi un campionato difficilissimo come questo di Lega Pro.
Salvatore Ferragina