E’ iniziata “la battaglia” contro l’esposizione non corretta dei prodotti ortofrutticoli. L’operazione, già anticipata attraverso gli organi di stampa, ha avuto inizio giovedì 25 settembre. Gli appositi controlli sono finalizzati a contrastare la cattiva abitudine di alcuni operatori commerciali di esporre all’esterno i prodotti orto-frutticoli.
E così, puntualmente, il Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione dell’ASP di Catanzaro, Ambito territoriale di Catanzaro, diretto dal Dr. Francesco Faragò ed efficientemente coadiuvato dalla Polizia Provinciale di Catanzaro, sotto le direttive del Comandante Antonio Giulio Frustaci, e dal Nucleo Operativo dei Carabinieri di Catanzaro, sotto il comando del Tenente Michele Massaro, ha cominciato a passare al setaccio gli esercizi di vendita, sia quelli a posto fisso che gli itineranti.
Nel corso di due giorni di controllo, ben 14 operatori commerciali sono stati trovati non a norma relativamente al modo di esporre i prodotti orto-frutticoli, e tutti questi saranno deferiti all’Autorità Giudiziaria, perché la pratica deplorevole della cattiva esposizione e vendita configura un reato (ai sensi e per gli effetti del combinato disposto di cui alla Legge 283/62 e alla Sentenza della Corte di Cassazione n.6108/14 del 10 febbraio 2014).
Ovviamente l’eventuale reiterazione del reato comporterebbe provvedimenti più seri come la sospensione o la revoca delle autorizzazioni e delle licenze.
“Grande stupore – ha affermato il dott. Faragò – ha suscitato negli addetti al controllo la constatazione che, nonostante nelle settimane e mesi passati, sia stata fatta una campagna di sensibilizzazione per evitare la pratica delle cattiva esposizione dell’orto-frutta, la percentuale di esercizi che ancora depone la merce in precarie condizioni è elevatissima nel territorio di Catanzaro.
Mele vermiglie che rosseggiano tra i gas velenosi delle auto, carote dall’arancio intenso che vengono sfiorate dal passaggio di pedoni e animali. E dove vanno a finire questi prodotti? Nelle case degli acquirenti che, attratti dalle tinte forti e all’apparenza “salutari” dei frutti, li acquistano non pensando ai rischi a cui vanno in contro.
E non ci si può, dunque, esimere dal condannare anche la non adeguata attenzione da parte dei consumatori al problema, un problema serio che mette a rischio la salute di chi mangia quei prodotti alimentari. I prodotti portati sulla tavola, per la contaminazione da traffico autoveicolare che subiscono e per la contaminazione da altri agenti esterni, che diventano veleno”.
“Come è stato sottolineato nelle settimane passate – ha proseguito Faragò – l’esposizione sulle strade dell’orto-frutta consente facilmente una contaminazione da agenti vari, anche cancerogeni, un rischio che si eleva e si concretizza in contaminazione certa quando la suddetta pratica si esercita lungo strade altamente trafficate dalle automobili.
Non ci stanchiamo, quindi, ad invitare e sensibilizzare i consumatori dall’astenersi di comprare orto-frutta quando questa è esposta in cattivo stato, sia nei punti vendita fissi che nella forma di ambulantato. Comprino, invece, la merce laddove è mantenuta in condizioni da non contaminarsi, laddove è il venditore a mettere i prodotti nei sacchetti da portare e non, al contrario, dove tutti possono mettere le mani.
E’ vero che la pratica della esposizione della merce “a bellavista” è il retaggio di una antica tradizione e, come è noto, le tradizioni radicate è difficile cambiarle. Ma qui ne va di mezzo la salute che è il bene più prezioso”.
“Ci auguriamo che, a partire da adesso – ha concluso il responsabile del Sian – l’azione del Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione dell’Asp, della Polizia Provinciale e del Nucleo Operativo dei Carabinieri di Catanzaro, abbia il supporto anche degli acquirenti che, allarmati per lo stato delle cose, siano celeri a denunciare e a rifiutarsi di acquistare la merce compromessa.
Siamo sicuri che gli stessi operatori commerciali, che fino ad adesso hanno ignorato il problema, vorrano offrire il loro sostegno per il bene comune. Solo attraverso una collaborazione generale l’intervento degli organi di controllo riuscirà nel suo intento di debellare la problematica completamente. E, solo allora, la battaglia potrà dirsi vinta”.