Un elegante dono offerto agli ospiti di Palazzo Alemanni rischia di trasformarsi in una clamorosa figuraccia per l’amministrazione Scopelliti. Nei giorni scorsi, infatti, al Tribunale di Catanzaro è stato depositato un atto ingiuntivo presentato da un noto marchio calabrese di cravatte.
Da quasi un anno l’azienda aspetta di ricevere dalla Regione 28.915,50 euro oltre interessi di mora. Con quella cifra sarebbero state acquistate circa 700 cravatte, mai pagate però nonostante la merce sia stata regolarmente consegnata il 19 luglio del 2013.
Sei fatture che vanno dal 6 ottobre 2013 al 30 dicembre dello stesso anno, tutte firmate dall’ufficio di Presidenza della giunta calabrese.
Secondo quanto si legge nell’atto depositato «nonostante i solleciti di pagamento a tutt’oggi la Regione Calabria non ha provveduto alla corresponsione di quanto dovuto».
Non solo, si fa notare che «visto l’ingente ammontare del credito, c’è il pericolo che un’ulteriore ritardo nel pagamento possa comportare un grave pregiudizio» per la ditta di sartoria, vera eccellenza calabrese.
La legislatura Scopelliti sembra così destinata a chiudersi con un ulteriore capitolo della incredibile saga di spese pazze nei palazzi della Regione. Proprio l’ex governatore, appena messo piede a Palazzo Alemanni, aveva dato il là alle polemiche con la decisione di spendere ben 90mila euro per rimodernare gli uffici della Presidenza.
Tra le altre cose, aveva deciso di creare una mini palestra dotata di ogni comfort, con tapis roulant, panca pesi e altri attrezzi ginnici.
La fornitura sarebbe stata curata da un’azienda di Reggio Calabria, specializzata nella vendita di attrezzi e materiale sportivo. A questa ditta è stata pagata una fattura di 9mila e 780 euro iva inclusa. Gli altri soldi sono, invece, serviti per l’acquisto di nuovi arredamenti. Non di meno è stato il consiglio regionale. Anche il presidente Franco Talarico ha voluto dare un tocco di novità agli uffici di Palazzo Campanella. Ma ancora peggio avrebbero fatto i consiglieri finiti nell’inchiesta della guardia di finanza di Reggio Calabria. C’è chi con i soldi del gruppo di appartenenza avrebbe acquistato detersivo, cambiato l’olio e sostituito i tergicristalli della propria auto.
Altri avrebbero speso il danaro comprando tagliandi del «Gratta e Vinci». Altra ancora hanno utilizzato le somme per far fronte alle tasse personali all’Ufficio delle Entrate o per pagare la spazzatura nel proprio Comune di residenza. Le «spese folli» accertate dalle Fiamme Gialle riguarderebbero comunque anche viaggi nel mondo, mega cene con vini pregiati, ingressi nei Casinò, rilassanti soggiorni in città termali.
Qualcuno poi si è arredato il laboratorio di casa con strumenti di falegnameria, altri ancora hanno acquistato materiale elettrico per un rinnovo della propria linea dentro casa.
Gaetano Mazzuca
corrieredellacalabria