Dieci anni fa Biagio Pagano era un ragazzino poco più che ventenne che tirava i primi calci in serie A e B con Sampdoria e Atalanta. Al vecchio Santa Colomba, ai primi di febbraio, Giorgio Corona con una prodezza di tacco regalava un importantissimo pareggio al Catanzaro di Braglia, lanciato verso la promozione in serie B. Fino a ieri sera quello di Corona era l’ultimo gol realizzato dai giallorossi a Benevento, nonostante i tanti incroci degli ultimi anni. Uno stadio ostico, che non ci ha mai portato fortuna. Uno stadio da pareggi complicati o sconfitte bruciante, di play-off persi e speranze riposte in un cassetto. L’ultima vittoria lì risale alla doppietta dell’ex Ciccio Libro. Una vita fa.
Eppure ieri sera sugli spalti del “Vigorito” si respirava un’aria diversa. Diversa dalla solita rassegnazione con cui si affrontava il Benevento in trasferta. Diversa anche dalla certezza dello 0-0 dello scorso anno. Ieri sera sugli spalti c’era la serena convinzione della forza di questa squadra, pur azzoppata dalle assenze di Kamara, Morosini, Pacciardi e Fofana. Non proprio quattro panchinari. Nonostante il solito Benevento costruito con budget lontani dagli standard della Lega Pro, il Catanzaro ha giocato con una personalità e una sicurezza che lasciano ben sperare per il prosieguo del campionato.
È venerdì sera, un giorno perfetto per impedire ai tifosi di affollare gli spalti. Il “Vigorito” presenta tanti vuoti rispetto al solito. C’è invece uno spicchio dello stadio che pian piano si riempie. 50 tifosi, poi 100, poi 150, poi quasi 200. Di venerdì sera, alla seconda di campionato. Gli ultimi arrivano alla spicciolata, a partita iniziata, fuggiti dal lavoro in zona Cesarini. Il settore ospiti presenta uno splendido colpo d’occhio e il tifo sarà incessante per tutta la partita ed anche oltre.
Negli occhi dei tifosi arrivati la scintillante partita contro la Juve Stabia. Moriero conferma gli 11 che hanno vinto all’esordio. Ci sono Ilari, ancora preferito a Russotto, e Silva Reis per mancanza di alternative. Brini non ha a disposizione Som e lascia in panchina Eusepi, inserendo Campagnacci col compito di infastidire Vacca, l’ex della partita, ancora una volta migliore in campo. Il Benevento prova a premere in avvio, ma è il Catanzaro a dar fastidio con le solite ripartenze veloci di Barraco e Pagano che spaventano i sanniti. Non ci sono tantissime occasioni, ma la partita è ben giocata.
Dopo una ventina di minuti, Brini si accorge che le due ali giallorosse sono pericolosissime. I raddoppi partono sistematici e il Catanzaro non riesce più a trovare pericolosità davanti. Silva Reis appare troppo isolato perché Ilari rincula a centrocampo e non riesce a inserirsi coi soliti tagli in profondità. Così sono le palle inattive a decidere il risultato. Dopo una bella parata di Bindi su Marotta, uno splendido schema studiato da Moriero libera Barraco a tu per tu con Piscitelli: tiro respinto. Poi Rigione a due metri dalla linea di porta non riesce a buttarla dentro, anticipato da Lucioni. Infine, è Scognamiglio a trovare il gol, staccando di testa senza problemi su un corner beneventano. 1-0, ma non c’è mai la sensazione che il Catanzaro possa perdere.
Dopo dieci minuti di secondo tempo, col Catanzaro a fare la partita, Moriero inserisce Russotto per uno spento Ilari. Il talento romano si piazza al centro, intorno a Silva Reis. I giallorossi ritrovano sprint e imprevedibilità. E dopo due minuti nella metà campo avversaria, Pagano si ritrova una palla impazzita sul destro. Tiro e gol, il secondo in due partite. Il Catanzaro controlla la partita. Vacca sale in cattedra in fase di possesso palla, con una serie di giocate spettacolari, facendo innervosire avversari e spettatori per manifesta superiorità. L’altro ex, Vitiello, si prende un giallo e rischia anche il rosso per un paio di interventi alla sua maniera. Non succede più nulla fino alla fine.
Canta il popolo giallorosso a fine partita, mentre i beneventani sfollano. La consapevolezza della forza di questa squadra è chiara. I meccanismi non possono che migliorare col tempo e con l’innesto dei vari Fofana e Kamara. Più difficile per Pacciardi e Morosini rubare il posto a Vacca e Maiorano che sembrano nati per giocare insieme. Il primo in cabina di regia, con tecnica e faccia tosta. Il secondo, meraviglioso per dedizione e polmoni, a proteggerlo e a correre per tutti in mezzo al campo. Da segnalare qualche incomprensione e alcuni movimenti non corretti, soprattutto sul lato di Di Chiara, nato per offendere. Ma il cantiere-Moriero sembra a buon punto. E le prossime tre partite, prima del derby del San Vito, ci diranno di più.
Per ora godiamoci questo Catanzaro e riempiamo il “Ceravolo”. Perché quest’anno ci sono tutti gli ingredienti per poterci divertire.