Si è conclusa con sei persone rinviate a giudizio e due ammesse al giudizio abbreviato l’udienza preliminare a carico degli imputati coinvolti in uno stralcio del procedimento nato dall’operazione antidroga della Squadra mobile e della Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro denominata “Doppio canale”.
Il gup, Domenico Commodaro, ha mandato sotto processo Emanuele Nicoletta, Giuseppe Zaffino, Sergio Marino, Ettore Opipari, Renato Marcello, e Rocco Stranieri, chiamati a comparire davanti al tribunale monocratico a partire dal 6 febbraio prossimo.
Hanno invece chiesto e ottenuto di essere giudicati con rito abbreviato, che in caso di condanna comporta lo sconto di pena di un terzo, Fiore Catizone e Carmine Mauro, per i quali i riti alternativi saranno celebrati a partire dal 25 novembre. Le otto persone sono, in particolare, quelle per le quali la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro non avanzò una richiesta di giudizio immediato come per gli altri le cui misure cautelari erano in scadenza, ma per i quali – essendo loro già tornati in libertà – fu presentata una consueta richiesta di rinvio a giudizio che li ha fatti approdare nell’aula del gup. I numerosi altri imputati di “Doppio canale”, invece, sono già stati tutti giudicati in primo grado, ed alcuni anche in secondo grado.
Cinque sono stati condannati dal gup Di Girolamo al termine dei giudizi abbreviati, il 12 aprile 2013, a pene comprese fra i 6 anni e gli 8 mesi di reclusione, ed in seguito, il 23 giugno scorso, il giudizio d’appello si è concluso con un’assoluzione e quattro sconti di pena. Per gli altri il processo davanti al tribunale collegiale, invece, si è concluso il 19 luglio 2013 con sei condanne parziali – a pene comprese fra 3 e 1 anno e mezzo di reclusione – e sette assoluzioni totali. Il blitz “Doppio canale” è stato portato a termine all’alba di giorno 11 gennaio 2012 per sgominare due organizzazioni criminali dedite ad un fiorente smercio di sostanze stupefacenti a Catanzaro, e con affari e collegamenti in provincia di Reggio Calabria e Vibo Valentia, ed accordi anche in Puglia e Basilicata.
Solo ad alcuni imputati, però, è stato contestato il traffico di stupefacenti, mentre gli altri rispondevano di singoli episodi di spaccio. Dall’inchiesta antidroga, secondo quanto reso noto dagli investigatori, sono emersi collegamenti dei gruppi malavitosi ricostruiti con il clan Mancuso di Limbadi e con soggetti vicini alla cosca dei Piromalli-Ruga del Reggino. Le indagini, avviate nel 2007, hanno permesso di effettuare numerosi arresti in flagranza e diversi sequestri di cocaina, marijuana e hashish.