«Il presidente, con nota del 3 settembre 2014, inviata per conoscenza al Prefetto di Catanzaro, ha convocato i soci fondatori presso il notaio per il prossimo 22 settembre 2014, affinché adottino i provvedimenti di loro competenza per la liquidazione della Fondazione Tommaso Campanella ricorrendo le condizioni di impossibilità a perseguire lo scopo sociale in assenza del ripiano delle perdite».
È l’incipit della nota con cui il direttore generale, Mario Martina, e il presidente della Fondazione, Paolo Falzea, annunciano la sospensione della attività a partire dal prossimo 1 ottobre.
«A questa decisione – si legge nella nota – si è pervenuti nonostante il Consiglio regionale all’unanimità abbia approvato un ordine del giorno con il quale si impegnava il presidente della giunta regionale a sottoscrivere la transazione già definita tra l’Avvocatura regionale e la Fondazione Campanella nonché la giunta regionale ad approvare la predetta transazione e a presentare alla successiva seduta del Consiglio regionale un apposito disegno di legge corredato della relativa copertura finanziaria.
Con un altro ordine del giorno il Consiglio regionale, sempre all’unanimità, chiedeva al commissario ad acta per il Piano di rientro, di provvedere con ogni possibile urgenza ad adeguare le risorse assegnate alla Fondazione Campanella per il triennio 2011 – 2014 tenendo conto della gestione delle unità operative che dovevano essere trasferite alla Azienda ospedaliera Mater Domini e disponendo di notificare l’ordine del giorno al ministro della Salute, al ministro dell’Economia e Finanze ed al Tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza».
E ancora, i vertici della Campanella richiamano l’entrata in vigore della legge regionale 17/2014 con cui la Regione individua nel Centro oncologico di Germaneto, gestito dalla Fondazione, la struttura «idonea ad assumere il ruolo di Centro oncologico di riferimento regionale e a richiedere, compatibilmente con la programmazione sanitaria regionale, il riconoscimento in Istituto di ricovero e cura di carattere scientifico privato con indirizzo oncologico».
A oggi, però, questa transazione «non risulta sottoscritta dal presidente della giunta regionale o approvata dalla giunta regionale e non risulta che i sub commissari abbiano formalmente determinato l’importo da erogare alla Fondazione Campanella, quale rimborso dei costi sostenuti per la gestione delle unità operative non oncologiche che sin dal gennaio 2012 dovevano essere trasferite alla Mater Domini».
Inoltre, non è stato presentato alcun disegno di legge che indichi la copertura finanziaria della transazione per la necessaria variazione di bilancio, e per questi motivi «la Fondazione non ha alcun titolo giuridicamente rilevante da utilizzare nei confronti dei creditori affinché sospendano le procedure esecutive in atto che a breve potranno determinare il pignoramento di ogni futuro trasferimento da parte dell’Asp di Catanzaro per far fronte all’acquisto di farmaci e presidi medici indispensabili».
Alcuni dei maggiori creditori hanno già formalmente comunicato che dal prossimo mese non saranno evasi gli ordini di fornitura di farmaci e reagenti in assenza di un piano di pagamento dei debiti con la indicazione di tempi certi.
E al momento non sono stati formalmente indicati tempi certi per la sottoscrizione della transazione né «sono state prospettate soluzioni intermedie che consentano comunque l’erogazione delle risorse indispensabili per garantire la continuità assistenziale».
Una situazione, insomma, che ha portato il management a prevedere la sospensione di tutte le attività assistenziali con ogni possibile cautela a garanzia dei pazienti in trattamento.
«La sospensione delle attività dall’1 ottobre 2014 – si legge ancora nella nota – riguarda tutte le attività assistenziali (ricoveri e prestazioni ambulatoriali) delle unità operative attualmente gestite dalla Fondazione Campanella. Faremo tutto il possibile – prosegue il management della Fondazione – per evitare comunque qualsiasi interruzione delle attività già programmate e non rinviabili e di attivare ogni iniziativa utile a ridurre comunque, per quanto possibile, i disagi ed evitare in modo assoluto qualsiasi possibilità di rischio per i pazienti. La sospensione – è la conclusione – potrà essere revocata qualora si dovessero verificare fatti o atti capaci di superare le criticità esistenti».