CATANZARO  Di fatto è un centrocampista con una naturale propensione a giocare accanto a una o più punte. A dirla col gergo del calcio moderno, un esterno d’attacco. Un’ala capace di giocare a destra come a sinistra, ma dal dribbling ubriacante e progressione irresistibile. E’ arrivato in Italia nel ’99, a Perugia, poi 2 anni tra il capoluogo umbro e Lugano, seguiti dall’avventura a Rieti nel Cnd, dove conta 14 presenze e 1 gol. Lo scorso campionato 22 presenze più 1 rete col Catanzaro, in C2, una stagione che ne ha messo in mostra doti e qualità tecniche da brasiliano verace.
Robson Toledo, nato a Sao Paolo il 18 luglio 1981, ha pagato un significativo dazio alla terza serie con un avvio incerto, dettato anche da una preparazione cominciata in netto ritardo rispetto ai compagni di squadra. Qualcuno storceva il naso, c’era pure chi iniziava a lamentare l’involuzione del giovane sudamericano o chi temeva un attacco di “saudade”. Piero Braglia prese e chiese tempo, lavorando sul carattere di Toledo con massicce dosi di fiducia e chiamate da titolare per accelerare il ritorno alla condizione ideale. Fino a trasformarlo in una pedina fondamentale del suo 3-4-3, che finora ha messo tre volte il suo nome su altrettanti tabellini alla voce marcatori. Fino a renderlo l’uomo mercato della società guidata da Parente, che bada a coccolarlo e valorizzarlo davanti agli occhi di numerosi osservatori di A e B.
Un interesse che lusinga il brasiliano – seguito particolarmente da Siena, Lecce e Udinese – per ora preso dal Catanzaro e dalle sue ambizioni. «Non so se quest’interesse c’è o no, ma è normale che mi faccia piacere sentire queste cose, leggere ogni tanto il giornale e vedere questi articoli belli che parlano di me. Io però a tutto questo non ci voglio pensare, voglio pensare soltanto a fare quello che sto facendo perché secondo me è la strada giusta. Se ci sarà qualcosa da fare alla fine del campionato ci sediamo un attimo e vediamo un po’ com’è la situazione, ma non tocca a Toledo decidere. E’ ovvio che arrivare in A, al calcio vero, è il sogno di tutti i giocatori, ma sarà la società a decidere del futuro di Toledo».
Chiuso o rimandato che sia il discorso mercato relativo al paulista che tifa Fluminense e simpatizza per Roma e Milan, è d’obbligo uno sguardo al campionato. Le idee chiare del carioca sono molto chiare. «Occupiamo una posizione molto importante, ma non serve cullarci su quello che abbiamo fatto finora. Dobbiamo continuare a spingere senza mollare, non dobbiamo guardare indietro ma guardare avanti. Questa è stata sempre la forza del Catanzaro, poi con i nuovi arrivati abbiamo altri giocatori importanti, ma bisogna essere consapevoli che non sarà facile perché sulla stessa strada camminiamo in tanti».
Toledo dispensa attenzione, anche se in fondo non teme nessuno. «Per essere sincero no, dobbiamo solo cercare di restare umili e dare il massimo ogni volta che scendiamo in campo. L’avete visto tutti, ogni partita è dura e può succedere qualsiasi cosa».
A Benevento i giallorossi si giocano 90′ importanti contro una squadra data per protagonista ad agosto, ma che nei mesi successivi non si è espressa come previsto dalla stragrande maggioranza degli addetti ai lavori. Molino e compagni sembrano però in ripresa, e contro il Catanzaro cercano un successo di prestigio che serva soprattutto a rientrare in zona play off. «All’andata abbiamo visto che tipo di squadra sono, ma con il mercato hanno cambiato qualcosa. Quindi dobbiamo andare lì e fare la nostra partita, per cercare di ottenere quei 3 punti che servono a quello che ci interessa. Saranno 90′ da vedere – promette il brasiliano -, noi andremo lì per vincere, se poi arriva un pari ci accontentiamo perché sarà un punto importante».
Ivan Montesano