E’ l’ultima partita della stagione regolare al “Ceravolo”. Non c’è il pubblico delle grandi occasioni, malgrado sia alta la posta in palio per i giallorossi. L’obiettivo è di conquistare un piazzamento di prestigio nella griglia play off per sfruttare l’unico vantaggio che il regolamento stilato dai vertici della Lega Pro ha concesso in questa stagione: disputare il quarto di finale a eliminazione diretta nel proprio stadio.
Intento raggiunto. Il Catanzaro all’ultima in casa della stagione regolare batte in scioltezza la Paganese e adesso dovrà aspettare la trasferta a L’Aquila per sapere chi affronterà nella sfida secca dell’undici Maggio.
Voglia, concentrazione, spirito di gruppo, lavoro e sacrificio: sono questi gli ingredienti che hanno consentito ai ragazzi di Brevi di conquistare lo scopo prefissato alla vigilia. Parlare della partita dal lato tecnico è difficile, perché la Paganese non è stata un avversaria insormontabile.
Allo stesso tempo però non va sminuita la prestazione della squadra, scesa in campo con la giusta concentrazione, fondamentale in sfide del genere.
Il minuto di raccoglimento per ricordare l’Ingegner Romeo, amico personale di Cosentino e parte attiva nella fase di progettazione della ristrutturazione del “Ceravolo” – che chissà quando inizierà e terminerà – precede l’inizio della partita davanti a più di tremila presenti.
Mister Brevi non snobba l’avversario e i suoi ragazzi a ruota lo seguono alla perfezione. Il tecnico presenta la migliore formazione del momento, nessun turnover è attuato. L’ordine impartito è quello di conquistare i tre punti, poi eventualmente fare altri tipi di calcolo negli ultimi novanta minuti.
La difesa schierata è la più forte del girone; davanti a Bindi, ci sono Ferraro e Rigione, con il recuperato Vitiello nel ruolo di regista difensivo. Sulle due corsie esterne le liete sorprese del girone di ritorno, Marchi a destra e Sabatino a sinistra che viaggiano sulle loro fasce di competenza denotando una smagliante condizione atletica. Vacca (ammonito, era in diffida e salterà L’Aquila) fa il regista basso con Benedetti che gioca da incursore e ruba palloni. In avanti l’attacco che più volte si è visto schierato in questa stagione. Russotto, libero di svariare, con Germinale a far coppia in avanti con Fioretti.
Impiega solo tredici minuti il Catanzaro per sbloccare la partita. I ragazzi in casacca rossa assediano la Paganese nella propria area e dopo un magistrale calcio da fermo di Russotto che colpisce l’incrocio, passano in vantaggio con Fioretti su calcio di rigore. L’azione nasce da un assist penetrante di Fioretti per il fantasista giallorosso che è steso in area.
Dal dischetto Fioretti non sbaglia. I giallorossi premono per mettere al sicuro il risultato e non ci riescono per poco. Fioretti coglie un incrocio da due passi ma è evidente che ormai la partita è indirizzata sui giusti binari.
La Paganese non riesce a reagire e nella ripresa cede definitivamente le armi. Marruocco stende Fioretti ed è ancora penalty. Sul dischetto va Germinale e, a inizio ripresa, la pratica Paganese è chiusa. Dopo i cambi di Brevi e dopo un paio di clamorose azioni (su tutte quella di Russotto che colpisce il terzo legno della giornata) c’è anche il tempo per il ritorno al goal di Martignago, servito dopo un’azione nata sull’asse Di Chiara (subentrato a Sabatino) – Benedetti.
Nel complesso una buona prestazione, da apprezzare per lo spirito più che per il valore dei campani. Il Catanzaro ha voglia di fare parlare di sé, c’è autostima nei suoi uomini e nel gruppo. Quei calciatori che giocano di meno incitano ed esultano insieme ai compagni nell’occasione dei goal e a fine partita sotto la curva sono tutti insieme a festeggiare. Infine, da non sottovalutare nella coda del torneo altre due componenti che fanno sognare questo Catanzaro: la condizione atletica e la componente societaria. Sulla prima una nota di merito va data allo staff del Prof Martinelli, sulla seconda è giusto citare la società, perché di una cosa i tifosi possono essere certi: a differenza degli altri play off disputati il Catanzaro questa volta li giocherà davvero per vincerli. E se non dovesse vincerli, è perché li perderà sul campo e non per altre strane situazioni che hanno disonorato e umiliato la nostra passione.
Ed è proprio sulla passione del tifo giallorosso che vogliamo dire qualcosa. E’ inutile addentrarci sul perché le presenze al “Ceravolo” non siano più corpose come nelle annate precedenti. La disaffezione in generale verso il calcio, la TV, le problematiche sull’acquisto dei tagliandi, lo stadio fatiscente, la formula del torneo senza retrocessioni e con play off allargati, la paura di perderli con tanto di scottatura per com’è già avvenuto e le difficoltà economiche delle famiglie, ha sicuramente inciso sul calo di presenze che non riguarda solo Catanzaro.
Ciò che invece ci fa più preoccupare è la freddezza e l’indifferenza che si palpa nell’ambiente, verso la propria squadra che volente o nolente è in corsa per una promozione in serie B. Può darsi che quel profilo basso manifestato dalla società alla vigilia del torneo abbia avuto un effetto negativo nella mente dei tifosi, perché forse Catanzaro era abituata ai fuochi d’artificio iniziali di società fantoccio, che promettevano mari e monti per poi sciogliersi miseramente nei momenti decisivi. Forse su questo faremmo bene ad abituarci ripensando a ciò che sono stati gli ultimi venticinque anni di calcio a Catanzaro; una promozione in C1 da ripescati, una C1 vinta e una B bruciata per due anni consecutivi che hanno segnato una delle pagine più nere della storia dell’Us Catanzaro.
Poi il fallimento, Pittelli, gli Aiello, gli spartani e un altro fallimento, infine Cosentino, che in tre anni ha ottenuto una promozione, una salvezza in Prima Divisione e ora è in corsa per giocarsi la Serie B. Non è solo sui risultati sportivi che bisogna tracciare i bilanci: questa società va sostenuta perché ha ridato soprattutto dignità al calcio catanzarese e meriterebbe il sostegno che altri immeritatamente hanno avuto.
E’ giunto il momento che la tifoseria, in primis la curva cuore pulsante del tifo, e la società dall’altra parte remino insieme verso la stessa direzione, riaccendendo quella passione che sembra sopita.
Noi, attraverso questo portale abbiamo lanciato l’idea “balconigiallorossi” per fare sentire almeno un po’ di calore attorno ai ragazzi e alla società. L’augurio è che anche altre componenti si risveglino e comprendano quanto è importante il calcio in una città, dove poche sono le alternative, gli svaghi e cosa potrebbe significare una promozione nella seconda categoria del calcio che conta. Non tenere conto di quanto aggrega e di quanto ha significato il Catanzaro Calcio per tanti nel corso degli anni, è un delitto.
Per la sfida dei play off sicuramente la gente ci sarà, ma a prescindere dal quarto di finale che dovremo disputare, adesso bisognerà capire se Catanzaro ha ancora voglia di calcio o se si sta appiattendo, pensando che tutto sia dovuto se ti chiamo Catanzaro. Le conquiste e le vittorie più belle hanno sempre avuto un unico comune denominatore: il calore e lo stimolo della piazza. “Entusiasmo giocano le aquile” recitava un vecchio striscione in curva anni addietro.
Noi vorremmo quell’entusiasmo ritornasse, comunque andrà a finire.
Salvatore Ferragina