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Dall’Olimpico alle stelle, addio a Gino Sardei

Scritto da Redazione
Si è spento nel vicentino l’ex capitano giallorosso. Negli anni ’60 giocò la finale di Coppa Italia contro la Fiorentina 

Il destino spesso è malvagio. Ci sono giocatori che passano alla storia per un gol o due, magari in serie C, e altri che vengono ricordati per un episodio sfortunato. Gino Sardei appartiene alla seconda categoria, nonostante una carriera onesta, scandita da 7 presenze in serie A con la maglia del Palermo, ma soprattutto dalle 6 stagioni in serie B, a metà dei ’60, con il Catanzaro di cui fu più volte capitano.

Era il classico mediano dell’epoca. Un combattente, dedito al lavoro, ma anche con una visione di gioco moderna. Forse perché era nato attaccante, tirando i primi calci a un pallone a Thiene, suo paese d’origine. Poi le giovanili del Brescia, le prime esperienze con i grandi e l’arretramento fino a diventare uno scudo per la difesa. Oggi pochi lo ricordano, ma Sardei fu protagonista di un episodio, forse il più sfortunato dell’intera storia giallorossa. Gino, dopo alcune stagioni da comprimario, era diventato un perno della squadra di Ballacci che nel 1966 arrivò a giocarsi la semifinale secca di Coppa Italia a Torino contro la Juventus, dopo aver eliminato ai rigori proprio il Torino. 

Quello che successe ormai profuma di epos. Trasformare in una festa quella semifinale, ospitando la Juve per la prima volta in Calabria, era la pazza idea di Ceravolo che chiese l’inversione di campo alla società bianconera. Boniperti disse no e il Catanzaro di Ballacci, che militava in serie B, espugnò il “Comunale” con un gol di Tribuzio. Sardei fu uno degli undici eroi di quella partita. Ma il destino, dicevamo, sa essere cinico. Tre mesi dopo all’Olimpico, Sardei gioca un partitone contro la Fiorentina di Hamrin. I novanta minuti non bastano. Si va ai supplementari. A 10 minuti dal 120′, un cross malandrino di De Sisti scivola proprio sul braccio di Sardei. L’arbitro Sbardella non perdona e fischia. È il calcio di rigore che regala la coppa ai viola e che interrompe il sogno del piccolo Catanzaro che ha fatto tremare le grandi del calcio italiano.

Un episodio che non può oscurare la storia giallorossa di Sardei che giocò sei stagioni con il Catanzaro, collezionando 93 presenze e realizzando anche 3 gol. I primi due, nella stagione 1962-63, stesero Foggia e Lucchese al “Militare” regalando due vittorie alle Aquile di Dolfin. L’ultimo gol, proprio su calcio di rigore, all’inizio del 1967 in trasferta a Padova. 

Gino si è spento pochi giorni fa in silenzio nella sua Thiene. La società del presidente Cosentino lo ha voluto ricordare con un comunicato (che riportiamo in calce all’articolo). La redazione di UsCatanzaro.net si unisce al cordoglio e si stringe intorno alla famiglia.

Ciao capitano!

Ivan Pugliese

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Mediano dalle grandi qualità tecniche e temperamentali, cresciuto nelle giovanili del Brescia, dopo aver vestito le casacche di Schio, Thiene, Reggiana, Palermo e Bari, ha legato la sua carriera alle Aquile dal 1962 al 1968 indossando i galloni di capitano. Stiamo parlando di uno dei componenti di quella meravigliosa formazione che, nella stagione 1965/66, arrivò a contendere alla Fiorentina la Coppa Italia nella sfortunata finale di Roma. Il Catanzaro calcio e i suoi tifosi ricordano, quindi, con grande affetto il capitano di tante battaglie Luigi Sardei.

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